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Il Movimento Clara: lavoro stabile per educatori ed educatrici dei servizi scolastici

18-11-2025 11:47 - Cronaca
Le occupazioni che stanno attraversando progressivamente tutte le scuole di Empoli stanno portando alla luce una contraddizione che coinvolge ogni giorno le educatrici e gli educatori dei servizi scolastici. Queste figure, fondamentali all'interno delle classi, affiancando gli insegnanti nel processo educativo, si trovano a lavorare con diritti e condizioni lavorative nettamente peggiori rispetto agli altri operatori del settore. In particolare, il loro lavoro è esternalizzato alle cooperative, il che comporta una serie di problematiche legate alla precarietà, alla scarsa retribuzione e all’assenza di tutele.

Una delle principali difficoltà che emergono è legata alla gestione delle ore di lavoro in caso di chiusura delle scuole per occupazione. Mentre gli insegnanti continuano a percepire il loro stipendio anche in queste circostanze, le educatrici e gli educatori esternalizzati perdono non solo ore di lavoro, ma anche parte del loro salario. Questo rappresenta una forma di ingiustizia, che colpisce direttamente il reddito di chi svolge un ruolo educativo essenziale, ma che spesso viene trattato come "secondario" nel sistema scolastico. Un'altra problematica riguarda l'assenza degli alunni: mentre per gli insegnanti questa situazione non comporta perdite economiche, le educatrici non vengono retribuite nemmeno in questi casi, aumentando ulteriormente l’instabilità economica e professionale del loro lavoro.

Le cooperative che gestiscono i servizi, come COeSO e Geos, giustificano queste difficoltà parlando di scarsità di risorse e dell’impossibilità di sostenere il "rischio d’impresa". Ma, come sottolinea il Movimento Clara, è inaccettabile che il "rischio d’impresa" ricada interamente sulle lavoratrici e i lavoratori, che già si trovano a fronteggiare una condizione di precarietà e incertezze continue. Inoltre, queste stesse cooperative rivendicano una “funzione sociale” e chiedono ai loro dipendenti di farsi carico della crisi del sistema, utilizzando questa retorica per giustificare la precarietà, il continuo cambiamento delle scuole e le difficili condizioni di lavoro. La domanda che nasce spontanea è: come si può garantire continuità educativa a ragazzi fragili se le educatrici devono saltare da una scuola all’altra solo per raggiungere il monte ore necessario a garantire un salario dignitoso?

Il Movimento Clara denuncia che la retorica dell'unità, quando si afferma che "siamo tutti dalla stessa parte", diventa pura illusione quando, nella pratica, sono sempre le lavoratrici e i lavoratori a pagare il prezzo delle crisi. Le cooperative e il terzo settore in generale hanno assunto, negli anni, un ruolo ambiguo tra lo Stato e il mercato. Pur presentandosi come attori solidali e volontari, hanno in realtà svolto una funzione che ha consentito tagli alle spese nei servizi sociali, scaricando il peso di questi tagli sulle condizioni di lavoro delle educatrici e degli educatori. Il sistema, che dovrebbe garantire inclusione e qualità educativa, si trova ad essere compromesso dalla mancanza di risorse adeguate e dal trattamento ingiusto verso i lavoratori che vi operano.

Queste educatrici e questi educatori, che ricoprono un ruolo cruciale e delicato nell’inclusione scolastica, non chiedono altro che il riconoscimento dei propri diritti e una condizione di lavoro dignitosa. Eppure, ogni volta che avanzano richieste legittime, si trovano a fronteggiare risposte moralistiche, che impongono loro di "fare dei sacrifici", sacrifici che però ricadono sempre sulle spalle di chi lavora con impegno e dedizione. Questo mentre le risorse pubbliche continuano a essere spese in armamenti e altre priorità, mentre chi si occupa del benessere dei più vulnerabili viene lasciato in una condizione di incertezza e precarietà.

Il Movimento Clara chiede pubblicamente di non dimenticare questa realtà e di fare un passo avanti nella lotta per i diritti degli educatori e delle educatrici del nostro territorio. È fondamentale che la cittadinanza e le istituzioni prendano coscienza di quanto stia accadendo e sostengano chi lavora quotidianamente per garantire un'educazione di qualità a tutti i ragazzi, senza dover fare i conti con la precarietà e l'indifferenza delle istituzioni.

La situazione che vivono le educatrici e gli educatori delle scuole di Empoli è un esempio di come la crisi del sistema scolastico e dei servizi pubblici continui a riflettersi sulle spalle di chi lavora con impegno e passione per il bene della comunità. È ora di cambiare, di dare dignità a chi lavora nel settore educativo e di garantire a tutte e tutti il rispetto dei propri diritti.