Matteo Ferrante (M5S): “La sanità è il cuore del patto sociale. Serve una Toscana più giusta e senza periferie sanitarie”

“La sanità è il tema n.1 della politica regionale. Non a caso assorbe quasi l’80% delle risorse e rappresenta il cuore del patto sociale tra cittadini e istituzioni.” Con queste parole Matteo Ferrante, candidato alle prossime elezioni regionali per il Movimento 5 Stelle nella Circoscrizione Empolese-Valdelsa, apre il suo intervento su uno dei temi più sentiti in Toscana. Ferrante sottolinea come da anni si assista, anche in Italia, a un indebolimento del diritto alla salute attraverso lo smantellamento del Servizio Sanitario Nazionale. Tra le criticità principali cita la carenza di operatori, in particolare infermieri, situazione alla quale hanno contribuito diversi governi, ad eccezione del governo Conte II che – a suo avviso – ha affrontato con decisione l’emergenza pandemica. Anche nel territorio empolese, osserva Ferrante, i cittadini hanno avvertito un peggioramento della qualità dei servizi, con tempi di attesa lunghi e ritardi nelle strutture, come nel caso della ristrutturazione del padiglione H dell’ospedale di Empoli, che rappresenta un nodo cruciale anche per il superamento di sedi distrettuali non adeguate. Il candidato critica inoltre l’impostazione della destra di governo, favorevole al cosiddetto “secondo pilastro” della sanità, ovvero l’apertura ai privati, alle assicurazioni e al welfare aziendale. Il Movimento 5 Stelle, afferma, intende impegnarsi in un confronto aperto e costruttivo con le altre forze della coalizione per garantire un sistema pubblico più efficiente e innovativo. Tra le proposte principali Ferrante indica la necessità di restituire autonomia ai territori per calibrare i servizi sanitari sulle specifiche esigenze dei cittadini, rilanciando la figura del medico di famiglia all’interno delle Case della Comunità e rendendolo nuovamente centrale nella gestione dei pazienti. Ritiene inoltre indispensabile rivedere la riforma delle ASL del 2015 per ridurre la distanza tra direzioni generali e territori, rafforzando il ruolo dei direttori di distretto sociosanitario e dotandoli di strumenti operativi adeguati. Ferrante sollecita il completamento delle Case della Comunità, lo sviluppo dell’assistenza domiciliare e un rinnovato impegno nei settori più fragili, come la salute mentale. A livello regionale e nazionale propone di consentire ai giovani medici di medicina generale di avviare la loro attività all’interno delle Case della Comunità con contratti di dipendenza. Secondo Ferrante, anche i Comuni devono avere un ruolo più attivo nella gestione della sanità locale, e per questo propone all’ANCI di promuovere percorsi formativi per i sindaci sui rapporti con le strutture sanitarie territoriali. Un altro punto rilevante riguarda la riduzione dei tempi di attesa per visite ed esami: la Regione, afferma, dovrebbe favorire la comunicazione diretta tra medici di base e specialisti ospedalieri, prevedendo percorsi alternativi e soluzioni tempestive quando i tempi superano quelli previsti dai codici d’urgenza. Ferrante evidenzia inoltre l’importanza di un piano di rafforzamento delle attività di prevenzione ambientale e sanitaria, in particolare nei luoghi di lavoro, e propone una maggiore collaborazione tra Arpat e i laboratori di sanità pubblica delle ASL. Conclude sottolineando che per realizzare un vero cambiamento è necessario un nuovo approccio basato sul coinvolgimento degli operatori socio-sanitari del territorio e degli ospedali: l’obiettivo, spiega, deve essere quello di valorizzare la motivazione e la partecipazione degli operatori, evitando una gestione puramente burocratica. Solo così, afferma, sarà possibile garantire un accesso alla sanità per tutti e non solo per pochi, attraverso un lavoro costante di relazione, ascolto e attenzione alle persone.