08 Febbraio 2025
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Montelupo piange il suo maestro: Eugenio Taccini

24-01-2025 13:25 - Circondiario
Il mondo dell’arte, dell’artigianato, del lavoro in genere, è in lutto: Eugenio Taccini, maestro ceramista, ci ha lasciati, e con lui se ne va un pezzo di storia, arte e umanità di Montelupo Fiorentino. A 82 anni, dopo aver affrontato con dignità e consapevolezza una malattia incurabile, il maestro ceramista ha concluso il suo percorso terreno, ma non quello artistico, che continuerà a vivere attraverso le sue opere, i suoi colori e la sua visione unica.

"È l’ultimo vero maestro della ceramica", così lo ricordano in molti. Perché Taccini non si limitava a lavorare la ceramica: ne aveva fatto un’arte totale. La usava come tela per dipingere, come materia da scolpire, come mezzo per raccontare storie e riportare al presente l’antica tradizione ceramista di Montelupo. Amava chiamare i suoi manufatti “zaffere”, opere che celebravano il blu intenso e vibrante: “Il mare di Montelupo”, diceva con orgoglio.

Nato nel luglio del 1943, Taccini era un artista anarchico nell’anima, sempre spinto dall’inquietudine creativa, dalla voglia di sperimentare, dalla passione di chi vuole superare i limiti. Allievo di Venturino Venturi, ha rivoluzionato il genere ceramico con maschere straordinarie, una collezione iconica di Arlecchini e, soprattutto, con le sue opere ispirate a Pinocchio. I suoi pannelli ceramici hanno persino illustrato una prestigiosa edizione del celebre racconto, pubblicata in italiano e in inglese da Carlo Cambi editore nel 2000. Al Parco di Collodi, alcune delle sue più belle installazioni in ceramica rendono omaggio al burattino più famoso del mondo.

Montelupo Fiorentino, patria della maiolica rinascimentale e culla di artisti come Aldo Londi, Bruno Bagnoli e Beppe Serafini, è stata il centro della vita e dell’ispirazione di Taccini. Ma lui era diverso: istintivo, inquieto, a tratti polemico, ma sempre gentile, generoso e profondamente legato al suo paese. La sua bottega, nel cuore di Montelupo, era un luogo magico, un punto di ritrovo per chiunque amasse l’arte o volesse ascoltare il suo pensiero. Un intellettuale che non sapeva di esserlo, così lo ricordano: un uomo capace di coniugare semplicità e complessità, spontaneità e riflessione.

Le sue opere sono state esposte in tutto il mondo, da San Francisco a Philadelphia, e hanno impreziosito luoghi simbolo di Montelupo, come il Comune o alcune sedi dell’Asl. Nel 2000, raggiunse anche una particolare notorietà mediatica firmando l’edizione artistica del Barattolino Sammontana: un’idea che interpretò come un gioco, un modo di fondere arte e quotidianità.

A Montelupo, Taccini ha lasciato segni indelebili: le sue "Biciclette", sculture a grandezza naturale installate sulla rotonda d’ingresso al paese, e le dieci opere donate al Comune nel 2024, un ultimo gesto d’amore verso la sua terra. A Empoli le sue biciclette sono al Centro Coop. I suoi “Pinocchi” sparsi ovunque. Non c’era una volta che, entrando nella sua bottega di via XX settembre, non si fermasse a raccontare di questo o quel personaggio che erano arrivati a Montelupo da ogni angolo di mondo per omaggiarlo. Parlare con lui si scopriva un mondo fatto di tradizione e innovazione, di umiltà e genialità, un mondo che sembra scomparso ma che vive ancora nei suoi lavori.

Il comunicato stampa del comune di Montelupo fiorentino

Montelupo Fiorentino piange il maestro Eugenio Taccini

Taccini era malato da tempo, e la triste notizia è arrivata questa mattina nella città della ceramica.

Sarà difficile non vederlo più intento a dipingere o a lavorare la ceramica nella sua bottega di via XX Settembre, non averlo più come interlocutore appassionato e dal piglio deciso. Ancora più triste sarà non vederlo girare per le strade con la sua amata bicicletta, a cui ha dedicato una delle sue celebri opere.

Eugenio è l’uomo degli Arlecchini e di Pinocchio, un artista eclettico, maestro pittore e ceramista, vera e propria icona della città di Montelupo Fiorentino. Ha iniziato a lavorare la ceramica fin da piccolo, cominciando a fare i bordi ai piattini e scrivendo "Made in Italy" sul retro degli oggetti, respirando l’aria operosa delle botteghe.

Poco dopo i vent’anni ha arricchito la sua esperienza spingendosi in altri campi del figurativo, ottenendo risultati importanti con la pittura a olio su tela. In un processo di contaminazione ricca e virtuosa, rimanendo sempre ceramista, è stato allievo di Venturino Venturi ed è venuto in contatto con pittori affermati come Beppe Serafini, Bruno Bagnoli, Marz Mannucci e Aldo Londi.

Raggiunge la maturità artistica verso i trent’anni, quando il suo impegno e la sua creatività si rivolgono agli arlecchini, che emergono in grande quantità dagli scavi archeologici di Montelupo Fiorentino.

Recentemente ci ha spiegato che è impossibile riprodurre fedelmente un arlecchino, perché ognuna di quelle figure dissacranti e originali è diversa dall’altra e rispecchia il suo autore. Eugenio Taccini si considerava uno degli autori degli arlecchini, incoraggiato in questa direzione dal poeta anarchico francese Léo Ferré, che Taccini ricordava come il maggior estimatore delle sue riletture.

Continua a sperimentare tecniche e stili diversi, rivisitando decorazioni come la zaffera e compiendo continue ricerche sui colori per l’esecuzione di maschere, figure sacre e fiori. A partire dagli arlecchini, la sua ricerca gli dona uno dei suoi più grandi successi artistici: l’intensa attività sulla figura di Pinocchio.

Le sue opere di grandi dimensioni si trovano in molti spazi pubblici e privati, e alcune fanno parte di collezioni internazionali prestigiose. A Montelupo Fiorentino realizza, tra le altre, l’importante opera pubblica Biciclette (2014). Insignito dell’onorificenza di Cavaliere al Merito della Repubblica, ha partecipato a innumerevoli eventi negli Stati Uniti, in Canada, sul territorio nazionale ed europeo. Ha firmato un’edizione artistica da collezione del Barattolino Sammontana (2001) e ha legato la sua straordinaria capacità di illustratore al Parco della Fondazione Nazionale Carlo Collodi.

Eugenio ha sempre mantenuto un legame strettissimo con Montelupo, continuando a collaborare con i progetti della Fondazione Museo Montelupo e dell’amministrazione comunale. Nel 2022 ha preso parte alla mostra Blu Zaffera: la ceramica nelle sfumature del blu (Cèramica OFF 2022 e Villa Caruso Bellosguardo, 2023). Nel 2023 ha partecipato con tre pezzi inediti, realizzati per l'occasione (Eugenio Taccini, tre sogni, 2023), alla mostra Non è tutto oro: variazioni contemporanee sul lustro metallico e le sue imitazioni (Cèramica, Montelupo Fiorentino, 2023). Era presente anche all’ultima edizione di Cèramica con una sua opera nella collettiva SPICE. A luglio 2024 ha donato al Comune una collezione di opere, tra cui i piatti a lustro con Arlecchini realizzati nel 2023 per Non è tutto oro.

Eugenio Taccini è stato anche un uomo delle istituzioni rivestendo la carica di Consigliere Comunale dal 1975 al 1980 e poi di assessore dal 1978, sotto il Sindaco Luigi Ballotti.

«È un dolore autentico, una tristezza profonda quella che ha colto questa mattina Montelupo. Se ne va un simbolo della città. Un uomo che è molto più di un artista, che ha saputo tradurre in ceramica le ambiguità dell’animo umano, reinterpretando una figura tipica della tradizione montelupina: l’Arlecchino. Una scelta di stile, una poetica che affonda le radici nel suo animo inquieto e nel suo spirito anarchico e spigoloso. Il suo era un approccio originale e unico all’arte e alla materia, che sfuggiva sempre ai percorsi consueti e preordinati. Eugenio aveva saputo conquistare l’affetto di tante persone a Montelupo e fra i ceramisti, e prova ne è la vicinanza dimostratagli negli ultimi periodi non facili della sua vita.

“Solo viaggiando e confrontandosi con gli altri possiamo apprendere e incrementare le nostre conoscenze, la cultura è prima di tutto scambio” era solito sostenere. Faremo tesoro del tuo testimone. Buon viaggio, Eugenio», così il sindaco Simone Londi si fa portavoce del cordoglio di tutta la comunità montelupina.
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