Il Tar dà ragione al Comune sull'antenna di via delle Chiassatelle
14-07-2025 20:15 - Primo piano
“Il ricorso va dichiarato inammissibile”. La prima sezione del Tar della Toscana ha emesso la sentenza relativa all'antenna della telefonia Iliad di via delle Chiassatelle che tante polemiche aveva suscitato quasi in concomitanza con le elezioni del 2024. Il gruppo di residenti che aveva presentato il ricorso contro Comune di Empoli, Arpat e Iliad se lo è visto respingere con annessa condanna al pagamento delle spese legali. L'udienza si è tenuta lo scorso 22 maggio e la sentenza è stata pubblicata proprio in questi giorni.
I proponenti il ricorso chiedevano l'annullamento dell'autorizzazione concessa da Comune di Empoli e Arpat per l'installazione di un nuovo impianto di telefonia mobile e, oltre a questo, dell'intero programma comunale degli impianti approvato nel 2021. In caso di accettazione del ricorso, si chiedeva anche la rimozione dell'antenna. Su cosa si basavano le richieste? L'installazione dell'antenna, a dire dei ricorrenti, compromette la visuale del centro storico degli immobili di proprietà, il tutto accompagnato da una serie di violazioni di articoli: mancata pubblicità dell'istanza di autorizzazione ad Iliad, omessa convocazione della conferenza dei servizi che avrebbe dovuto esaminare l'autorizzazione datata 29 gennaio 2024, violazione del regolamento comunale del 2021, violazione delle garanzie dei ricorrenti che non avrebbero avuto l'opportunità di rappresentare al Comune la presenza nell'area interessata di soggetti particolarmente sensibili alle onde elettromagnetiche come portatori di pacemaker o minori.
Difeso dall'avvocato Giacomo Muraca, il Comune di Empoli si è costituito in giudizio contestando l'ammissibilità del ricorso per carenza di un interesse dei ricorrenti che risiederebbero in immobili posti ad una distanza significativa dal manufatto e non avrebbero dimostrato l'esistenza di effettivi pregiudizi derivanti dalla realizzazione dell'opera contestata. Oltre a questo, il Comune ha eccepito l'inammissibilità del ricorso, confermando così la legittimità del proprio operato e dell'autorizzazione rilasciata. Iliad, da parte sua, ha anche rilevato la tardività del ricorso visto che i ricorrenti avrebbero acquisito piena contezza dell'intervento già a partire dall'apertura del cantiere e dall'apposizione del cartello.
Il Tar ha giudicato inammissibile il ricorso. “La parte ricorrente – si legge - ha indicato le distanze esistenti tra i propri immobili e il manufatto, ma non ha fornito documentazione idonea a dimostrare quale sia l'effettiva interazione tra tali beni e se l'antenna possa quindi ledere, anche solo potenzialmente, gli interessi dei singoli proprietari. Nel materiale prodotto non sono indicati i punti di ripresa delle singole foto, né è dato in altro modo comprendere da quale prospettiva siano state scattate. Questo comporta l'impossibilità di percepire l'effettiva collocazione dell'antenna e quindi l'incidenza sulla sfera giuridica dei singoli soggetti interessati”. Diversa la documentazione prodotta dal Comune che fornisce una rappresentazione puntuale e circostanziata dei luoghi e mette in evidenza la precisa dislocazione dell'antenna rispetto ai singoli immobili. “Il manufatto – recita la sentenza - per caratteristiche e ubicazione, non è tale da precludere la complessiva visione panoramica sui tetti della città”.
Una parte molto importante, ovvero il danno alla salute, è “presentato in termini assolutamente generici ed i ricorrenti non dimostrano la presenza di soggetti particolarmente fragili”. Per chiudere, irrilevante anche l'eventuale presenza di siti classificabili come sensibili in base al regolamento comunale per l'installazione delle antenne. “Tale circostanza – prosegue - non consentirebbe comunque di ritenere integrato un interesse personale dei ricorrenti che, come noto, è l'unico a poter trovare tutela nel processo amministrativo”.
Una sentenza del Tar può essere impugnata tramite appello al Consiglio di Stato, il grado di giudizio successivo. Staremo a vedere se sarà fatto o se questo può essere letto anche come atto finale, almeno della questione via delle Chiassatelle. Dal punto di vista politico è sicuramente un punto a favore dell'amministrazione comunale che, sulla questione antenne, si è spesa molto in incontri con la cittadinanza. Stando a quanto comunicato dal comitato stop 5G che proprio oggi è tornato a farsi sentire, proprio lunedì prossimo è in programma un incontro col sindaco Mantellassi in vista del consiglio comunale di mercoledì 23 luglio dove si discuterà dell'approvazione del piano. La sentenza del Tar sarà sicuramente un altro elemento sul tavolo.
I proponenti il ricorso chiedevano l'annullamento dell'autorizzazione concessa da Comune di Empoli e Arpat per l'installazione di un nuovo impianto di telefonia mobile e, oltre a questo, dell'intero programma comunale degli impianti approvato nel 2021. In caso di accettazione del ricorso, si chiedeva anche la rimozione dell'antenna. Su cosa si basavano le richieste? L'installazione dell'antenna, a dire dei ricorrenti, compromette la visuale del centro storico degli immobili di proprietà, il tutto accompagnato da una serie di violazioni di articoli: mancata pubblicità dell'istanza di autorizzazione ad Iliad, omessa convocazione della conferenza dei servizi che avrebbe dovuto esaminare l'autorizzazione datata 29 gennaio 2024, violazione del regolamento comunale del 2021, violazione delle garanzie dei ricorrenti che non avrebbero avuto l'opportunità di rappresentare al Comune la presenza nell'area interessata di soggetti particolarmente sensibili alle onde elettromagnetiche come portatori di pacemaker o minori.
Difeso dall'avvocato Giacomo Muraca, il Comune di Empoli si è costituito in giudizio contestando l'ammissibilità del ricorso per carenza di un interesse dei ricorrenti che risiederebbero in immobili posti ad una distanza significativa dal manufatto e non avrebbero dimostrato l'esistenza di effettivi pregiudizi derivanti dalla realizzazione dell'opera contestata. Oltre a questo, il Comune ha eccepito l'inammissibilità del ricorso, confermando così la legittimità del proprio operato e dell'autorizzazione rilasciata. Iliad, da parte sua, ha anche rilevato la tardività del ricorso visto che i ricorrenti avrebbero acquisito piena contezza dell'intervento già a partire dall'apertura del cantiere e dall'apposizione del cartello.
Il Tar ha giudicato inammissibile il ricorso. “La parte ricorrente – si legge - ha indicato le distanze esistenti tra i propri immobili e il manufatto, ma non ha fornito documentazione idonea a dimostrare quale sia l'effettiva interazione tra tali beni e se l'antenna possa quindi ledere, anche solo potenzialmente, gli interessi dei singoli proprietari. Nel materiale prodotto non sono indicati i punti di ripresa delle singole foto, né è dato in altro modo comprendere da quale prospettiva siano state scattate. Questo comporta l'impossibilità di percepire l'effettiva collocazione dell'antenna e quindi l'incidenza sulla sfera giuridica dei singoli soggetti interessati”. Diversa la documentazione prodotta dal Comune che fornisce una rappresentazione puntuale e circostanziata dei luoghi e mette in evidenza la precisa dislocazione dell'antenna rispetto ai singoli immobili. “Il manufatto – recita la sentenza - per caratteristiche e ubicazione, non è tale da precludere la complessiva visione panoramica sui tetti della città”.
Una parte molto importante, ovvero il danno alla salute, è “presentato in termini assolutamente generici ed i ricorrenti non dimostrano la presenza di soggetti particolarmente fragili”. Per chiudere, irrilevante anche l'eventuale presenza di siti classificabili come sensibili in base al regolamento comunale per l'installazione delle antenne. “Tale circostanza – prosegue - non consentirebbe comunque di ritenere integrato un interesse personale dei ricorrenti che, come noto, è l'unico a poter trovare tutela nel processo amministrativo”.
Una sentenza del Tar può essere impugnata tramite appello al Consiglio di Stato, il grado di giudizio successivo. Staremo a vedere se sarà fatto o se questo può essere letto anche come atto finale, almeno della questione via delle Chiassatelle. Dal punto di vista politico è sicuramente un punto a favore dell'amministrazione comunale che, sulla questione antenne, si è spesa molto in incontri con la cittadinanza. Stando a quanto comunicato dal comitato stop 5G che proprio oggi è tornato a farsi sentire, proprio lunedì prossimo è in programma un incontro col sindaco Mantellassi in vista del consiglio comunale di mercoledì 23 luglio dove si discuterà dell'approvazione del piano. La sentenza del Tar sarà sicuramente un altro elemento sul tavolo.
Marco Mainardi