Meteo, l'esperto/ Estate 2025, meno caldo estremo e temporali più violenti
15-06-2025 11:09 - Opinioni
di Gordon Baldacci
Tenteremo nel limite del razionale, di fare una analisi scientifica di quelle che sono le indicazioni o meglio le proiezioni stagionali, su un periodo dell’anno che un tempo era sinonimo di relax e spensieratezza, oggi purtroppo, soprattutto nelle zone interne, è divenuto quasi impossibile apprezzarne i pomeriggi all’aria aperta senza correre seri rischi per il nostro organismo. Purtroppo non è solo percezione, magari accentuata dai comfort che negli anni ci hanno permesso di migliorare la temperature delle nostre case; fa veramente più caldo e per più tempo. Spesso anzi quasi sempre, negli anni passati, siamo passati da una ondata di calore a quella successiva con l’effimero calo termico di 2-3 gradi, che in un contesto estremo con punte di 38-39 gradi, portano il nostro organismo a non riuscire a metabolizzare neppure a sensazione quell’illusorio leggero refrigerio che l’atmosfera nei suoi bassi strati concede.
Cosa attendersi quindi dall’estate 2025?
Partiamo con i numeri e le probabilità di realizzazione; i vari modelli matematici a lungo termine, e il continuo studio di diversi indici tele-connettivi, ci fanno ipotizzare nel numero di cinque, le ondate di calore attese, fino a quello che definiamo l’inizio dell’autunno meteorologico ovvero il 1° settembre.
Questo elemento del tutto simile a quello dell’anno scorso, vede un leggero miglioramento rispetto al 2023 e al 2022, dove le ondate furono nel primo caso sei e nel secondo addirittura sette.
Questo range, ha una possibilità di realizzazione molto alta fra il 70 e l’80%.
Se da un lato appare chiaro che tanto per cambiare, non sarà l’anticiclone delle Azzorre ma spesso e volentieri il “cugino” afro-mediterraneo, a decidere il tipo di estate, sempre meno italiana, va da se che ci troveremo spesso a quelle che in gergo tecnico definiamo onde mobili e per rendere più semplice l’idea, vere e proprie “fiammate” in cui si vivono quattro-cinque giorni con valori molto importanti, per poi scendere sempre nell’ordine dei due-tre gradi.
Quest’anno però le cose potrebbero non andare proprio così. Da più parti si evince che specialmente nel mese di luglio ed agosto le fasi definiamole di interregno fra una ondata e la successiva, potrebbero essere sostitute da veri e propri break temporaleschi. Attenzione questo non significa che giungerebbero chissà quali crolli delle temperature, semmai la presenza di maggiori contrasti termici in atmosfera, capaci di provocare poi al suolo precipitazioni violente. Questo trend parrebbe confermato più che altro per le regioni centro-settentrionali, ma non va escluso che anche l’empolese, si ritrovi a singoli episodi potenzialmente importanti. Questa opzione ha una sua attendibilità molto alta, soprattutto rispetto agli anni passati quando i modelli spostavano questi eventi su settembre-ottobre.
A livello di statistica, si parla in media di circa il 75% di attendibilità sull’aumento dei fenomeni da contrasto termico rispetto agli ultimi dieci anni.
L’unico elemento che appare stando alle anomalie termiche previste nei prossimi mesi, soprattutto luglio, durante le ondate di calore, potremmo non superare i valori massimi raggiunti negli anni passati. Il merito andrebbe ascritto più per i tassi di umidità in ascesa che per un minore apporto termico, tradotto ondate di calore in risalita sud-occidentale, quindi con maggior tragitto lungo il già caldo catino Mediterraneo.
Resta il fatto che sulla nostra pelle, il decimo di grado o il grado che separa i 40 dai 39 gradi, è davvero poca cosa, per dare anche un senso di normalità ad una stagione che già promette è il caso di dirlo, scintille.
Ma concretamente le proiezioni mensili e stagionali quanta possibilità hanno di centrare gli obiettivi che si vanno a prefissare?
Partiamo da un dato di fatto, le proiezioni mensili si occupano di macro-aree, quindi di conseguenza NON ci dicono se il 10 luglio o il 14 agosto ci sarà il sole a Empoli, ma si stanno rivelando anno dopo anno sempre più performanti, nell’individuare ad esempio il numero di ondate di calore, o in autunno, la durata del flusso zonale nord-atlantico responsabile dei lunghi periodi perturbati.
In inverno e nella prima parte della primavera, vanno centrando con una precisione impensabile fino a pochi anni fa, tempistiche di compattamento, disgregazione e successivo collasso del Vortice Polare Artico.
Come tutti gli strumenti di natura probabilistica, facendone un uso di sano buonsenso, permettono anche all’utente comune, che per professione fa altro, di comprendere meglio il clima che cambia, le sue tempistiche, i blocchi anticiclonici.
Se potessimo paragonare le proiezioni mensili e stagionali a qualcosa di pratico e diretto, le potremmo associare ad un lungo viaggio in treno, dove l’ovvietà è che viaggeremo sui binari (la stagione di riferimento) che la direzione è una metà prefissata (il mese o la stagione) ma dove non sappiamo con esattezza, se il passeggero che ci viaggia accanto sarà una persona interessante oppure una iattura (i fenomeni estremi e le temperature esagerate delle ultime estati)
Nel prossimo articolo andremo a scoprire quali sono gli elementi che rafforzano questa ipotesi, e il perché l’anticiclone delle Azzorre ormai preferisce passare la stagione estiva ovunque, meno che nel Mediterraneo.
L’estate meteorologica è iniziata ormai da una decade, per quella astronomica dovremo attendere il 21 giugno, ma già il caldo anzi le prima ondata di calore della stagione, ha preso forma, facendo salire ovviamente i termometri e togliendo ogni ragionevole dubbio.
No, il 2025 non sarà l’anno senza estate.Tenteremo nel limite del razionale, di fare una analisi scientifica di quelle che sono le indicazioni o meglio le proiezioni stagionali, su un periodo dell’anno che un tempo era sinonimo di relax e spensieratezza, oggi purtroppo, soprattutto nelle zone interne, è divenuto quasi impossibile apprezzarne i pomeriggi all’aria aperta senza correre seri rischi per il nostro organismo. Purtroppo non è solo percezione, magari accentuata dai comfort che negli anni ci hanno permesso di migliorare la temperature delle nostre case; fa veramente più caldo e per più tempo. Spesso anzi quasi sempre, negli anni passati, siamo passati da una ondata di calore a quella successiva con l’effimero calo termico di 2-3 gradi, che in un contesto estremo con punte di 38-39 gradi, portano il nostro organismo a non riuscire a metabolizzare neppure a sensazione quell’illusorio leggero refrigerio che l’atmosfera nei suoi bassi strati concede.
Cosa attendersi quindi dall’estate 2025?
Partiamo con i numeri e le probabilità di realizzazione; i vari modelli matematici a lungo termine, e il continuo studio di diversi indici tele-connettivi, ci fanno ipotizzare nel numero di cinque, le ondate di calore attese, fino a quello che definiamo l’inizio dell’autunno meteorologico ovvero il 1° settembre.
Questo elemento del tutto simile a quello dell’anno scorso, vede un leggero miglioramento rispetto al 2023 e al 2022, dove le ondate furono nel primo caso sei e nel secondo addirittura sette.
Questo range, ha una possibilità di realizzazione molto alta fra il 70 e l’80%.
Se da un lato appare chiaro che tanto per cambiare, non sarà l’anticiclone delle Azzorre ma spesso e volentieri il “cugino” afro-mediterraneo, a decidere il tipo di estate, sempre meno italiana, va da se che ci troveremo spesso a quelle che in gergo tecnico definiamo onde mobili e per rendere più semplice l’idea, vere e proprie “fiammate” in cui si vivono quattro-cinque giorni con valori molto importanti, per poi scendere sempre nell’ordine dei due-tre gradi.
Quest’anno però le cose potrebbero non andare proprio così. Da più parti si evince che specialmente nel mese di luglio ed agosto le fasi definiamole di interregno fra una ondata e la successiva, potrebbero essere sostitute da veri e propri break temporaleschi. Attenzione questo non significa che giungerebbero chissà quali crolli delle temperature, semmai la presenza di maggiori contrasti termici in atmosfera, capaci di provocare poi al suolo precipitazioni violente. Questo trend parrebbe confermato più che altro per le regioni centro-settentrionali, ma non va escluso che anche l’empolese, si ritrovi a singoli episodi potenzialmente importanti. Questa opzione ha una sua attendibilità molto alta, soprattutto rispetto agli anni passati quando i modelli spostavano questi eventi su settembre-ottobre.
A livello di statistica, si parla in media di circa il 75% di attendibilità sull’aumento dei fenomeni da contrasto termico rispetto agli ultimi dieci anni.
L’unico elemento che appare stando alle anomalie termiche previste nei prossimi mesi, soprattutto luglio, durante le ondate di calore, potremmo non superare i valori massimi raggiunti negli anni passati. Il merito andrebbe ascritto più per i tassi di umidità in ascesa che per un minore apporto termico, tradotto ondate di calore in risalita sud-occidentale, quindi con maggior tragitto lungo il già caldo catino Mediterraneo.
Resta il fatto che sulla nostra pelle, il decimo di grado o il grado che separa i 40 dai 39 gradi, è davvero poca cosa, per dare anche un senso di normalità ad una stagione che già promette è il caso di dirlo, scintille.
Ma concretamente le proiezioni mensili e stagionali quanta possibilità hanno di centrare gli obiettivi che si vanno a prefissare?
Partiamo da un dato di fatto, le proiezioni mensili si occupano di macro-aree, quindi di conseguenza NON ci dicono se il 10 luglio o il 14 agosto ci sarà il sole a Empoli, ma si stanno rivelando anno dopo anno sempre più performanti, nell’individuare ad esempio il numero di ondate di calore, o in autunno, la durata del flusso zonale nord-atlantico responsabile dei lunghi periodi perturbati.
In inverno e nella prima parte della primavera, vanno centrando con una precisione impensabile fino a pochi anni fa, tempistiche di compattamento, disgregazione e successivo collasso del Vortice Polare Artico.
Come tutti gli strumenti di natura probabilistica, facendone un uso di sano buonsenso, permettono anche all’utente comune, che per professione fa altro, di comprendere meglio il clima che cambia, le sue tempistiche, i blocchi anticiclonici.
Se potessimo paragonare le proiezioni mensili e stagionali a qualcosa di pratico e diretto, le potremmo associare ad un lungo viaggio in treno, dove l’ovvietà è che viaggeremo sui binari (la stagione di riferimento) che la direzione è una metà prefissata (il mese o la stagione) ma dove non sappiamo con esattezza, se il passeggero che ci viaggia accanto sarà una persona interessante oppure una iattura (i fenomeni estremi e le temperature esagerate delle ultime estati)
Nel prossimo articolo andremo a scoprire quali sono gli elementi che rafforzano questa ipotesi, e il perché l’anticiclone delle Azzorre ormai preferisce passare la stagione estiva ovunque, meno che nel Mediterraneo.