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La storia di Natale./ Verso la riabilitazione il volontario della Misericordia aggredito

25-12-2025 15:04 - Cronaca
Questo Natale ha un sapore diverso per Antonio Turrisi, storico volontario della Misericordia di Empoli, che da novembre combatte la sua battaglia più difficile. A seguito di una brutale aggressione subita davanti alla mensa Emmaus, l’84enne è stato ricoverato per settimane all'ospedale San Giuseppe di Empoli, dove ha dovuto affrontare un intervento delicato e un lungo periodo di terapia intensiva. Oggi, finalmente, dopo oltre quaranta giorni, Antonio è pronto ad affrontare una nuova fase della sua vita: la riabilitazione. La notizia è arrivata proprio in questi giorni di festa, in cui la speranza e la forza di volontà si intrecciano in un messaggio di rinascita.

Nella mattinata della vigilia di Natale il Governatore della Misericordia di Empoli, Francesco Pagliai, ha fatto visita ad Antonio per portargli gli auguri di buon Natale e un affettuoso abbraccio ideale da parte di tutti i confratelli e le consorelle dell’associazione. Un gesto che ha toccato profondamente il cuore di Antonio e della sua famiglia, che, come ha raccontato lo stesso Governatore, è stata sostenuta fin dai primi giorni successivi all’aggressione.

“Ho portato ad Antonio, con grande emozione, i più sinceri auguri da parte di tutta la Misericordia di Empoli. Il Santo Natale è un tempo per aprire il cuore agli altri, per donare gioia e serenità, e questo è quello che vogliamo trasmettere a lui e alla sua famiglia”, ha dichiarato il Governatore Pagliai. “Anche se quest'anno non potrà essere fisicamente con noi, Antonio sarà certamente nei nostri cuori. A lui va il nostro più profondo ringraziamento per tutti questi anni di dedizione, generosità e spirito di servizio."

Un Natale in ospedale Antonio Turrisi, noto in tutta la comunità empolese per il suo impegno e la sua disponibilità, è stato vittima di una brutale aggressione da parte di un senzatetto, che lo ha colpito e malmenato senza un apparente motivo. L’uomo, ora in carcere con l’accusa di tentato omicidio, aveva frequentato la mensa Emmaus per diverse settimane, ma l’aggressione ha colto Antonio di sorpresa, lasciandolo gravemente ferito.

Mi ha fatto davvero piacere tutta questa attenzione nei miei confronti. Non immaginavo tanta solidarietà”, ha raccontato Antonio, visibilmente emozionato, durante un’intervista con il quotidiano La Nazione. Nonostante il dolore fisico e le difficoltà, Antonio ha sempre mantenuto un atteggiamento positivo e fiducioso. “Non mi spiego questa brutalità, ma non voglio focalizzarmi su questo. Ciò che conta ora è che sto migliorando e che sono circondato dall’affetto della comunità.”

La sua famiglia e la Misericordia di Empoli non lo hanno mai lasciato solo, e lui, purtroppo costretto a trascorrere il Natale in ospedale, ha voluto rivolgere un messaggio di speranza e gratitudine. “Ringrazio innanzitutto i tanti empolesi che mi hanno mostrato la loro solidarietà. Questo dimostra che la nostra comunità è viva e unita. Ho ricevuto tantissime attenzioni, più di quanto avrei mai immaginato”, ha aggiunto Antonio.

Nel suo messaggio, Antonio ha voluto ringraziare personalmente alcune delle persone che lo hanno aiutato in questo difficile percorso, a partire dai medici e infermieri che lo stanno seguendo. “Un ringraziamento particolare va al dottor Rosario Spina e a tutta l'equipe della rianimazione, che sono stati straordinari. Voglio anche ringraziare il nostro sindaco Alessio Mantellassi, il capitano dei carabinieri Angelo Corrente, il maresciallo Andrea Dianda, e naturalmente il vescovo di Firenze Monsignor Gherardo Gambelli. Grazie a tutti, che Dio gliene renda merito.”

In un momento che ha messo a dura prova il suo corpo e la sua anima, Antonio ha scelto di guardare avanti con speranza. Nonostante le difficoltà fisiche, è ancora determinato a proseguire la sua missione di volontariato. “Fare volontariato è una missione innata”, ha spiegato, confermando quanto profonda sia la sua dedizione verso gli altri.
Il Natale per Antonio sarà diverso quest’anno, ma non meno speciale. Non potrà essere al fianco dei suoi compagni di Misericordia mentre preparano i pasti per i più bisognosi, come ogni anno, ma il suo spirito di servizio rimane intatto. “Mi dispiace non poter essere lì con loro quest’anno, ma auguro buon lavoro a tutti i volontari in servizio”, ha detto.