L'Aned: l'8 marzo è la nostra giornata della Memoria
07-03-2025 11:01 - Cronaca
La sezione Empolese-Valdelsa dell'Aned ricorda gli scioperi del 1944 e la deportazione dei nostri concittadini nei lager tedeschi. Come ogni 8 marzo, la nostra sezione sarà presente alle manifestazioni ufficiali per ricordare una delle pagine più buie della storia della nostra città.
"L'8 marzo può essere considerata la nostra giornata della Memoria – spiega il presidente Roberto Bagnoli – è un momento fondamentale di trasmissione della memoria storica nel luogo simbolo che è la vetreria Taddei. Ogni anno ricordiamo in maniera tangibile e solenne una delle pagine più buie della nostra storia, nelle quali sono accadute atrocità inaudite. Vicende che ci hanno lasciato un patrimonio etico di enorme valore che appartiene alle società civili, democratiche e antifasciste del nostro tempo e che abbiamo il dovere di conservare e trasmettere, soprattutto ai giovani. La tragedia non finisce con la deportazione delle persone, ma anche con quello che vivono i familiari".
"La deportazione politica dalla Toscana – prosegue - ha visto il sacrificio di antifascisti e resistenti noti e meno noti. Gli arresti e le retate hanno avuto anche l'intenzione delle forze d'occupazione di creare, attraverso le deportazioni, un deterrente da possibili ulteriori azioni di lotta o resistenza civile, oltre a trasferire in massa manodopera da ridurre in schiavitù per l'industria bellica del terzo reich. Ad arrestare furono soprattutto italiani, cioè i militi della guardia nazionale repubblicana ed in molti casi è documentata anche la presenza di carabinieri. Questo ci dice l'alto grado di collaborazionismo da parte delle autorità fasciste, essenziale per la riuscita stessa della deportazione. Nel complesso concentrazionario di Mauthausen e nei suoi sottocampi di Gusen e Ebensee, destinazione della maggior parte dei deportati politici toscani, si determinò un'altissima mortalità per le condizioni così estreme da non far loro superare in media più otto mesi di sopravvivenza. In molti casi gli inabili al lavoro, dopo le selezioni, furono eliminati nelle camere a gas". "La memoria – conclude - è un patrimonio comune, di tutti noi, di tutti i cittadini, delle associazioni democratiche e antifasciste e soprattutto dei giovani. Ricordare significa assumere un impegno collettivo per contrastare ogni forma di discriminazione e intolleranza.
Eventi che ci prepariamo a vivere e che ci richiamano all'importanza di custodire i valori fondanti della nostra democrazia: libertà, giustizia e solidarietà".
Fonte: Ufficio stampa
"L'8 marzo può essere considerata la nostra giornata della Memoria – spiega il presidente Roberto Bagnoli – è un momento fondamentale di trasmissione della memoria storica nel luogo simbolo che è la vetreria Taddei. Ogni anno ricordiamo in maniera tangibile e solenne una delle pagine più buie della nostra storia, nelle quali sono accadute atrocità inaudite. Vicende che ci hanno lasciato un patrimonio etico di enorme valore che appartiene alle società civili, democratiche e antifasciste del nostro tempo e che abbiamo il dovere di conservare e trasmettere, soprattutto ai giovani. La tragedia non finisce con la deportazione delle persone, ma anche con quello che vivono i familiari".
"La deportazione politica dalla Toscana – prosegue - ha visto il sacrificio di antifascisti e resistenti noti e meno noti. Gli arresti e le retate hanno avuto anche l'intenzione delle forze d'occupazione di creare, attraverso le deportazioni, un deterrente da possibili ulteriori azioni di lotta o resistenza civile, oltre a trasferire in massa manodopera da ridurre in schiavitù per l'industria bellica del terzo reich. Ad arrestare furono soprattutto italiani, cioè i militi della guardia nazionale repubblicana ed in molti casi è documentata anche la presenza di carabinieri. Questo ci dice l'alto grado di collaborazionismo da parte delle autorità fasciste, essenziale per la riuscita stessa della deportazione. Nel complesso concentrazionario di Mauthausen e nei suoi sottocampi di Gusen e Ebensee, destinazione della maggior parte dei deportati politici toscani, si determinò un'altissima mortalità per le condizioni così estreme da non far loro superare in media più otto mesi di sopravvivenza. In molti casi gli inabili al lavoro, dopo le selezioni, furono eliminati nelle camere a gas". "La memoria – conclude - è un patrimonio comune, di tutti noi, di tutti i cittadini, delle associazioni democratiche e antifasciste e soprattutto dei giovani. Ricordare significa assumere un impegno collettivo per contrastare ogni forma di discriminazione e intolleranza.
Eventi che ci prepariamo a vivere e che ci richiamano all'importanza di custodire i valori fondanti della nostra democrazia: libertà, giustizia e solidarietà".
Fonte: Ufficio stampa