15 Giugno 2025
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Morti sul lavoro, serve un impegno diffuso

13-12-2024 11:02 - Opinioni
di Mauro Valiani*

La tragedia dell’impianto Eni di Calenzano che ci annichilisce in questi giorni rende ancora più incandescente il tema salute e sicurezza dei lavoratori. Non bastavano i numeri dei morti, infortuni e malattie professionali ancora in aumento, anche nella nostra regione. Al di là delle specifiche responsabilità aziendali che incominciano a emergere, a ‘base’ delle riflessioni, come dice Rossano Rossi (Cgil Toscana), è che “il lavoro in questo paese è stato reso uno straccio”. I piani di una rinnovata strategia di intervento sono ben conosciuti da tutti i soggetti, politici e sociali. Quello che manca, per non ripetere le solite litanie dopo ogni accadimento, è un grande piano nazionale organico senza il quale ‘la responsabilità dei responsabili’ (dal governo in giù) viene miseramente meno.

Di fronte a questo gravissimo accadimento, emerge anche un altro specifico profilo: quello degli stabilimenti a rischio di incidente rilevante. La legge italiana, conosciuta anche come ‘legge Seveso’ (rinnovata con il Decreto Legisl. 105/2015) è un vero e proprio Testo Unico sulla materia del rischio di incidente rilevante che riordina oltre 30 anni di legislazione. Vengono definiti i compiti delle autorità competenti nonché gli adempimenti in capo all’impresa che gestisce l'impianto. In base ai quantitativi di sostanze e preparati pericolosi negli stabilimenti a pericolo di incidente rilevante si definiscono due categorie: stabilimento di Soglia Inferiore e Soglia Superiore. Di questi ultimi ne risultano 25 attivi in Toscana, tra i quali quello di Calenzano. Nel territorio empolese valdelsa ne è presente uno, Colorobbia Italia Spa, nel comune di Vinci (Sovigliana).

Come si ricorderà era stato proposto due anni fa anche un ‘gassificatore’ di rifiuti, pensato nelle vicinanze di un nucleo abitato (Marcignana-Empoli) che sarebbe rientrato in questa categoria per via dello stoccaggio di certi prodotti chimici. Il progetto è stato fermato, grazie a una forte mobilitazione popolare di cittadini/comitati che ha ulteriormente approfondito e diffuso conoscenza. La conseguente decisione del comune di Empoli di ‘non procedere’ (che ha anche fatto emergere uno stridore tra la sindaca e i vertici aziendali Alia e la Regione) è stata adeguata. In questa esperienza ci sembra che risuoni lo spirito della ‘legge Seveso’, in particolare all’art.24, c.1 (Consultazione pubblica e partecipazione al processo decisionale … ‘Il pubblico interessato deve essere tempestivamente messo in grado di esprimere il proprio parere sui singoli progetti specifici …’).

Dal principale soggetto addetto ai controlli (Arpat) apprendiamo che, in Toscana, “nel 2023 sono state controllati 9 stabilimenti rispetto al totale di 25 stabilimenti attivi (al 31/12/2023). Nel triennio precedente (2019-2021)… ogni stabilimento è stato controllato almeno una volta. Nel 2023 sono state richieste misure integrative, distinte in raccomandazioni e prescrizioni, ai gestori di 8 stabilimenti su 9 controllati”.

Ben sappiamo che una legge può anche rimanere un foglio di carta se manca un impegno diffuso di conoscenza, applicazione, controlli. E risorse! Da quest’ultima esperienza tragica emerge un pesante problema di sviluppo urbanistico in quella ormai densissima area centrale della Toscana, la Piana fiorentina. Fa bene il sindaco di Calenzano a porre il problema dello spostamento di quel megaimpianto. E pensare, invece, che in questi anni abbiamo dovuto combattere contro il progetto di altri ‘inserimenti’ (inceneritore, nuovo aeroporto).

La responsabilità dell’impresa - e della sempre più diffusa catena degli appalti - è la responsabilità primaria. Tuttavia, emergono anche altri ‘insegnamenti’, tra i quali, in particolare, la necessità di un rafforzamento del sistema dei controlli (più risorse per l’Agenzia di controllo ambientale e i Vigili del Fuoco!). Sottolineiamo anche le funzioni informative verso lavoratori e la popolazione, previste nella stessa legge: consultazione dei lavoratori sul Piano Emergenza Interno e consultazione della popolazione sul Piano Emergenza Esterno. Questi aspetti chiamano all’impegno anche il Comune dove insistono questi tipi di impianti (Art. 23 c.6. Informazioni al pubblico e accesso all'informazione…”Il comune ove è localizzato lo stabilimento mette tempestivamente a disposizione del pubblico, anche in formato elettronico e mediante pubblicazione sul proprio sito web, le informazioni fornite dal gestore ai sensi…”).

Non facciamo appassire la conoscenza e l’impegno su questi temi!

* già direttore Dipartimento Prevenzione ex Asl 11

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