Multiutility, il referendum è dei cittadini, non dei partiti: Tpe replica a FdI
19-07-2025 17:32 - Politica
Il Comitato Trasparenza per Empoli replica ad alcune affermazioni che Fratelli d'Italia ha fatto sul referendum chiesto dai cittadini (con oltre 4mila firme raccolte) sulla vicenda Multiutility e la sua quotazione in Borsa. Fratelli d'Italia si è detta contraria all'accorpamento del referendum alle elezioni regionali previste - se non ci sono novità - per il 12 ottobre. Ma Tpe che ha lanciato il referendum e che, pochi giorni fa, ha presentato anche un Comitato che lo sostiene, replica per chiarire, alcune affermazioni fatte da Fratelli d'Italia con un comunicato che, volentieri, pubblichiamo.
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Il referendum empolese è una questione che non ha niente a che fare con le questioni tra partiti, nel referendum si vota ma non si elegge nessuno. Detto questo apprezziamo che, in seguito alla visita in città del proprio candidato alle Regionali, Fratelli d'Italia abbia finalmente preso posizione sull'accorpamento come da noi richiesto, tuttavia, nel comunicato diffuso dal partito, riscontriamo molte inesattezze di carattere strumentale che meritano di essere chiarite. FDI si dice contraria all'accorpamento con l'intento dichiarato di “tutelare il diritto dei cittadini ad esprimersi in un contesto che favorisca la comprensione dei contenuti, la trasparenza delle informazioni e l'effettiva libertà di giudizio”, concetti che potremmo condividere, ma che vengono immediatamente traditi quando Fratelli d'Italia sostiene che le preoccupazioni sulla possibile privatizzazione dell'acqua pubblica, “sollevata in fase iniziale, sono state ora superate con la presentazione del piano industriale della multiutility Toscana”. “Questo aspetto è cruciale – dichiarano i consiglieri comunali Cosimo Carriero, capogruppo di Fratelli d'Italia, e Francesca Peccianti – le preoccupazioni emerse all'inizio del dibattito erano comprensibili ma ora non hanno più fondamento. La multiutility non prevede privatizzazione e questo punto deve essere chiarito con precisione per evitare strumentalizzazioni”. Queste affermazioni sono smentite dalle dichiarazioni dei protagonisti stessi della Multiutility. Durante la presentazione del piano industriale, l'amministratore delegato di ESTRA, Macrì, ha dichiarato che “tutte le utility italiane sono quotate e io da questa cultura manageriale non posso prescindere”, mentre Irace, AD di Alia Multiutility, ha confermato: “Non è che è stata esclusa, non è proprio prevista nell'orizzonte di piano”, chiarendo così che la quotazione in borsa non avverrà prima del 2029, ma resta in programma. Inoltre, nell'assemblea dei soci Alia dell'ottobre 2024, i sindaci hanno dato mandato alla società “di proseguire l'attività di rafforzamento e sviluppo della multiutility, nel solco del percorso autorizzato in Statuto e dai Consigli Comunali della maggioranza dei soci”, ovvero di continuare verso la quotazione in borsa come scritto nello Statuto di Alia e nelle delibere iniziali dei sindaci. Non si comprende quindi su quali basi FDI possa affermare che la quotazione in borsa sia stata esclusa, quando tutti i documenti e dichiarazioni ufficiali parlano solo di uno spostamento a dopo il 2029. Il partito conclude la sua dichiarazione auspicando che il referendum diventi “un'occasione di verifica e confronto, non una battaglia politica aperta: siamo favorevoli a una discussione aggiornata, basata su dati oggettivi e sul parere di esperti, per orientare le opinioni in modo chiaro e trasparente”. Tuttavia, proprio alla luce di quanto dichiarato dagli amministratori delegati e dagli atti ufficiali di Alia, appare evidente che chi realmente cerca di strumentalizzare il referendum, diffondendo notizie prive di fondamento e tentando di ricondurlo a dinamiche politiche legate alle elezioni regionali, sono coloro che, per interessi politici e ideologici, continuano a sostenere falsamente che la quotazione in borsa di Multiutility sia stata esclusa. In realtà, il percorso verso la quotazione è scritto nero su bianco nei documenti approvati e non può essere cancellato con dichiarazioni di comodo. Inoltre, è bene chiarire che la possibilità di svolgere referendum comunali in contemporanea con le elezioni regionali è già stata valutata e consentita dal legislatore nazionale, questo perché, come dimostra il caso di Alia Multiutility, la gestione della società è competenza esclusiva dei comuni e sulla quale la Regione Toscana non ha alcun potere decisionale in merito. La preoccupazione che il referendum possa influenzare l'esito delle regionali è quindi infondata e serve solo a confondere e indebolire il dibattito a tutto vantaggio di chi difende l'ingresso del privato nella gestione dei servizi pubblici. Infine, riguardo la falsa questione secondo cui l'accorpamento limiterebbe la libertà di voto dei cittadini, è sufficiente ricordare che la legge garantisce a ciascun elettore la piena libertà di accettare o rifiutare la scheda referendaria: chi non ritira la scheda del referendum non viene conteggiato ai fini del quorum, non esiste dunque nessuna interferenza tra le due consultazioni. Che piaccia o no, questa è la legge, questi sono i fatti, sanciti dagli atti ufficiali e dalle dichiarazioni degli amministratori. Del resto, è noto che una certa parte politica storicamente guarda con fastidio allo strumento referendario e puntualmente lo osteggia, oggi come ieri non sorprende quindi il ricorso a dichiarazioni strumentali che vengono regolarmente smentite dalla realtà dei fatti. Rinnoviamo l'invito a tutti i cittadini e le cittadine: affrontiamo insieme il referendum mettendo da parte le logiche di partito e scegliendo con consapevolezza e libertà ciò che è meglio per la gestione dei nostri beni e servizi essenziali. È una scelta che riguarda non solo il presente, ma anche il futuro delle generazioni che vivranno e lavoreranno su questo territorio.
Trasparenza per Empoli
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