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La salita (come metafora della fatica) non ha scoraggiato: un successo la Marcia per la Pace

06-09-2025 06:18 - Cronaca
Una piazza piena di colori, voci intrecciate in un unico coro e passi che hanno trasformato le strade in un cammino di speranza. La terza edizione della Marcia della Pace ha riempito ieri sera Empoli e il gtragitto che porta verso Monterappoli di energia, emozioni e condivisione.

Organizzata dal Circolo Arci Monterappoli, con il patrocinio del Comune di Empoli e la collaborazione di tante associazioni locali – Il Torrino, Anpi Empoli, Auser, Comitato Empoli per la Pace e la parrocchia di San Giovanni Evangelista – la marcia è diventata un appuntamento che unisce, coinvolge e lascia un segno profondo nella comunità.

Una piazza che sorride. Il cuore di Empoli, piazza Farinata degli Uberti, si è acceso fin dal pomeriggio: tra i loggiati, i bambini hanno colorato il tema della pace con pennelli e fantasia, truccati da volontari che hanno fatto sbocciare sorrisi luminosi. Era chiaro il messaggio: la pace inizia dai più piccoli, cresce con loro, e va custodita come il bene più prezioso.

Attorno, le bandiere arcobaleno sventolavano insieme a quelle della Palestina e a kefiah annodate, in una cornice che parlava di accoglienza, solidarietà e impegno. C'erano famiglie, giovani, nonni, associazioni, gruppi informali e persino cani al guinzaglio. C'erano gli ammministratori, buona parte della giunta empolese ed esponenti dei comuni limitrofi. C'erano gli scout intorno alla lunga bandiera della pace: nessuno escluso, tutti uniti dallo stesso ideale.

La fatica come simbolo. Quest'anno il percorso è cambiato: il corteo non è sceso da Monterappoli, ma è partito da Empoli per risalire verso il borgo collinare. Un cammino in salita, scelto non a caso.

La pace non è mai una discesa facile – ha spiegato Donato Petrizzo, fresco di nomina alla presidenza dell'Auser, una delle associazioni che si è data da fare, con i suoi iscritti e volontari per la riuscita della manifestazione - richiede impegno, resistenza, fatica. Per questo abbiamo voluto ribaltare il percorso, per ricordarci che arrivare alla pace non è un dono scontato ma una conquista che si costruisce passo dopo passo”.

Un messaggio che attraversa i confini.
Prima della partenza, Chiara Salvadori di Arci Empolese Valdelsa ha ricordato come questa marcia non sia un gesto isolato, ma parte di un movimento più ampio: “Oggi ci uniamo a tante città del mondo che sostengono la Global Sumud Flotilla, impegnata a portare aiuti umanitari a Gaza. Parlare di pace significa guardare le ingiustizie, denunciare chi le perpetra e sostenere chi le subisce. È un impegno quotidiano, che riguarda ciascuno di noi”.
Monterappoli, un borgo che accoglie. Dopo il cammino, il borgo di Monterappoli si è aperto in festa: addobbato con bandiere della pace, ha accolto i partecipanti al Circolo Arci, dove un punto ristoro ha offerto ristoro e convivialità.
La salita, la fatica, i canti e i sorrisi hanno trovato lì la loro ricompensa: un abbraccio collettivo, la certezza di aver dato vita non solo a un corteo, ma a un momento capace di rafforzare legami e accendere consapevolezze.
Le parole del sindaco Mantellassi: “La pace come impegno civile quotidiano”.
Uno dei momenti più intensi della serata è stato l'intervento del sindaco di Empoli, Alessio Mantellassi, che ha sottolineato con forza il valore della marcia e il significato della grande partecipazione popolare.
“Questa manifestazione – ha detto – è nata tre anni fa grazie al Circolo Arci di Monterappoli, ma oggi è diventata molto di più: è un appuntamento della città, non solo degli organizzatori. Guardando la salita di via Salaiola, mi sono voltato più volte e non riuscivo a vedere la fine del corteo: segno di una partecipazione enorme e variegata, fatta di associazioni, sindacati, gruppi politici e semplici cittadini. La bellezza sta proprio qui, nella pluralità dei colori e delle differenze che si ritrovano unite attorno a un obiettivo comune”.

Il sindaco ha poi ribadito l'urgenza di un impegno collettivo sul tema della pace:
“Viviamo un tempo drammatico. Vediamo donne, uomini e bambini morire sotto le bombe a Gaza, in Ucraina e in tanti altri luoghi del mondo. Alcuni fronti si sono accesi, altri si sono riaccesi, e non possiamo restare indifferenti. Anche quando i riflettori dei media si spengono, quei conflitti continuano. Per questo dobbiamo sentire ancora più forte il dovere di unirci e dire che la pace è una priorità assoluta”.
Mantellassi ha parlato anche di responsabilità civica, invitando i cittadini a non limitarsi alla testimonianza simbolica: “Uscire di casa per marciare insieme è un gesto che conta. Uno dei motivi principali dell'impegno civico oggi deve essere proprio questo: affermare con forza il diritto alla pace. Non è una parola astratta, ma un esercizio quotidiano che richiede pensiero critico, coscienza vigile e mobilitazione”.
Infine, il primo cittadino ha voluto ringraziare gli organizzatori e le istituzioni che hanno reso possibile l'evento: “È stato bello vedere il gonfalone civico del Comune di Empoli, insieme a quello della Città Metropolitana, sfilare accanto alle bandiere arcobaleno. Questo significa che la pace riguarda tutti, a prescindere dalle appartenenze. Ringrazio il Circolo Arci di Monterappoli, che tre anni fa ha piantato il seme di questa iniziativa, e tutte le realtà associative che l'hanno fatta crescere. La nostra città dimostra ancora una volta di saper leggere i bisogni del presente e di saper reagire unita. Viva Empoli città di pace”.

Una comunità che cresce insieme. La Marcia della Pace, nata tre anni fa, sta diventando un simbolo per Empoli e per il territorio. Non solo un evento, ma una promessa rinnovata: che la pace non resti parola astratta, ma cammino condiviso, pratica quotidiana, obiettivo da raggiungere insieme.
Ieri, per le strade di Empoli e Monterappoli, centinaia di passi (i numeri sui partecipanti, durante l'evento, si rincorrevano e non è un azzardo parlare di un migliaio di partecipanti) hanno detto forte e chiaro: la pace è possibile, ma ci vuole coraggio per conquistarla.