Montelupo commemora i suoi 21 cittadini deportati nei campi di concentramento nell'81° anniversario dell'8 marzo 1944
06-03-2025 15:35 - Circondiario
Montelupo Fiorentino ha vissuto questa mattina un'importante giornata di memoria, dedicata alla commemorazione dei suoi 21 cittadini deportati nei campi di concentramento nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale. In occasione dell'81° anniversario dell'8 marzo 1944, le cerimonie hanno avuto inizio con la posa della Pietra d'Inciampo per Oreste Mancioli, montelupino deportato da Pontedera il 10 giugno 1944, che morì nel campo di concentramento di Gusen il 26 febbraio 1945. La pietra, che ricorda la sua tragica storia, è stata collocata in via Fonda, il luogo in cui Oreste visse, dando così visibilità e onore alla sua memoria.
A seguire, la comunità ha reso omaggio alle Pietre d'Inciampo dedicate agli operai della Vetreria Nardi, deportati durante il conflitto, con una cerimonia al Giardino della Memoria di La Torre. Alla manifestazione hanno partecipato gli studenti delle scuole di Montelupo, che hanno voluto essere parte attiva nel ricordare le atrocità di quel periodo. Presente anche l’assessore alla cultura del Comune di Pontedera e il consigliere regionale Enrico Sostegni, che hanno sottolineato l'importanza di mantenere viva la memoria storica per le future generazioni.
Il momento più emozionante della giornata è stato sicuramente la cerimonia in memoria del maestro Giuseppe Lami, la cui Pietra d'Inciampo è stata collocata presso l'ingresso della sezione maschile della Scuola Enrico Corradini (oggi MMAB), dove Lami insegnava. Il maestro, deportato per il suo ruolo nella comunità, aveva lanciato un biglietto dalla finestra del treno durante il trasporto verso il campo di concentramento. Il messaggio, ritrovato e consegnato alla famiglia, è stato l'ultimo ricordo della sua vita, ma lo scritto tremante e confuso lasciava trapelare la sua angoscia. Come ha ricordato Lorenzo Nesi, assessore alla Memoria, «Giuseppe Lami era una persona di grande valore, che, se fosse tornato, avrebbe potuto contribuire alla costruzione di una nuova Italia repubblicana e libera».
Nel pomeriggio, alle 17.30, la commemorazione è proseguita al MMAB con la presentazione del libro 8 Marzo 1944: Il segreto di Vittorio (Eugenio) Grazzini, curato da Emanuele Piccini, un'opera che racconta la deportazione politica a Montelupo. La giornata si è conclusa con la proiezione del film Il caso Matteotti, diretto da Florestano Vancini nel 1973, che ha approfondito il tema delle persecuzioni politiche durante il fascismo.
Il programma delle commemorazioni proseguirà domani, giovedì 7 marzo, con un momento di riflessione dedicato agli studenti dell'Istituto Baccio da Montelupo e con un raccoglimento serale alle 21.00, presso il cippo dei deportati nel cimitero del capoluogo, illuminato dalle candele.
La serie di eventi culminerà domenica 9 marzo: alle ore 10.00 si terrà l’omaggio alla lapide dei deportati sulla facciata del Municipio, seguito da una Messa in loro memoria alle 11.00 presso la Pieve di San Giovanni Evangelista. La cerimonia terminerà con un corteo fino al monumento ai caduti in Piazza Giacomo Matteotti, dove verrà deposta una corona in ricordo delle vittime delle deportazioni.
Un programma ricco e significativo, che ha permesso alla cittadinanza di Montelupo di ricordare, attraverso i suoi luoghi simbolici e le testimonianze dirette, le atrocità della guerra e il sacrificio di coloro che furono privati della vita e della libertà.
A seguire, la comunità ha reso omaggio alle Pietre d'Inciampo dedicate agli operai della Vetreria Nardi, deportati durante il conflitto, con una cerimonia al Giardino della Memoria di La Torre. Alla manifestazione hanno partecipato gli studenti delle scuole di Montelupo, che hanno voluto essere parte attiva nel ricordare le atrocità di quel periodo. Presente anche l’assessore alla cultura del Comune di Pontedera e il consigliere regionale Enrico Sostegni, che hanno sottolineato l'importanza di mantenere viva la memoria storica per le future generazioni.
Il momento più emozionante della giornata è stato sicuramente la cerimonia in memoria del maestro Giuseppe Lami, la cui Pietra d'Inciampo è stata collocata presso l'ingresso della sezione maschile della Scuola Enrico Corradini (oggi MMAB), dove Lami insegnava. Il maestro, deportato per il suo ruolo nella comunità, aveva lanciato un biglietto dalla finestra del treno durante il trasporto verso il campo di concentramento. Il messaggio, ritrovato e consegnato alla famiglia, è stato l'ultimo ricordo della sua vita, ma lo scritto tremante e confuso lasciava trapelare la sua angoscia. Come ha ricordato Lorenzo Nesi, assessore alla Memoria, «Giuseppe Lami era una persona di grande valore, che, se fosse tornato, avrebbe potuto contribuire alla costruzione di una nuova Italia repubblicana e libera».
Nel pomeriggio, alle 17.30, la commemorazione è proseguita al MMAB con la presentazione del libro 8 Marzo 1944: Il segreto di Vittorio (Eugenio) Grazzini, curato da Emanuele Piccini, un'opera che racconta la deportazione politica a Montelupo. La giornata si è conclusa con la proiezione del film Il caso Matteotti, diretto da Florestano Vancini nel 1973, che ha approfondito il tema delle persecuzioni politiche durante il fascismo.
Il programma delle commemorazioni proseguirà domani, giovedì 7 marzo, con un momento di riflessione dedicato agli studenti dell'Istituto Baccio da Montelupo e con un raccoglimento serale alle 21.00, presso il cippo dei deportati nel cimitero del capoluogo, illuminato dalle candele.
La serie di eventi culminerà domenica 9 marzo: alle ore 10.00 si terrà l’omaggio alla lapide dei deportati sulla facciata del Municipio, seguito da una Messa in loro memoria alle 11.00 presso la Pieve di San Giovanni Evangelista. La cerimonia terminerà con un corteo fino al monumento ai caduti in Piazza Giacomo Matteotti, dove verrà deposta una corona in ricordo delle vittime delle deportazioni.
Un programma ricco e significativo, che ha permesso alla cittadinanza di Montelupo di ricordare, attraverso i suoi luoghi simbolici e le testimonianze dirette, le atrocità della guerra e il sacrificio di coloro che furono privati della vita e della libertà.