Io, don Andrea Cristiani e il gol di Bianconi
03-10-2025 10:53 - Opinioni
di Gianni Assirelli
Nel 1997 l'Empoli di Spalletti giocava il campionato di serie A e io mi occupavo per la società azzurra del marketing e della comunicazione. Claudio Vanni della COOP chiede all'Empoli di dedicare una partita all'iniziativa “Il cuore si scioglie” e ci invita a cena in diocesi a San Miniato. All'Empoli non si è mai fatto a cazzotti per andare a queste cene, quindi tocca a me e, per non essere solo, viene anche mia moglie. In diocesi conosciamo questo sacerdote, Don Andrea Cristiani che ci spiega il Movimento Shalom, quello che stavano realizzando in Burkina Fasu: pozzi, scuole, ospedali e anche le loro adozioni a distanza. A fine serata, oltre alla promessa che avremmo dedicato una partita dell'Empoli al progetto, tornammo a casa, io e mia moglie, con una figlia adottata, a distanza, certo, ma adottata fino alla maggiore età permettendole di studiare e di avere un futuro. E così da quel giorno abbiamo continuato a fare, diventando sostenitori del Movimento Shalom in tutti modi, stregati dal fascino, dalle parole, dalla bontà di Don Andrea Cristiani che è diventato un amico di famiglia, confidente e confessore.
Questo è Don Andrea per la mia famiglia, ma non sarei io se non vi raccontassi un episodio divertente. La partita che l'Empoli dedicò al progetto “il cuore si scioglie” fu la famosa Empoli-Juventus, quella del non gol di Bianconi.
Nel 1997 l'Empoli di Spalletti giocava il campionato di serie A e io mi occupavo per la società azzurra del marketing e della comunicazione. Claudio Vanni della COOP chiede all'Empoli di dedicare una partita all'iniziativa “Il cuore si scioglie” e ci invita a cena in diocesi a San Miniato. All'Empoli non si è mai fatto a cazzotti per andare a queste cene, quindi tocca a me e, per non essere solo, viene anche mia moglie. In diocesi conosciamo questo sacerdote, Don Andrea Cristiani che ci spiega il Movimento Shalom, quello che stavano realizzando in Burkina Fasu: pozzi, scuole, ospedali e anche le loro adozioni a distanza. A fine serata, oltre alla promessa che avremmo dedicato una partita dell'Empoli al progetto, tornammo a casa, io e mia moglie, con una figlia adottata, a distanza, certo, ma adottata fino alla maggiore età permettendole di studiare e di avere un futuro. E così da quel giorno abbiamo continuato a fare, diventando sostenitori del Movimento Shalom in tutti modi, stregati dal fascino, dalle parole, dalla bontà di Don Andrea Cristiani che è diventato un amico di famiglia, confidente e confessore.
Questo è Don Andrea per la mia famiglia, ma non sarei io se non vi raccontassi un episodio divertente. La partita che l'Empoli dedicò al progetto “il cuore si scioglie” fu la famosa Empoli-Juventus, quella del non gol di Bianconi.
Prima della partita, con 20.000 persone già pigiate come sardine sugli spalti, c'è la cerimonia della manifestazione. Nel tunnel Don Andrea mi chiede se può salutare l'arbitro. Chiedo a Rodomonti e lui dà il permesso: insieme a Vanni entriamo nel loro spogliatoio e Don Andrea illustra gli scopi del Movimento Shalom, poi li saluta e usciamo. Chiusa la porta si volta verso di me e dice: “ma questo uomo è terrorizzato!”. Come andò la partita e quello che successe con tutte le polemiche che scaturirono, lo ricordate tutti. Per i più giovani o per gli anziani con poco memoria, la Juventus vinse 1-0, ma l'Empoli aveva pareggiato con un gol di Bianconi che non fu concesso dall'arbitro nonostante la palla fosse entrata in porta di almeno mezzo metro. Perché non fu concesso ho sempre pensato che Don Andrea lo sapesse, avendo letto nel cuore e nella mente dell'arbitro e forse le sue parole lo hanno “assolto”: sbagliò, ma non era in malafede, forse era solo un uomo solo e impaurito. Anche se lasci la parrocchia, continua a fare quello che hai sempre fatto caro Don Andrea, ne abbiamo bisogno.