Dopo il voto/ Impazza il toto-giunta: i posti certi, chi rischia e quelli in corsa. E spunta l'ipotesi Rossano Rossi
15-10-2025 14:51 - Primo piano
A pochi giorni dalla vittoria elettorale, il presidente Eugenio Giani è già alle prese con il rebus della nuova giunta regionale. Il secondo mandato alla guida della Toscana si apre con una promessa di discontinuità parziale: metà esecutivo sarà composto da esponenti esterni al Pd, in omaggio all'equilibrio richiesto dal “campo largo”. Ma tra correnti dem, alleati, territori e gender balance, la composizione dell'esecutivo si preannuncia come una trattativa ad alta intensità politica. Gli esperti dei maggiori quotidiani che si occupano della Toscana, hanno lanciato le loro ipotesi, alcune fondate, altre raccolte dalle classiche voci di corridoio, altre ipotizzate sulla base dei risultati personali ottenuti.
TRE SICURI (O QUASI): MONNI, BIFFONI, BEZZINI
TRE SICURI (O QUASI): MONNI, BIFFONI, BEZZINI
La rosa dei nomi certi parte con Monia Monni, assessora uscente all'ambiente e protezione civile. Non si è ricandidata in Consiglio ma rientrerà in giunta da esterna, quasi sicuramente in un ruolo di peso: si parla insistentemente della vicepresidenza, oppure, a sorpresa, della Sanità, nel caso il Pd decidesse di non confermare Simone Bezzini.
Proprio Bezzini è in bilico: forte di quasi 13mila preferenze a Siena, ha rilanciato la sua candidatura, ma nel partito c'è chi vorrebbe un volto nuovo alla Sanità. Se escluso, potrebbe diventare capogruppo Pd, in un'ottica di riequilibrio tra correnti.
Il vero “elefante nella stanza” resta Matteo Biffoni, ex sindaco di Prato, recordman di preferenze (oltre 22mila). Il suo rientro in giunta appare certo, ma non scontata la delega. Lui punta alla Sanità, ma Giani sembra frenare: per Biffoni, in prospettiva, potrebbe aprirsi un nuovo ritorno a Prato come candidato sindaco nel 2026.
Proprio Bezzini è in bilico: forte di quasi 13mila preferenze a Siena, ha rilanciato la sua candidatura, ma nel partito c'è chi vorrebbe un volto nuovo alla Sanità. Se escluso, potrebbe diventare capogruppo Pd, in un'ottica di riequilibrio tra correnti.
Il vero “elefante nella stanza” resta Matteo Biffoni, ex sindaco di Prato, recordman di preferenze (oltre 22mila). Il suo rientro in giunta appare certo, ma non scontata la delega. Lui punta alla Sanità, ma Giani sembra frenare: per Biffoni, in prospettiva, potrebbe aprirsi un nuovo ritorno a Prato come candidato sindaco nel 2026.
Sembrano inferiori le quotazioni dell'ex sindaca di Empoli Brenda Barnini. Questioni di equilibri politici (interni al Pd e con gli alleati del campo largo). Ma Eugenio Giani dovrà considerare anche un paio di aspetti territoriali: l'Empolese-Valdelsa non è rappresentata in giunta regionale da quando era stato nominato assessore Vittorio Bugli. E che l'ex sindaca Barnini ha ottenuto un risultato personale importante in una zona dove il Partito democratico ha ottenuto il miglior risultato della regione.
I RIFORMISTI: MANETTI PROMOSSA, MARRAS A RISCHIO
I RIFORMISTI: MANETTI PROMOSSA, MARRAS A RISCHIO
Tra i nomi più accreditati di Casa Riformista, spicca Cristina Manetti, attuale capo di gabinetto di Giani e coordinatrice della lista centrista. Dovrebbe entrare in giunta, probabilmente con la delega alla Cultura, e rappresentare il territorio pratese. La sua nomina metterebbe fuori gioco Stefania Saccardi, renziana, per la quale si profila invece la presidenza del Consiglio regionale.
Resta alto il pressing su Leonardo Marras, uscente alle Attività produttive, anche lui riformista. Forte del risultato elettorale (oltre 13mila preferenze), potrebbe restare in giunta o assumere un ruolo da sottosegretario alla Presidenza, figura che Giani vorrebbe introdurre per valorizzare competenze esperte e bilanciare gli equilibri interni.
SCHLEINIANI IN PARTENZA: BONI E L'EFFETTO DOMINO
Resta alto il pressing su Leonardo Marras, uscente alle Attività produttive, anche lui riformista. Forte del risultato elettorale (oltre 13mila preferenze), potrebbe restare in giunta o assumere un ruolo da sottosegretario alla Presidenza, figura che Giani vorrebbe introdurre per valorizzare competenze esperte e bilanciare gli equilibri interni.
SCHLEINIANI IN PARTENZA: BONI E L'EFFETTO DOMINO
L'area Schlein rivendica almeno tre posti su quattro nella quota Pd. Tra i nomi in ascesa c'è Filippo Boni, intellettuale dem aretino con oltre 11mila voti. La sua nomina, però, provocherebbe l'ingresso in Consiglio della sindaca di Lucignano, Roberta Casini, fedelissima di Giani. Dilemma non secondario, visto il rapporto di fiducia tra i due.
ALLEATI: UNO PER AVS, UNO PER M5S, UNO PER I SINDACATI
ALLEATI: UNO PER AVS, UNO PER M5S, UNO PER I SINDACATI
Nel mosaico del “campo largo” tre caselle sono riservate agli alleati. Per AVS, la scelta sembra premiare i Verdi, che hanno eletto due consiglieri. In pole c'è Diletta Fallani (Livorno), che garantirebbe anche la rappresentanza della costa. Ma non è da escludere Massimiliano Ghimenti (sindaco di Calci) o il nome politicamente più forte, Lorenzo Falchi, sindaco di Sesto Fiorentino, premiato da oltre 15mila preferenze.
Per il Movimento 5 Stelle, il nome sicuro è quello di Irene Galletti, storica oppositrice nella scorsa legislatura. Per lei si profila una delega all'Ambiente, in coerenza con i temi del movimento.
La terza casella “extra Pd” potrebbe toccare a un profilo sindacale. In pole position c'è il segretario toscano della Cgil, Rossano Rossi, sondato direttamente dal presidente. Se Rossi dovesse rifiutare, non si esclude che la rappresentanza sindacale venga garantita da un nome interno al Pd, magari dello stesso empolese.
GLI ESCLUSI ECCELLENTI: NARDINI, MAZZEO, SPINELLI
Per il Movimento 5 Stelle, il nome sicuro è quello di Irene Galletti, storica oppositrice nella scorsa legislatura. Per lei si profila una delega all'Ambiente, in coerenza con i temi del movimento.
La terza casella “extra Pd” potrebbe toccare a un profilo sindacale. In pole position c'è il segretario toscano della Cgil, Rossano Rossi, sondato direttamente dal presidente. Se Rossi dovesse rifiutare, non si esclude che la rappresentanza sindacale venga garantita da un nome interno al Pd, magari dello stesso empolese.
GLI ESCLUSI ECCELLENTI: NARDINI, MAZZEO, SPINELLI
Chi rischia seriamente di restare fuori dalla giunta sono Alessandra Nardini e Antonio Mazzeo, il tandem pisano che si è neutralizzato a vicenda, penalizzati anche dai rapporti poco fluidi con Giani. Pisa, però, sarà comunque rappresentata da Galletti (M5S) o da un esponente AVS.
Serena Spinelli, già assessora, pare defilata, mentre Gianni Lorenzetti, eletto nel listino bloccato, potrebbe restare fuori per garantire equilibri territoriali, in particolare con l'area lucchese dove Giani ha già altri referenti.
UNDER 35 IN GIOCO: DIKA, SOTTOSEGRETARIO O JOLLY
Serena Spinelli, già assessora, pare defilata, mentre Gianni Lorenzetti, eletto nel listino bloccato, potrebbe restare fuori per garantire equilibri territoriali, in particolare con l'area lucchese dove Giani ha già altri referenti.
UNDER 35 IN GIOCO: DIKA, SOTTOSEGRETARIO O JOLLY
Sorpresa del voto, Bernard Dika, giovanissimo pistoiese vicino a Giani, potrebbe trovare spazio come sottosegretario, oppure in un ruolo più politico. Il suo profilo è quello di un giovane “pontiere” tra le correnti Pd, ma non è detto che entri in giunta al primo giro.
8 NOMI, 100 EQUILIBRI
8 NOMI, 100 EQUILIBRI
La giunta sarà composta da otto assessori, metà Pd e metà espressione delle forze alleate o della società civile. Giani ha dichiarato di volersi prendere un mese per chiudere il cerchio, ma il lavoro è già iniziato.
Tra le priorità, oltre alla tenuta della maggioranza, anche il varo del bilancio regionale. Il vero collante del puzzle, ancora una volta, sarà il presidente stesso: mediatore, alchimista, stratega. Come ha detto lui stesso: «La sintesi la troverò io».
Tra le priorità, oltre alla tenuta della maggioranza, anche il varo del bilancio regionale. Il vero collante del puzzle, ancora una volta, sarà il presidente stesso: mediatore, alchimista, stratega. Come ha detto lui stesso: «La sintesi la troverò io».