"Mentre Empoli brucia"? Solo marketing: era lo slogan sulla t-shirt di Fabri Fibra
01-09-2025 08:24 - Opinioni
Abbiamo visto quel che non c'era. O meglio, non abbiamo visto quel che c'era…
Abbiamo ospitato un'opinione ( e per questo opinabile, pronta al confronto) a firma Pietro Spina sul fatto che il post istituzionale del Comune di Empoli, per dare l'appuntamento ai prossimi impegni del Beat Festival, aveva usato il verbo “brucia” che è finito nel mirino (e nelle critiche) dell'autore del commento e di alcuni follower dei canali social di Clebs.it.
Quel post riportava solo lo slogan che lo stesso artista aveva scritto sulla maglietta che indossava nel concerto di Empoli: “Mentre Empoli brucia”, un'azione di marketing per sottolineare il titolo del suo ultimo lavoro, “Mentre Los Angeles brucia”. Quello che non abbiamo visto. Ma che c'era.
Stavolta, poi, il diavolo ci ha voluto mettere... la coda: “brucia” è lo stesso verbo che è stato utilizzato sui social per divulgare il successo di partecipazione della manifestazione pro Palestina che si è tenuta sabato a Genova. Brucia Genova, brucia il mondo. E brucia per le guerre. Brucia il mondo, e brucia anche per gli eventi climatici: proprio come quelli che hanno dato a Fabri Fibra l'ispirazione per scrivere quel brano che dà il titolo all'album, complice una tempesta che lo aveva bloccato a Los Angeles dove era andato a registrare un album. Né Clebs.it, né Pietro Spina hanno pensato di dare un giudizio sull'artista, sui suoi testi o sulla sua musica. Né sul Beat Festival che è una manifestazione che dà lustro alla città di Empoli. Quel commento voleva mettere in evidenza un uso improprio delle parole.

Quel post riportava solo lo slogan che lo stesso artista aveva scritto sulla maglietta che indossava nel concerto di Empoli: “Mentre Empoli brucia”, un'azione di marketing per sottolineare il titolo del suo ultimo lavoro, “Mentre Los Angeles brucia”. Quello che non abbiamo visto. Ma che c'era.
Stavolta, poi, il diavolo ci ha voluto mettere... la coda: “brucia” è lo stesso verbo che è stato utilizzato sui social per divulgare il successo di partecipazione della manifestazione pro Palestina che si è tenuta sabato a Genova. Brucia Genova, brucia il mondo. E brucia per le guerre. Brucia il mondo, e brucia anche per gli eventi climatici: proprio come quelli che hanno dato a Fabri Fibra l'ispirazione per scrivere quel brano che dà il titolo all'album, complice una tempesta che lo aveva bloccato a Los Angeles dove era andato a registrare un album. Né Clebs.it, né Pietro Spina hanno pensato di dare un giudizio sull'artista, sui suoi testi o sulla sua musica. Né sul Beat Festival che è una manifestazione che dà lustro alla città di Empoli. Quel commento voleva mettere in evidenza un uso improprio delle parole.
Abbiamo interpretato in modo diverso una scelta che invece aveva una sua coerenza: il post del Comune di Empoli non inventava nulla, riportava le parole che Fabri Fibra aveva impresse sulla maglietta, in linea con il titolo del suo ultimo disco.
Non era un azzardo linguistico, ma un richiamo artistico preciso. In quel passaggio, non abbiamo visto ciò che c'era da vedere. Abbiamo voluto leggere “oltre”, e abbiamo perso di vista il senso originario. Per questo, con la stessa franchezza che aveva il commento che abbiamo ospitato, ci sembra giusto riconoscere che quella comunicazione, era in sintonia con l'artista e con il suo pubblico.
Le parole, lo abbiamo scritto addirittura nel titolo, a volte scottano. Ma altre volte semplicemente suonano, risuonano e raccontano. In questo caso raccontavano la musica. Ed è lì che avremmo dovuto fermarci.
Non era un azzardo linguistico, ma un richiamo artistico preciso. In quel passaggio, non abbiamo visto ciò che c'era da vedere. Abbiamo voluto leggere “oltre”, e abbiamo perso di vista il senso originario. Per questo, con la stessa franchezza che aveva il commento che abbiamo ospitato, ci sembra giusto riconoscere che quella comunicazione, era in sintonia con l'artista e con il suo pubblico.
Le parole, lo abbiamo scritto addirittura nel titolo, a volte scottano. Ma altre volte semplicemente suonano, risuonano e raccontano. In questo caso raccontavano la musica. Ed è lì che avremmo dovuto fermarci.
Emilio Chiorazzo