Il sì al referendum di domenica arriva anche dal Csa Intifada
06-11-2025 08:20 - Politica
Domenica 9 novembre, dalle 8 alle 23, i cittadini e le cittadine di Empoli saranno chiamati alle urne per esprimersi sulla costituzione della Multiutility dei servizi pubblici locali. Il referendum, richiesto da quasi quattromila firme di residenti empolesi, chiede di abrogare la delibera del Consiglio comunale approvata nell’ottobre 2022, con la quale il Comune aveva aderito al progetto di una holding di servizi.
La delibera oggetto del voto prevede la fusione per incorporazione di Consiag S.p.A., Acqua Toscana S.p.A. e Puliservizi S.p.A. in Alia S.p.A., dando vita a una società capogruppo (holding) per la gestione delle partecipazioni in una Multiutility dei servizi essenziali – energia, acqua e rifiuti – con l’obiettivo di una futura quotazione in borsa.
Contro questa prospettiva si schierano i Cobas ATI e il CSA Intifada – Comunità in Resistenza, che invitano la cittadinanza a votare Sì al referendum per abrogare la delibera. «Siamo convinti – si legge nel comunicato – che i servizi essenziali debbano restare pubblici. La loro funzione deve essere quella di garantire qualità e accesso a tutti, non di generare profitti per pochi».
I promotori del Sì richiamano inoltre il precedente dei referendum del 2011, quando il 95% dei votanti, con un’affluenza del 55%, si espresse a favore dell’acqua come bene pubblico. «È possibile – si chiedono – che ciclicamente si tenti di sovvertire quel chiaro volere popolare?»
Non manca la critica alla decisione del Consiglio comunale di non accorpare la consultazione alle recenti elezioni regionali, scelta che – secondo i promotori – potrebbe pesare sull’affluenza. «Non sarà facile portare la gente alle urne – affermano – in un momento di crescente sfiducia verso la politica, come dimostrano i dati delle ultime regionali, dove in Toscana ha votato meno del 50% degli aventi diritto».
Nonostante le difficoltà, Cobas e CSA Intifada ribadiscono l’importanza di partecipare al voto: «Nei referendum la scelta è diretta, non c’è delega: o Sì o No». E concludono: «La battaglia contro lo smantellamento dei servizi pubblici continuerà comunque, nelle piazze, nelle scuole e nei luoghi di lavoro».
La delibera oggetto del voto prevede la fusione per incorporazione di Consiag S.p.A., Acqua Toscana S.p.A. e Puliservizi S.p.A. in Alia S.p.A., dando vita a una società capogruppo (holding) per la gestione delle partecipazioni in una Multiutility dei servizi essenziali – energia, acqua e rifiuti – con l’obiettivo di una futura quotazione in borsa.
Contro questa prospettiva si schierano i Cobas ATI e il CSA Intifada – Comunità in Resistenza, che invitano la cittadinanza a votare Sì al referendum per abrogare la delibera. «Siamo convinti – si legge nel comunicato – che i servizi essenziali debbano restare pubblici. La loro funzione deve essere quella di garantire qualità e accesso a tutti, non di generare profitti per pochi».
I promotori del Sì richiamano inoltre il precedente dei referendum del 2011, quando il 95% dei votanti, con un’affluenza del 55%, si espresse a favore dell’acqua come bene pubblico. «È possibile – si chiedono – che ciclicamente si tenti di sovvertire quel chiaro volere popolare?»
Non manca la critica alla decisione del Consiglio comunale di non accorpare la consultazione alle recenti elezioni regionali, scelta che – secondo i promotori – potrebbe pesare sull’affluenza. «Non sarà facile portare la gente alle urne – affermano – in un momento di crescente sfiducia verso la politica, come dimostrano i dati delle ultime regionali, dove in Toscana ha votato meno del 50% degli aventi diritto».
Nonostante le difficoltà, Cobas e CSA Intifada ribadiscono l’importanza di partecipare al voto: «Nei referendum la scelta è diretta, non c’è delega: o Sì o No». E concludono: «La battaglia contro lo smantellamento dei servizi pubblici continuerà comunque, nelle piazze, nelle scuole e nei luoghi di lavoro».






