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Donne di FdI, riflessioni sul 25 novembre: " La violenza? Una responsabilità che appartiene a tutti”

25-11-2025 16:53 - Politica
In occasione del 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, le consigliere comunali e le coordinatrici territoriali di Fratelli d’Italia dell’Empolese Valdelsa — Francesca Peccianti, Lucia Masini, Serena Urso, Greta Costagli, Daniela Vallini, Maddalena Pilastri, Manuela Mussetti ed Elisabetta Vallini — desiderano esprimere una riflessione comune, sobria, priva di retorica e polemiche, fondata invece sulla responsabilità condivisa e sulla concretezza delle scelte.
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Come ha ricordato più volte la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, “la violenza contro le donne non è un fatto privato, ma un problema culturale che interpella tutta la società”. Negli anni la premier ha scandito un messaggio chiaro: non bastano le celebrazioni o le campagne simboliche, serve un impegno quotidiano, fatto di educazione, prevenzione, ascolto e rapidità dello Stato nel proteggere chi chiede aiuto.

Un percorso che trova conferma anche nel recente ddl sulla violenza sessuale, approvato all’unanimità in Commissione parlamentare: un segnale forte che dice una cosa semplice e decisiva — su questo tema non ci sono bandiere. C’è solo il dovere di tutelare la dignità della persona.

In questa giornata vogliamo ricordare che la lotta alla violenza non è — e non può essere — una battaglia “delle donne per le donne”. Deve coinvolgere tutta la comunità, a partire dagli uomini: padri, mariti, colleghi, studenti, amministratori. Come ha affermato la Presidente Meloni, “il rispetto non è un gesto: è una cultura che si trasmette”.

Una cultura che si costruisce insieme.

Le dichiarazioni

Francesca Peccianti
“Ogni volta che una donna trova il coraggio di chiedere aiuto, lo Stato e le istituzioni devono essere pronti a rispondere. La nostra responsabilità, come amministratrici, è non voltarsi dall’altra parte e sostenere percorsi concreti di protezione e prevenzione.”

Lucia Masini
“La violenza non nasce all’improvviso: attecchisce dove mancano educazione e rispetto. Per questo servono percorsi culturali nelle scuole e nelle famiglie. Il cambiamento inizia dai piccoli gesti di ogni giorno.”

Serena Urso
“Gli uomini devono essere parte attiva di questa battaglia. Non spettatori, ma protagonisti del cambiamento. Solo quando anche loro saranno coinvolti nel costruire una cultura del rispetto avremo una società davvero più sicura per tutte.”

Greta Costagli
“Ogni comunità ha il dovere di garantire alle donne ascolto, accoglienza e percorsi di uscita dalla violenza. È un impegno che riguarda la rete territoriale nel suo complesso: istituzioni, associazioni, servizi sociali.”

Daniela Vallini
“Il dolore non va mai strumentalizzato. Le vittime meritano rispetto, silenzio e responsabilità, non slogan. Oggi è il giorno per rinnovare il nostro impegno, non per cercare visibilità.”

Maddalena Pilastri
“Le leggi sono fondamentali, ma non bastano: occorre una rivoluzione culturale che inizi dal linguaggio, dai comportamenti quotidiani, dalla capacità di riconoscere e contrastare anche i segnali più piccoli di sopraffazione.”

Manuela Mussetti

“Come donne nelle istituzioni, sentiamo il dovere di essere un punto di riferimento per chi vive situazioni di fragilità. Nessuna deve sentirsi sola. La violenza si combatte costruendo comunità più consapevoli e più unite.”

Elisabetta Vallini

“Ricordiamo che la violenza non colpisce solo chi la subisce, ma intere famiglie e intere comunità. Educare al rispetto significa proteggere il futuro dei nostri figli e delle nostre figlie.”

La violenza non inizia con un gesto estremo. Inizia dove finisce il rispetto. Combatterla significa insegnare che amare non è possedere; che la forza non è dominare; che la libertà dell’altro è un valore, mai una minaccia.

Come donne impegnate nelle istituzioni del nostro territorio, rinnoviamo il nostro impegno a sostenere ogni azione che prevenga, protegga e accompagni. Con spirito di collaborazione e senza cedere alla tentazione della strumentalizzazione politica.

Oggi non celebriamo una ricorrenza.
Oggi rinnoviamo una responsabilità.

Una responsabilità che appartiene a tutti: donne e uomini, istituzioni, famiglie, scuole, comunità.

Solo insieme possiamo costruire una cultura del rispetto che non resti evocata una volta l’anno, ma venga vissuta ogni giorno.