La Consulta delle Donne di Vinci: “A Gaza non è guerra, è sterminio. Serve un cessate il fuoco immediato”
06-06-2025 08:24 - Circondiario
“Non chiamiamola guerra. Questo è lo sterminio di un popolo.” Con queste parole la Consulta delle Donne del Comune di Vinci prende posizione sulla drammatica situazione nella Striscia di Gaza, lanciando un appello per un cessate il fuoco immediato e duraturo.
La denuncia prende spunto dalla tragica storia di Alaa Al Najjar, una pediatra dell’ospedale "Nasser" di Khan Younis, madre di dieci figli. Lo scorso 23 maggio, mentre era in servizio in ospedale, la dottoressa ha ricevuto le salme del marito e dei suoi bambini, vittime di un bombardamento. “Un incubo che nessuna madre, nessuna donna dovrebbe vivere,” scrive la Consulta.
Un dramma che, secondo l'organismo comunale, non è un caso isolato: “Cinquantamila famiglie, bambini, donne e uomini sono stati uccisi. E ogni giorno la conta delle vittime civili cresce.”
Nel documento, la Consulta sottolinea l’assenza di uno scontro tra eserciti, parlando di “una escalation che sta causando sofferenze inimmaginabili” e condanna la passività delle istituzioni: “Il silenzio è divenuto assordante, inaccettabile e complice.”
La posizione dell’organismo è chiara: “Esprimiamo cordoglio per tutte le vittime e solidarietà al popolo palestinese, in particolare alle donne e ai bambini, le fasce più vulnerabili.” Il comunicato denuncia inoltre “azioni che richiamano l’ombra di un genocidio” e chiede alla comunità internazionale e al Governo italiano di intervenire con urgenza.
La Consulta invita infine istituzioni, cittadini e organizzazioni a unirsi all’appello per “una presa di posizione chiara e determinata, affinché la ragione e l’umanità prevalgano sulla violenza.”
La denuncia prende spunto dalla tragica storia di Alaa Al Najjar, una pediatra dell’ospedale "Nasser" di Khan Younis, madre di dieci figli. Lo scorso 23 maggio, mentre era in servizio in ospedale, la dottoressa ha ricevuto le salme del marito e dei suoi bambini, vittime di un bombardamento. “Un incubo che nessuna madre, nessuna donna dovrebbe vivere,” scrive la Consulta.
Un dramma che, secondo l'organismo comunale, non è un caso isolato: “Cinquantamila famiglie, bambini, donne e uomini sono stati uccisi. E ogni giorno la conta delle vittime civili cresce.”
Nel documento, la Consulta sottolinea l’assenza di uno scontro tra eserciti, parlando di “una escalation che sta causando sofferenze inimmaginabili” e condanna la passività delle istituzioni: “Il silenzio è divenuto assordante, inaccettabile e complice.”
La posizione dell’organismo è chiara: “Esprimiamo cordoglio per tutte le vittime e solidarietà al popolo palestinese, in particolare alle donne e ai bambini, le fasce più vulnerabili.” Il comunicato denuncia inoltre “azioni che richiamano l’ombra di un genocidio” e chiede alla comunità internazionale e al Governo italiano di intervenire con urgenza.
La Consulta invita infine istituzioni, cittadini e organizzazioni a unirsi all’appello per “una presa di posizione chiara e determinata, affinché la ragione e l’umanità prevalgano sulla violenza.”