Notte bianca, 'tutto va bene madama la marchesa'
11-07-2025 16:30 - Opinioni
Come è andata davvero la notte bianca dello scorso sabato che ha segnato l'inizio dei saldi? Il risultato è stato buono? Hanno lavorato solo gli esercenti del food e le gelaterie strapiene o anche per gli altri è valsa la pena stare aperti? La verità sta nei numeri, ovvero negli incassi, ed ognuno vede i propri ma qualche considerazione di carattere generale si può provare comunque a fare cercando di andare oltre le ormai consuete claque dei social o la banalissima frase “a Empoli non si organizza mai niente” che ormai ha stuccato quanto, se non di più, di quella sulle lucine di Natale.
Partiamo col dire che l'amministrazione fa sicuramente bene ad organizzare simili eventi, utili per venire incontro al settore del commercio che, indipendentemente da Empoli, non gode in generale di ottima salute. Il giro era pieno, anche se non è che serva il talento commerciale di Jeff Bezos per portare gente in centro un sabato sera di luglio quando chi non è andato al mare di stare in casa ne ha poca voglia. E' anche vero, però, che molti negozi avevano scelto di stare chiusi. Chi ha fatto un giro d'Empoli ha potuto vedere molte saracinesche abbassate, commercianti che hanno preferito non aprire. Il motivo o i motivi? Ci può essere chi lo ha fatto perché ha magari pensato che, raffrontando spese sicure con guadagni probabili, era meglio tenere chiuso, come c'è chi magari non crede a queste iniziative o chi inizia ad essere un po' stanco di certi meccanismi e schemi del commercio che vanno avanti ormai da oltre dieci anni.
Già, perché vivendo a Empoli non è difficile sentire mugugni e critiche e, se è vero che per tradizione accontentare i commercianti non è semplice, è altrettanto vero che, anche di recente, segnali in questo senso non sono mancati. In occasione di una recente assemblea dei commercianti, ad esempio, è stata ventilata anche la voglia di costituire una nuova associazione parallela a quella del centro storico, notizia che ha fatto timidamente capolino anche sulla stampa per bocca di un esponente politico. Poi magari nessuno la farà anche perché le iniziative che escono dal solito schema non sono mai facili da organizzare a Empoli (già…), ma solo il fatto che se ne parli testimonia che qualcosa sotto bolle e che tutto non è idilliaco come si vuol far credere.
La svolta che la nuova giunta aveva lasciato capire di voler fare in materia di cambio degli equilibri del commercio, infatti, nessuno l'ha vista se non per qualche timido tentativo (vedi mercato del Forte dei Marmi) che ormai si fatica a ricordare. Poi tutto è tornato come al solito. Nessuno ne ha capito il motivo, ma così è e sono in molti, fra gli attori del commercio, ad essersene accorti. In pochi hanno voglia di esternarlo pubblicamente (già…) ma, oltre ad osservare, basta parlare con le persone per sentirlo dire.
Tutto, infatti, è come prima, come sempre, come negli ultimi dieci anni (ora undici). Chi va oltre l'apparenza, la musica, i social e il giro pieno di gente lo può chiaramente capire. Pare infatti che senza questo schema, a Empoli, non si possa fare niente. C'è una canzone francese di Ray Ventura dal titolo "Tout va très bien, madame la marquise". Nel testo si legge di un abilissimo maggiordomo che rassicura la marchesa dicendole che tutto va bene, nonostante che così proprio non sia. Un'espressione mutuata ironicamente anche dalla lingua italiana per indicare che in realtà le cose non stanno andando poi così bene e che c'è un tentativo di minimizzare i problemi. Ma l'abilità del maggiordomo, ormai padrone incontrastato della situazione, convince chi comanda: “tutto va bene madama la marchesa”.
E quindi notte bianca sia, fra dieci giorni notte cubana, e poi via con altre notti. Prima che, chissà, non ne arrivi una dei lunghi coltelli.
Partiamo col dire che l'amministrazione fa sicuramente bene ad organizzare simili eventi, utili per venire incontro al settore del commercio che, indipendentemente da Empoli, non gode in generale di ottima salute. Il giro era pieno, anche se non è che serva il talento commerciale di Jeff Bezos per portare gente in centro un sabato sera di luglio quando chi non è andato al mare di stare in casa ne ha poca voglia. E' anche vero, però, che molti negozi avevano scelto di stare chiusi. Chi ha fatto un giro d'Empoli ha potuto vedere molte saracinesche abbassate, commercianti che hanno preferito non aprire. Il motivo o i motivi? Ci può essere chi lo ha fatto perché ha magari pensato che, raffrontando spese sicure con guadagni probabili, era meglio tenere chiuso, come c'è chi magari non crede a queste iniziative o chi inizia ad essere un po' stanco di certi meccanismi e schemi del commercio che vanno avanti ormai da oltre dieci anni.
Già, perché vivendo a Empoli non è difficile sentire mugugni e critiche e, se è vero che per tradizione accontentare i commercianti non è semplice, è altrettanto vero che, anche di recente, segnali in questo senso non sono mancati. In occasione di una recente assemblea dei commercianti, ad esempio, è stata ventilata anche la voglia di costituire una nuova associazione parallela a quella del centro storico, notizia che ha fatto timidamente capolino anche sulla stampa per bocca di un esponente politico. Poi magari nessuno la farà anche perché le iniziative che escono dal solito schema non sono mai facili da organizzare a Empoli (già…), ma solo il fatto che se ne parli testimonia che qualcosa sotto bolle e che tutto non è idilliaco come si vuol far credere.
La svolta che la nuova giunta aveva lasciato capire di voler fare in materia di cambio degli equilibri del commercio, infatti, nessuno l'ha vista se non per qualche timido tentativo (vedi mercato del Forte dei Marmi) che ormai si fatica a ricordare. Poi tutto è tornato come al solito. Nessuno ne ha capito il motivo, ma così è e sono in molti, fra gli attori del commercio, ad essersene accorti. In pochi hanno voglia di esternarlo pubblicamente (già…) ma, oltre ad osservare, basta parlare con le persone per sentirlo dire.
Tutto, infatti, è come prima, come sempre, come negli ultimi dieci anni (ora undici). Chi va oltre l'apparenza, la musica, i social e il giro pieno di gente lo può chiaramente capire. Pare infatti che senza questo schema, a Empoli, non si possa fare niente. C'è una canzone francese di Ray Ventura dal titolo "Tout va très bien, madame la marquise". Nel testo si legge di un abilissimo maggiordomo che rassicura la marchesa dicendole che tutto va bene, nonostante che così proprio non sia. Un'espressione mutuata ironicamente anche dalla lingua italiana per indicare che in realtà le cose non stanno andando poi così bene e che c'è un tentativo di minimizzare i problemi. Ma l'abilità del maggiordomo, ormai padrone incontrastato della situazione, convince chi comanda: “tutto va bene madama la marchesa”.
E quindi notte bianca sia, fra dieci giorni notte cubana, e poi via con altre notti. Prima che, chissà, non ne arrivi una dei lunghi coltelli.
Marco Mainardi