Il Movimento riparte dall'assemblea permanente della Toscana
18-10-2025 09:25 - Politica
Questo appello è rivolto agli oltre 5.000 iscritti del Movimento 5 Stelle in Toscana: ci auguriamo che molti di loro, forse in silenzio, siano ancora in attesa di sentire finalmente parole come queste. I risultati elettorali delle elezioni Regionali nelle Marche, Calabria e, a urne ancora calde, in Toscana – dove il Movimento ha perso consenso e parte del suo elettorato si è rifugiato nell'astensione – confermano in modo impietoso che è successo un disastro elettorale.
Chiudiamo la analisi delle elezioni regionali con un commento sulla “paura della Destra incombente”, addotta non già da semplici attivisti digiuni di politica ma da personaggi di rilievo del Movimento per convincere i titubanti a votare “Sì” nella scelta se andare o meno in coalizione. Era evidente da sempre – e mai un sondaggio lo ha smentito- che almeno 10-15 punti percentuali avrebbero separato Giani da qualunque candidato della Destra. Alla prova dei fatti è infatti finita come doveva finire (53,92% contro 40,90%). La conclusione è a dir poco disarmante: si è perso addirittura metà dell'elettorato per un risultato acquisito in partenza ed il pericolo è che l'attivismo in Toscana tracolli data la delusione che serpeggia per come è stata gestita la questione Toscana sin dall'inizio del 2025.
Al di là, dunque, della retorica degli annunci, questi sono i numeri. In ben due assemblee regionali i territori si erano espressi negativamente, specialmente nei confronti della candidatura di Eugenio Giani, con ampio rilievo sulla stampa, Avevamo anche segnalato in tempi non sospetti i rischi ai Coordinatori territoriali con due documenti dettagliati, chiedendo loro il pieno rispetto dello Statuto, del Codice Etico e del Regolamento sulle candidature e la massima cautela nel procedere nella valutazione della situazione. Le nostre osservazioni, come le mozioni e gli avvertimenti provenienti dai Gruppi Territoriali, sono rimaste senza riscontro. Persino una diffida formale, inviata ai vertici del Movimento per segnalare anomalie e chiedere un confronto “in famiglia”, non ha avuto risposta concreta. Le procedure per la formazione delle liste sono apparse poco chiare e non pienamente trasparenti, con pluri-candidature non previste e candidature comunicate fuori termine.
Fonte: Ufficio stampa
Siamo attivisti ed iscritti M5S della Toscana, provenienti da varie province. Ci stiamo incontrando ed abbiamo deciso di coordinarci per portare avanti i valori ed i principi del Movimento mettendo a comune esperienze, competenze, conoscenze. Abbiamo capito che questa sinergia fra territori è ciò che è mancato sino ad ora e siamo decisi a portare avanti questa esperienza e di proporla a quanti si sentono abbandonati e delusi. Il confronto tra i risultati delle elezioni del 2020 e del 2025 in Toscana, poi, non lascia adito a dubbi. È una debacle in tutti i sensi, ma soprattutto per M5S. In una Toscana in cui le forze politiche riescono a portare alle urne solo il 47,73% (qualcosa meno di un cittadino su due) mentre nel 2020 la affluenza si era assestata al 62,60% (sei persone su dieci) il Movimento 5 Stelle praticamente si dimezza passando da 113.836 a 55.158 preferenze. Anche il PD perde, e parecchio. Da 536.116 preferenze nel 2020 scende a 437.313, perdendo il 22%. Gioiscono Fratoianni e Bonelli che, correndo separati nel 2020, avevano preso 75.334 preferenze mentre insieme ne hanno prese 89.064, guadagnando 13.730 preferenze.
Ma di più gioiscono a “casa Renzi” che si intesta un apparente guadagno di oltre il 50% dei consensi volando da 72.649 a 112.564 insieme a +Europa. A questo proposito viene il sospetto che il “boom” sia in realtà stato un effetto ottico dovuto al traino di Eugenio Giani, dato che non compariva neanche il simbolo di Italia Viva ma si trattava sostanzialmente di una lista civica a supporto del candidato presidente. Numeri alla mano, il “Campo Largo” che, se avesse concorso nel 2020, avrebbe potuto vantare 824.935 preferenze, ha raccolto 694.099 preferenze, lasciando quindi nel “Campo” 130.836 preferenze. Insomma, una situazione che stona con gli annunci di “grande successo” che abbiamo sentito dai portavoce ufficiali del Movimento.
Apparire come “doppiati” persino da Renzi è stato come una ciliegina sulla torta. Altro che “Campo Largo”! I numeri descrivono un campo molto più ristretto di quanto si fosse annunciato. La perdita di M5S e PD è di 184.481 preferenze mentre le altre due componenti hanno compensato solo 53.645 voti. Mancano all'appello 130.836 voti. La sorprendente Antonella Bundu che, con Toscana Rossa, ha raccolto 57.246 preferenze di lista e 16.076 voti personali per un totale di 72.322, rappresenta praticamente la somma dei tre contendenti alla sinistra del PD nel 2020 (Tommaso Fattori, Salvatore Catello e Marco Barzanti). Dove sono andati a finire quindi quelle 130.836 preferenze? Sono finite nella astensione, perché anche la Destra lascia sul campo delle vittime. Prima fra tutte la Lega di Salvini che tonfa lasciando sul campo la bellezza di 297.830 che non sono compensate dalla ottima performance di FDI che guadagna 121.037 preferenze. La Destra perde quindi qualcosa come 140.000 preferenze.
Chiudiamo la analisi delle elezioni regionali con un commento sulla “paura della Destra incombente”, addotta non già da semplici attivisti digiuni di politica ma da personaggi di rilievo del Movimento per convincere i titubanti a votare “Sì” nella scelta se andare o meno in coalizione. Era evidente da sempre – e mai un sondaggio lo ha smentito- che almeno 10-15 punti percentuali avrebbero separato Giani da qualunque candidato della Destra. Alla prova dei fatti è infatti finita come doveva finire (53,92% contro 40,90%). La conclusione è a dir poco disarmante: si è perso addirittura metà dell'elettorato per un risultato acquisito in partenza ed il pericolo è che l'attivismo in Toscana tracolli data la delusione che serpeggia per come è stata gestita la questione Toscana sin dall'inizio del 2025.
Al di là, dunque, della retorica degli annunci, questi sono i numeri. In ben due assemblee regionali i territori si erano espressi negativamente, specialmente nei confronti della candidatura di Eugenio Giani, con ampio rilievo sulla stampa, Avevamo anche segnalato in tempi non sospetti i rischi ai Coordinatori territoriali con due documenti dettagliati, chiedendo loro il pieno rispetto dello Statuto, del Codice Etico e del Regolamento sulle candidature e la massima cautela nel procedere nella valutazione della situazione. Le nostre osservazioni, come le mozioni e gli avvertimenti provenienti dai Gruppi Territoriali, sono rimaste senza riscontro. Persino una diffida formale, inviata ai vertici del Movimento per segnalare anomalie e chiedere un confronto “in famiglia”, non ha avuto risposta concreta. Le procedure per la formazione delle liste sono apparse poco chiare e non pienamente trasparenti, con pluri-candidature non previste e candidature comunicate fuori termine.
Non si tratta di malcontento personale, ma di una questione politica e di metodo: la partecipazione dal basso, principio cardine del Movimento, è stata sostituita da decisioni calate dall'alto e da un coinvolgimento solo formale dei territori. Molti gruppi locali, di fronte a questo scenario, hanno scelto di non presentare candidature come segnale di dissenso e tantissimi sostenitori si sono rifugiati nell'astensione. Prova ne è il fatto che sono calate drasticamente sia le schede bianche (da 51.880 a 12.014) che quelle nulle (da 40.594 a 27.768). L'alleanza con il PD e con Eugenio Giani – giudicata da molti incompatibile con l'identità del Movimento – ha evidenziato tutte le criticità di un “Campo Largo” imposto e accelerato, privo di un reale confronto con gli attivisti e di una visione condivisa. Intanto la stampa toscana riporta posizioni contrastanti del Partito Democratico su temi cruciali come l'Aeroporto di Peretola e la gestione dell'acqua, in aperta contraddizione con quanto concordato con il candidato Presidente. Ombre che si sono addensate su una coalizione fragile, ancora prima del voto. Non chiediamo capri espiatori, ma un'assunzione di responsabilità politica da parte di chi ha ignorato i segnali dei territori. Ora, a disastro compiuto, ne tragga le dovute conseguenze.
La Toscana ha bisogno ora di un coordinamento che valorizzi competenze e proposte locali, non di direttive calate dall'alto. L'ex sindaca di Torino Chiara Appendino è intervenuta per ampliare la conversazione sullo scarso radicamento del Movimento sul territorio: dal suo punto di vista vanno riconsiderate sia le priorità interne al partito, sia l'opportunità di consolidare il rapporto con il PD. Chiara Appendino ha minacciato le proprie dimissioni all'assemblea dei gruppi andata in scena martedì sera per commentare l'esito delle regionali in Toscana. La vicepresidente del Movimento 5 stelle ha messo sul piatto il passo indietro dopo che, riferiscono fonti che hanno assistito allo scambio, «il clima verteva nell'autoassolutorio».
Attendiamo, alla luce anche di quest'ultima notizia, un analogo atto di responsabilità da parte dell'altra vicepresidente, Paola Taverna, e da parte della direzione nazionale, in particolare riguardo alla gestione della vicenda toscana. A fronte di tutta questa situazione, moltissimi attivisti toscani stanno finalmente ritrovando il coraggio di incontrarsi, di discutere, di costruire insieme. Vogliamo dare vita a una comunità che si ispiri all'articolo 49 della Costituzione –“Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale” – e che ridia voce a chi non vuole abbandonare il Movimento ma contribuire a rigenerarlo dal basso.
Invitiamo attivisti ed iscritti che si ritrovano in queste parole ad unirsi a noi in quella che stiamo organizzando come una “Assemblea Permanentemente Convocata della Toscana”, che inizierà in forma virtuale ma che potrà presto tradursi in un incontro reale in una località toscana.
L'obiettivo è costruire una comunità che rivendichi la funzione di coordinamento mai esercitata da chi poteva e doveva convogliare, coordinare e valorizzare le energie del territorio.
L'obiettivo è costruire una comunità che rivendichi la funzione di coordinamento mai esercitata da chi poteva e doveva convogliare, coordinare e valorizzare le energie del territorio.
Gruppo di Attivisti e Iscritti del Movimento 5 Stelle della Toscana “RINASCITA”
Fonte: Ufficio stampa