Fdi: "Via dei Cappuccini e via Cantino Cantini simbolo di un modello fallito"
29-07-2025 14:11 - Politica
Fratelli d'Italia Empoli interviene con fermezza sul tema della sicurezza urbana, rilanciando le considerazioni del Capogruppo Consiliare Cosimo Carriero in merito alla grave situazione di degrado che interessa la zona di via dei Cappuccini e via Cantino Cantini, oggetto di un recente furto denunciato da un cittadino sulla stampa locale.
"L'ennesimo episodio di furto nella zona di Ponzano, tra via dei Cappuccini e via Cantino Cantini, denunciato da un cittadino sulla stampa locale con un amaro e preoccupante intervento, non può più essere considerato un fatto isolato o emergenziale. È, semmai, la cronaca ordinaria di un degrado urbano strutturale che riguarda quella zona della città, che Fratelli d'Italia ha più volte denunciato, e che trova conferma quotidiana nei racconti – sempre più numerosi – di residenti che si sentono abbandonati.
Seguendo l'intervento del cittadino, si continua a parlare di spaccio a cielo aperto, siringhe gettate sui marciapiedi, furti meticolosamente pianificati, gruppi che osservano i movimenti degli abitanti per colpire con precisione chirurgica: questa è la realtà di molte zone della città, tra cui quella di Ponzano e via Cantino Cantini, che appare del tutto priva di controllo, prevenzione e decoro urbano.
Abbiamo presentato due interrogazioni formali al sindaco e all'assessore alla sicurezza. Le risposte sono state, come spesso accade, ripetitive, elusive e sature di buoni propositi, senza che ne seguissero azioni tangibili o un vero piano operativo.
Eppure, l'Amministrazione ha dimostrato di saper intervenire altrove. In aree come il parco Mariambini o il parco della Rimembranza si sono visti interventi di riqualificazione, vigilanza e valorizzazione urbana. Operazioni che, sebbene apprezzabili, sottolineano per contrasto l'abbandono di altre zone: a Ponzano, ad esempio, l'assessore alla sicurezza – solitamente molto attivo in sopralluoghi pubblicizzati con fotografo al seguito – non si è mai visto. Un'assenza che non è solo simbolica, ma profondamente politica.
A questo si aggiunge il paradosso della videosorveglianza, spesso invocata come panacea di tutti i mali. Ma le telecamere, da sole, non bastano: se non esistono operatori qualificati, capaci di analizzare le immagini, comprenderne il contesto e attivare interventi concreti, il sistema di videosorveglianza si riduce a un oggetto tecnologico passivo con relative finalità preventive, utile soltanto dopo che il reato è stato commesso. Come è noto, i delinquenti ormai sanno dove sono le telecamere, e si camuffano o evitano le zone coperte, eludendo con facilità controlli inefficaci. È la conferma che tecnologia senza strategia equivale a inefficienza.
Il vero nodo resta quello strutturale: Empoli non è assimilabile agli altri Comuni dell'Unione, né per dimensione, né per complessità sociale e urbanistica. Tuttavia, continua a operare con un assetto di polizia municipale pensato per contesti più piccoli, senza un organico adeguato, senza una visione d'insieme, senza un'autonomia gestionale degna di una città capofila.
È cosa nota che, a Empoli, prima dell'Unione, la polizia municipale ha avuto anche 40 addetti, mentre oggi, a pieno regime, ne ha solo 14, numero ulteriormente ridotto in questo momento di ferie estive di cui il personale deve giustamente usufruire come ogni lavoratore.
È giunto il momento, con coraggio e senso di responsabilità, di ripensare il ruolo di Empoli all'interno dell'Unione dei Comuni, perlomeno per quanto riguarda il comparto della polizia municipale. Le grandi città italiane – anche medie per dimensione: pensiamo alle vicine Scandicci, Sesto Fiorentino e Campi Bisenzio, Prato – si stanno dotando di corpi di polizia locale numerosi, ben formati e con reparti specializzati nel contrasto al degrado urbano, allo spaccio, alle baby gang, all'abusivismo. In alcuni contesti, le competenze e le attrezzature delle polizie municipali sono ormai paragonabili a quelle delle forze statali. Empoli, invece, sembra voler rimanere in una zona grigia, senza ambizione, senza investimento, senza un progetto.
Parlare di "sicurezza integrata" senza uomini, mezzi, coordinamento e visione è solo propaganda. Fratelli d'Italia ribadisce l'urgenza di istituire una figura di "delegato alla sicurezza" con competenze tecniche, esperienza operativa e autonomia decisionale – come lo stesso programma elettorale del sindaco Mantellassi inizialmente prevedeva. Una figura che affianchi l'assessore, il cui profilo appare più orientato alle politiche sociali, e che possa garantire un governo coerente e professionale della sicurezza urbana.
Lo prevede, come più volte detto, anche il Decreto Minniti del 2017, che affida ai sindaci responsabilità dirette in materia di contrasto al degrado urbano e alla microcriminalità. A Empoli, però, queste responsabilità vengono affrontate con un approccio passivo, burocratico e spesso autoassolutorio.
Non si può poi non menzionare il caso ormai emblematico dei cani antidroga della polizia municipale: oggetto di grande enfasi nelle conferenze stampa, ma del tutto assenti sul campo, proprio nei luoghi dove lo spaccio si consuma alla luce del sole. Più che un servizio operativo, sembrano un'operazione di marketing, o come dice con malcelato sarcasmo qualche addetto ai lavori... altre due bocche da sfamare con i soldi pubblici.
Fratelli d'Italia continuerà a incalzare con fermezza la giunta comunale, perché la sicurezza non è una bandiera da sventolare nelle campagne elettorali, ma un diritto costituzionale da garantire ogni giorno con serietà, continuità e responsabilità.
Pattugliamenti reali, videosorveglianza gestita da personale qualificato, bonifica delle aree a rischio, presidi fissi e un progetto urbano che includa anche le periferie: sono questi i pilastri di una sicurezza autentica. Empoli deve decidere se vuole stare al passo con le città che si rinnovano o continuare a gestire la sicurezza come se fossimo fermi agli anni Novanta".
Fonte: Ufficio stampa
"L'ennesimo episodio di furto nella zona di Ponzano, tra via dei Cappuccini e via Cantino Cantini, denunciato da un cittadino sulla stampa locale con un amaro e preoccupante intervento, non può più essere considerato un fatto isolato o emergenziale. È, semmai, la cronaca ordinaria di un degrado urbano strutturale che riguarda quella zona della città, che Fratelli d'Italia ha più volte denunciato, e che trova conferma quotidiana nei racconti – sempre più numerosi – di residenti che si sentono abbandonati.
Seguendo l'intervento del cittadino, si continua a parlare di spaccio a cielo aperto, siringhe gettate sui marciapiedi, furti meticolosamente pianificati, gruppi che osservano i movimenti degli abitanti per colpire con precisione chirurgica: questa è la realtà di molte zone della città, tra cui quella di Ponzano e via Cantino Cantini, che appare del tutto priva di controllo, prevenzione e decoro urbano.
Abbiamo presentato due interrogazioni formali al sindaco e all'assessore alla sicurezza. Le risposte sono state, come spesso accade, ripetitive, elusive e sature di buoni propositi, senza che ne seguissero azioni tangibili o un vero piano operativo.
Eppure, l'Amministrazione ha dimostrato di saper intervenire altrove. In aree come il parco Mariambini o il parco della Rimembranza si sono visti interventi di riqualificazione, vigilanza e valorizzazione urbana. Operazioni che, sebbene apprezzabili, sottolineano per contrasto l'abbandono di altre zone: a Ponzano, ad esempio, l'assessore alla sicurezza – solitamente molto attivo in sopralluoghi pubblicizzati con fotografo al seguito – non si è mai visto. Un'assenza che non è solo simbolica, ma profondamente politica.
A questo si aggiunge il paradosso della videosorveglianza, spesso invocata come panacea di tutti i mali. Ma le telecamere, da sole, non bastano: se non esistono operatori qualificati, capaci di analizzare le immagini, comprenderne il contesto e attivare interventi concreti, il sistema di videosorveglianza si riduce a un oggetto tecnologico passivo con relative finalità preventive, utile soltanto dopo che il reato è stato commesso. Come è noto, i delinquenti ormai sanno dove sono le telecamere, e si camuffano o evitano le zone coperte, eludendo con facilità controlli inefficaci. È la conferma che tecnologia senza strategia equivale a inefficienza.
Il vero nodo resta quello strutturale: Empoli non è assimilabile agli altri Comuni dell'Unione, né per dimensione, né per complessità sociale e urbanistica. Tuttavia, continua a operare con un assetto di polizia municipale pensato per contesti più piccoli, senza un organico adeguato, senza una visione d'insieme, senza un'autonomia gestionale degna di una città capofila.
È cosa nota che, a Empoli, prima dell'Unione, la polizia municipale ha avuto anche 40 addetti, mentre oggi, a pieno regime, ne ha solo 14, numero ulteriormente ridotto in questo momento di ferie estive di cui il personale deve giustamente usufruire come ogni lavoratore.
È giunto il momento, con coraggio e senso di responsabilità, di ripensare il ruolo di Empoli all'interno dell'Unione dei Comuni, perlomeno per quanto riguarda il comparto della polizia municipale. Le grandi città italiane – anche medie per dimensione: pensiamo alle vicine Scandicci, Sesto Fiorentino e Campi Bisenzio, Prato – si stanno dotando di corpi di polizia locale numerosi, ben formati e con reparti specializzati nel contrasto al degrado urbano, allo spaccio, alle baby gang, all'abusivismo. In alcuni contesti, le competenze e le attrezzature delle polizie municipali sono ormai paragonabili a quelle delle forze statali. Empoli, invece, sembra voler rimanere in una zona grigia, senza ambizione, senza investimento, senza un progetto.
Parlare di "sicurezza integrata" senza uomini, mezzi, coordinamento e visione è solo propaganda. Fratelli d'Italia ribadisce l'urgenza di istituire una figura di "delegato alla sicurezza" con competenze tecniche, esperienza operativa e autonomia decisionale – come lo stesso programma elettorale del sindaco Mantellassi inizialmente prevedeva. Una figura che affianchi l'assessore, il cui profilo appare più orientato alle politiche sociali, e che possa garantire un governo coerente e professionale della sicurezza urbana.
Lo prevede, come più volte detto, anche il Decreto Minniti del 2017, che affida ai sindaci responsabilità dirette in materia di contrasto al degrado urbano e alla microcriminalità. A Empoli, però, queste responsabilità vengono affrontate con un approccio passivo, burocratico e spesso autoassolutorio.
Non si può poi non menzionare il caso ormai emblematico dei cani antidroga della polizia municipale: oggetto di grande enfasi nelle conferenze stampa, ma del tutto assenti sul campo, proprio nei luoghi dove lo spaccio si consuma alla luce del sole. Più che un servizio operativo, sembrano un'operazione di marketing, o come dice con malcelato sarcasmo qualche addetto ai lavori... altre due bocche da sfamare con i soldi pubblici.
Fratelli d'Italia continuerà a incalzare con fermezza la giunta comunale, perché la sicurezza non è una bandiera da sventolare nelle campagne elettorali, ma un diritto costituzionale da garantire ogni giorno con serietà, continuità e responsabilità.
Pattugliamenti reali, videosorveglianza gestita da personale qualificato, bonifica delle aree a rischio, presidi fissi e un progetto urbano che includa anche le periferie: sono questi i pilastri di una sicurezza autentica. Empoli deve decidere se vuole stare al passo con le città che si rinnovano o continuare a gestire la sicurezza come se fossimo fermi agli anni Novanta".
UFFICIO STAMPA FRATELLI D'ITALIA EMPOLI
COSIMO CARRIERO
Consigliere Capogruppo Fratelli d'Italia - Empoli
Presidente Gioventù Nazionale - Empoli
COSIMO CARRIERO
Consigliere Capogruppo Fratelli d'Italia - Empoli
Presidente Gioventù Nazionale - Empoli
Fonte: Ufficio stampa