La Stazione di Posta, un'idea nuova di accoglienza e inclusione
30-04-2025 18:29 - Primo piano
A Empoli sta per nascere un luogo nuovo, ma soprattutto un’idea nuova di accoglienza e inclusione. Un progetto che unisce istituzioni, volontariato e comunità religiosa con un obiettivo preciso: combattere la marginalità e offrire un punto di ripartenza a chi ha perso quasi tutto. È stata firmata in questi giorni l’intesa definitiva che dà ufficialmente il via alla “Stazione di Posta”, un polo unico e integrato dedicato alle persone senza fissa dimora, ma anche a chi vive situazioni di grave disagio sociale ed economico.
La nuova struttura sorgerà nel cuore di Empoli, all’interno del complesso della chiesa di San Giovanni Evangelista, nota a tutti come Madonnina del Grappa, in un’area compresa tra via Puccini, via Masini e via Busoni. È qui che oggi si trovano già alcuni servizi fondamentali come il dormitorio gestito dalla Misericordia, una mensa serale per persone in difficoltà, un campo sportivo e spazi sociali gestiti da volontari. È qui che, grazie a un lavoro lungo e paziente di concertazione tra Comune, Misericordia, Opera della Madonnina del Grappa e Società della Salute, nascerà un centro moderno, strutturato, capace di concentrare in un solo luogo tutti i servizi oggi dislocati sul territorio. Dalla mensa popolare all’emporio solidale, dallo sportello di ascolto all’accompagnamento sanitario, dalla distribuzione di beni essenziali fino ad attività educative, ricreative e persino un piccolo asilo: la “Stazione di Posta” non sarà solo un posto dove dormire, ma uno spazio dove poter tornare a sentirsi parte di una comunità.
È un modello nuovo per l’Italia, ispirato al principio che la fragilità non va nascosta o allontanata, ma compresa e accompagnata. E la scelta di collocare la struttura non in periferia, ma in un punto centrale e vivo della città, è tutt’altro che casuale. Lo ha spiegato con chiarezza Francesco Pagliai, governatore della Misericordia di Empoli, che ha parlato della “Stazione di Posta” come di una sfida culturale prima ancora che logistica: portare i servizi là dove la città vive, perché chi si trova in difficoltà non deve essere isolato, ma incluso.
L’idea di creare un centro di questo tipo a Empoli non è recente. Risale ad almeno tre anni fa, quando la Misericordia decise di mettere a disposizione spazi e competenze per accedere ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). In un primo momento, si era pensato all’ex convento dei Cappuccini in via Salaiola, un luogo suggestivo ma difficile da riconvertire per vincoli architettonici e costi elevatissimi. Dopo un lungo e complesso iter, quella strada è stata abbandonata. Ma l’intenzione non si è mai spenta. Anzi, nel frattempo la Società della Salute ha dato vita ad altri progetti importanti, come “Housing First”, attivo nei locali dell’ex scuola di Martignana, ed è riuscita a preservare il finanziamento PNRR di 500.000 euro destinato alla “Stazione di Posta”.
La firma dell’accordo, avvenuta nella sede della Società della Salute di via dei Cappuccini, ha visto la partecipazione di tutte le realtà coinvolte: il sindaco di Empoli Alessio Mantellassi, il vicesindaco Nedo Mennuti, la presidente della Società della Salute e sindaca di Castelfiorentino Francesca Giannì, il direttore della SdS Franco Doni, il governatore Pagliai, don Vincenzo Russo presidente dell’Opera della Madonnina del Grappa e il titolare della parrocchia di via Masini don Vincenzo Lo Castro. È in questa occasione che si è sottolineato il valore non solo pratico ma anche simbolico dell’iniziativa: mettere insieme tutte le competenze, le esperienze e le risorse che operano già sul territorio, per renderle più efficaci, coordinate e durature.
Il sindaco Mantellassi ha parlato di un “importante tassello per la razionalizzazione dei servizi a sostegno delle povertà”, un salto di qualità necessario in un sistema cittadino che già dispone di una rete solida ma datata, bisognosa di essere ripensata alla luce dei nuovi bisogni. La Società della Salute, ha ricordato Francesca Giannì, ha saputo raccogliere queste esigenze, coordinarle, e costruire un progetto capace di attrarre fondi importanti e di unire tutte le forze disponibili, a cominciare dalla Misericordia e dall’Opera della Madonnina.
Un ruolo fondamentale lo ha avuto il vicesindaco Mennuti, che ha saputo riorientare il progetto dopo il fallimento dell’ipotesi iniziale, lavorando per coinvolgere due realtà cardine del terzo settore empolese. La nuova sede, quella della Madonnina del Grappa, è stata accolta con entusiasmo proprio perché già fortemente vocata all’accoglienza, grazie alla presenza quotidiana di volontari, servizi e attività rivolte ai più deboli. «Quando è nato il Terzo Settore – ha detto don Vincenzo Russo – noi c’eravamo. E ci siamo ancora. È per questo che abbiamo accolto con convinzione la proposta di costruire insieme questa nuova realtà».
I lavori partiranno all’inizio di settembre, e dovranno concludersi entro marzo 2026 per non perdere i finanziamenti PNRR. I tempi sono stretti, ma l’entusiasmo e la determinazione sono forti. Tutti i soggetti coinvolti lo ripetono con fermezza: questo non è solo un progetto edilizio, è un progetto di comunità, è un modo nuovo di intendere il welfare locale. È una risposta integrata, concreta, dignitosa alla povertà. Una scelta che Empoli fa con coraggio e visione, scegliendo di non lasciare nessuno indietro. Perché, come ha detto Pagliai, a volte anche un solo giorno di accoglienza può fare la differenza per chi ha perso tutto. E restituire la speranza.
La nuova struttura sorgerà nel cuore di Empoli, all’interno del complesso della chiesa di San Giovanni Evangelista, nota a tutti come Madonnina del Grappa, in un’area compresa tra via Puccini, via Masini e via Busoni. È qui che oggi si trovano già alcuni servizi fondamentali come il dormitorio gestito dalla Misericordia, una mensa serale per persone in difficoltà, un campo sportivo e spazi sociali gestiti da volontari. È qui che, grazie a un lavoro lungo e paziente di concertazione tra Comune, Misericordia, Opera della Madonnina del Grappa e Società della Salute, nascerà un centro moderno, strutturato, capace di concentrare in un solo luogo tutti i servizi oggi dislocati sul territorio. Dalla mensa popolare all’emporio solidale, dallo sportello di ascolto all’accompagnamento sanitario, dalla distribuzione di beni essenziali fino ad attività educative, ricreative e persino un piccolo asilo: la “Stazione di Posta” non sarà solo un posto dove dormire, ma uno spazio dove poter tornare a sentirsi parte di una comunità.
È un modello nuovo per l’Italia, ispirato al principio che la fragilità non va nascosta o allontanata, ma compresa e accompagnata. E la scelta di collocare la struttura non in periferia, ma in un punto centrale e vivo della città, è tutt’altro che casuale. Lo ha spiegato con chiarezza Francesco Pagliai, governatore della Misericordia di Empoli, che ha parlato della “Stazione di Posta” come di una sfida culturale prima ancora che logistica: portare i servizi là dove la città vive, perché chi si trova in difficoltà non deve essere isolato, ma incluso.
L’idea di creare un centro di questo tipo a Empoli non è recente. Risale ad almeno tre anni fa, quando la Misericordia decise di mettere a disposizione spazi e competenze per accedere ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). In un primo momento, si era pensato all’ex convento dei Cappuccini in via Salaiola, un luogo suggestivo ma difficile da riconvertire per vincoli architettonici e costi elevatissimi. Dopo un lungo e complesso iter, quella strada è stata abbandonata. Ma l’intenzione non si è mai spenta. Anzi, nel frattempo la Società della Salute ha dato vita ad altri progetti importanti, come “Housing First”, attivo nei locali dell’ex scuola di Martignana, ed è riuscita a preservare il finanziamento PNRR di 500.000 euro destinato alla “Stazione di Posta”.
La firma dell’accordo, avvenuta nella sede della Società della Salute di via dei Cappuccini, ha visto la partecipazione di tutte le realtà coinvolte: il sindaco di Empoli Alessio Mantellassi, il vicesindaco Nedo Mennuti, la presidente della Società della Salute e sindaca di Castelfiorentino Francesca Giannì, il direttore della SdS Franco Doni, il governatore Pagliai, don Vincenzo Russo presidente dell’Opera della Madonnina del Grappa e il titolare della parrocchia di via Masini don Vincenzo Lo Castro. È in questa occasione che si è sottolineato il valore non solo pratico ma anche simbolico dell’iniziativa: mettere insieme tutte le competenze, le esperienze e le risorse che operano già sul territorio, per renderle più efficaci, coordinate e durature.
Il sindaco Mantellassi ha parlato di un “importante tassello per la razionalizzazione dei servizi a sostegno delle povertà”, un salto di qualità necessario in un sistema cittadino che già dispone di una rete solida ma datata, bisognosa di essere ripensata alla luce dei nuovi bisogni. La Società della Salute, ha ricordato Francesca Giannì, ha saputo raccogliere queste esigenze, coordinarle, e costruire un progetto capace di attrarre fondi importanti e di unire tutte le forze disponibili, a cominciare dalla Misericordia e dall’Opera della Madonnina.
Un ruolo fondamentale lo ha avuto il vicesindaco Mennuti, che ha saputo riorientare il progetto dopo il fallimento dell’ipotesi iniziale, lavorando per coinvolgere due realtà cardine del terzo settore empolese. La nuova sede, quella della Madonnina del Grappa, è stata accolta con entusiasmo proprio perché già fortemente vocata all’accoglienza, grazie alla presenza quotidiana di volontari, servizi e attività rivolte ai più deboli. «Quando è nato il Terzo Settore – ha detto don Vincenzo Russo – noi c’eravamo. E ci siamo ancora. È per questo che abbiamo accolto con convinzione la proposta di costruire insieme questa nuova realtà».
I lavori partiranno all’inizio di settembre, e dovranno concludersi entro marzo 2026 per non perdere i finanziamenti PNRR. I tempi sono stretti, ma l’entusiasmo e la determinazione sono forti. Tutti i soggetti coinvolti lo ripetono con fermezza: questo non è solo un progetto edilizio, è un progetto di comunità, è un modo nuovo di intendere il welfare locale. È una risposta integrata, concreta, dignitosa alla povertà. Una scelta che Empoli fa con coraggio e visione, scegliendo di non lasciare nessuno indietro. Perché, come ha detto Pagliai, a volte anche un solo giorno di accoglienza può fare la differenza per chi ha perso tutto. E restituire la speranza.