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"Empoli, sicurezza e coerenza: quando a chiedere "leggi dure" è il sindaco di centrosinistra"

17-11-2025 11:04 - Politica
Dai Giovani di Fratelli d'Italia, a firma Cosimo Carriero (capogruppo in consiglio comunale a Empoli per Fdi) riceviamo - e volentieri pubblichiamo - questo comunicato sulla recente vicenda dell'aggressione del volontario della Misericordia da parte di un utente della mensa Emmaus.
L'aggressione brutale subita da Antonio, volontario 84enne della Misericordia di Empoli, ha colpito nel profondo tutta la nostra comunità. Un uomo che da decenni dedica il proprio tempo agli altri oggi è ricoverato in ospedale, operato, in prognosi riservata, dopo essere stato preso a pugni e calci in strada da un senzatetto, cittadino straniero, noto in zona e abituale frequentatore della mensa della Misericordia.

Prima di qualsiasi riflessione politica, vengono il rispetto e la vicinanza: ad Antonio, alla sua famiglia, alla Misericordia di Empoli e a tutti i volontari che ogni giorno, spesso in silenzio, reggono pezzi fondamentali del nostro welfare comunitario.

Colpisce, però, il passaggio del post del sindaco Alessio Mantellassi, che su Facebook ha scritto: "Questo fatto è inaccettabile, chiediamo che la giustizia faccia il suo corso e che chi ha commesso reati non rimanga impunito. Servono leggi dure che, con velocità, fermino e puniscano chi fa reati. Noi sui territori chiediamo interventi rapidi e certezza della pena", e la domanda che ne consegue è inevitabile: quando a chiedere leggi più severe, certezza della pena, rimpatri per chi delinque è un governo di centrodestra, da sinistra si alza immediatamente il coro delle accuse: "fascismo", "ossessione securitaria", "politica della paura"; se però a parlare di "leggi dure" è un esponente del centrosinistra, sindaco di una città amministrata da decenni dal medesimo schieramento, di cosa dovremmo parlare? Di vetero-stalinismo? Di improvvisa conversione all'"emergenza sicurezza"?

La verità è più semplice: quando la realtà bussa alla porta con episodi drammatici come quello accaduto ad Antonio, cade la patina dell'ideologia e resta un fatto nudo e crudo: senza regole chiare, controlli efficaci e pene certe, la sicurezza non è garantita.

Noi non siamo interessati a fare la gara del "chi è più duro", ma una cosa va detta con chiarezza: la sicurezza non è né di destra né di sinistra. È un diritto dei cittadini e un dovere delle istituzioni, non è una bandiera di parte.

Per questo parlare oggi di leggi severe, di certezza della pena, di interventi rapidi è giusto. Ma diventa credibile solo se accompagnato da coerenza: quando è il governo nazionale di centrodestra a proporre norme più stringenti su espulsioni, reati commessi da stranieri irregolari, centri per il rimpatrio in tutte le regioni – Toscana compresa – sulla base di una legge scritta da esponenti del PD come Minniti e Orlando durante il governo Gentiloni, non si può gridare sistematicamente al "regime".

Poi, a tragedia avvenuta "in casa", scoprire all'improvviso che forse servono davvero strumenti più incisivi.

Non si può essere garantisti solo quando conviene e giustizialisti a corrente alternata a seconda di come tira il vento dei social: basta ambiguità.

Nel caso di Empoli, parliamo – secondo quanto riportato dagli organi di stampa – di un senzatetto, cittadino straniero di origine nigeriana, già conosciuto in zona, ora sottoposto a fermo per tentato omicidio.

Qui la questione non è la nazionalità in sé, che non è mai un reato, ma un dato di realtà che la politica ha il dovere di affrontare senza ipocrisie: chi commette reati sul nostro territorio, italiano o straniero che sia, deve essere perseguito con rigore; se è straniero e per di più in condizione di irregolarità o marginalità estrema, deve essere attivato con serietà l'iter di espulsione e rimpatrio, una volta accertate le responsabilità penali, compatibilmente con le garanzie di legge.

Da anni diciamo che accoglienza non può significare abbandono, degrado, insediamenti informali, persone senza documenti o senza un percorso reale di integrazione che gravitano in certe zone delle città, spesso nei pressi delle stazioni, dei centri caritatevoli, delle strutture di assistenza.

Quando lo diciamo noi, ci viene rinfacciata la "criminalizzazione dei poveri". Poi, quando succede l'irreparabile, tutti ammettono che "qualcosa non ha funzionato".

Ecco, quel "qualcosa" si chiama mancanza di scelte chiare: controlli seri, gestione rigorosa dei flussi, zero tolleranza verso chi, da ospite, pensa di potersi permettere di colpire impunemente i più fragili e chi li aiuta.

Come Gioventù Nazionale Empoli e come gruppo consiliare di Fratelli d'Italia non ci interessa dire "lo avevamo detto".

Ci interessa che: attorno ad Antonio si stringa la città, senza distinguo di appartenenza politica; si riconosca che l'area della stazione e della mensa Emmaus è da tempo una zona critica, dove il tema del degrado e della sicurezza non può essere derubricato a semplice percezione; il Comune faccia la sua parte con atti concreti, non solo con post indignati: più coordinamento con Prefettura e forze dell'ordine per controlli mirati e costanti; pieno utilizzo degli strumenti normativi a disposizione dei sindaci (daspo urbano, ordinanze, regolamenti di polizia urbana); sostegno reale alle realtà del volontariato, che non possono essere lasciate sole in prima linea.

Sul piano politico, chiediamo una cosa semplice: coerenza.

Se oggi anche il sindaco Mantellassi invoca "leggi dure" e "certezza della pena", allora lo diciamo chiaramente: benvenuto nel campo di chi considera la sicurezza una priorità e non uno slogan da usare solo quando succede il peggio sotto casa.

Ma questo comporta una conseguenza: non si potrà più accusare il centrodestra di "fascismo" ogni volta che chiede più sicurezza, più controlli, più rimpatri per chi delinque. Perché sono esattamente le stesse cose che, nero su bianco, oggi chiede il sindaco di Empoli.

Da empolese, prima ancora che da esponente politico, sento il dovere di dire una cosa:
non possiamo permetterci che un volontario di 84 anni finisca massacrato di botte in strada per aver dedicato la sua vita agli altri, senza che questo diventi uno spartiacque reale nelle scelte di chi governa la città.

A chi è al governo di Empoli chiediamo meno propaganda e più coraggio nelle decisioni.
Al governo nazionale di centrodestra continueremo a dare tutto il nostro sostegno perché si vada avanti sulla strada della certezza della pena, dei rimpatri per chi delinque, del contrasto al degrado.

Ad Antonio va il nostro abbraccio, la nostra preghiera e l'impegno che questa tragedia non sia archiviata come un "triste fatto di cronaca", ma come il momento in cui Empoli ha deciso, finalmente, di mettere la sicurezza dei cittadini e la tutela di chi fa volontariato al centro dell'agenda politica, senza più doppi standard né comode amnesie ideologiche.