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Pace, diritto alla casa e lavoro: Bundu (Toscana Rossa) si presenta

28-08-2025 21:19 - Politica
Tappa empolese per Antonella Bundu, candidata alla presidenza della Regione toscana per Toscana Rossa: è stata ospite del circolo Arci di Ponzano, dove ha potuto illustrare i propri propositi elettorali e dove è stato presentato ufficialmente il candidato empolese di Toscana rossa, Piero Bufano (nella foto sotto a destra insieme ad Antonella Bundu e Leonardo Masi)
“Toscana Rossa” è un progetto politico sostenuto da Potere al Popolo, Rifondazione Comunista e Possibile, insieme a una rete articolata di movimenti civici attivi sul territorio che hanno mosso i primi passi verso il tragitto che porta in Regione, proprio a Empoli, nei mesi passati.
Antonella Bundu tra Leonardo Masi ( a sinistra) e Piero BufanoLa biografia di Bundu riflette un percorso di militanza coerente e appassionato, maturato tra esperienze internazionali e un forte radicamento nei movimenti di base. Nata a Firenze nel 1969 da madre italiana e padre sierraleonese, Bundu ha vissuto a Liverpool e in Sierra Leone, sviluppando una visione politica fondata su giustizia sociale, antirazzismo e partecipazione popolare. “Mi sono formata politicamente in contesti dove la solidarietà non era una parola astratta, ma una necessità concreta”, racconta.
Dagli anni della Pantera all'attivismo nei quartieri popolari fiorentini, fino alla candidatura a sindaca nel 2019, quando ottenne un sorprendente 7,2% dei voti, Bundu ha sempre mantenuto una posizione autonoma e radicale a sinistra. Oggi con Toscana Rossa rilancia una sfida collettiva: portare in Regione le istanze che arrivano dai territori, con un programma chiaro e senza ambiguità.

Il primo punto su cui si fonda questa proposta politica è la pace. Un termine che, nella narrazione di Bundu, si svincola dal linguaggio retorico per diventare atto di responsabilità istituzionale. “Parlare di pace oggi significa rifiutare l'economia di guerra che sta prendendo piede anche in Toscana”, afferma. “Invece di spendere milioni per installazioni militari o basi NATO, proponiamo di investire in sanità, casa, lavoro, scuola. La pace si costruisce partendo da lì”. Un esempio concreto, secondo Bundu, è la recente inaugurazione del comando NATO a Rovezzano, a cui ha partecipato anche l'attuale presidente della Regione: “Chi dice di voler uscire dalla NATO e poi presenzia a inaugurazioni di questo tipo non sta facendo politica per la pace, ma per l'apparato bellico”.

Altra priorità centrale nel programma è il diritto alla casa. Abbiamo 5.000 alloggi pubblici sfitti, mentre migliaia di persone vivono in emergenza abitativa. È inaccettabile”. Toscana Rossa propone un piano immediato per il recupero e l'assegnazione di questi immobili, accompagnato da un investimento strutturale nel patrimonio edilizio pubblico. “Il diritto all'abitare è un pilastro di qualsiasi società giusta. Eppure si continua a preferire la repressione, gli sgomberi, l'isolamento. Ma non si risolve il disagio abitativo con la polizia: serve una risposta politica e sociale”. L'episodio recente dello sgombero di una chiesa occupata a Pistoia – autorizzato dal sindaco Tomasi – è per Bundu emblematico: “Si è intervenuti con la forza in un luogo sacro, senza alternative dignitose. È questa la destra che si presenta come rassicurante?”.

Anche sul tema del lavoro, Bundu propone una rottura con l'approccio dominante. “Non possiamo continuare a chiamare sviluppo l'arrivo di multinazionali che pagano poco, inquinano e se ne vanno appena cambia il vento”, spiega. Toscana Rossa propone un'economia territoriale, basata su filiere corte, cooperative, imprese sociali e agricoltura sostenibile. Al centro c'è la dignità del lavoro: salario minimo regionale, abolizione del precariato istituzionalizzato negli appalti, valorizzazione del lavoro di cura. “Vogliamo che ogni lavoratore, ogni lavoratrice, venga riconosciuto come tale, indipendentemente dalla provenienza. Oggi invece si continua a parlare di ‘migranti' come se fossero una categoria a parte, invisibile e sfruttabile. Noi diciamo che l'accoglienza è una questione di classe”.

Nel programma di Toscana Rossa c'è poi una visione profonda e articolata della transizione ecologica, lontana dal “greenwashing” delle forze di governo. “Ci dicono che vogliono la sostenibilità e poi autorizzano ampliamenti aeroportuali nel cuore di aree verdi”, denuncia Bundu. “Noi ci opponiamo all'allargamento dell'aeroporto di Firenze e vogliamo invece rilanciare il Parco agricolo della Piana, come previsto prima del PIT del 2014. Quella pianificazione va recuperata, non aggirata”.
La proposta di Toscana Rossa include un piano per il risparmio energetico, il sostegno all'agricoltura contadina, la produzione diffusa di energie rinnovabili e l'opposizione a ogni grande opera calata dall'alto. “La transizione ecologica non si fa con le parole, ma con le scelte. E noi abbiamo già dimostrato da che parte stiamo”.

Anche la sicurezza viene ridefinita in chiave radicalmente diversa rispetto al modello attuale. “Non crediamo in una sicurezza fatta di telecamere, carceri nuove e marginalizzazione sociale. La vera sicurezza nasce dal garantire i diritti fondamentali: casa, lavoro, salute, istruzione”. Bundu fa riferimento ai progetti di costruzione di nuovi istituti penitenziari, come quello previsto a Grosseto, lontano dal centro abitato: “Spesso si tratta solo di spostare il problema, nascondere il disagio, senza affrontarlo alla radice. Le carceri devono essere luoghi di recupero, non di abbandono”. La stessa logica vale per il carcere di Sollicciano, che si vorrebbe abbattere e ricostruire in un'area ancora più periferica: “Questa è una politica dell'esclusione. Noi vogliamo riportare le persone al centro”.

Infine, il tema dell'identità politica. Toscana Rossa si presenta come un'alternativa autonoma tanto al centrodestra quanto al centrosinistra. “Non ci riconosciamo nel Pd e nel Movimento 5 Stelle”, chiarisce Bundu. “Il loro programma contiene tutto e il contrario di tutto. Parlano di salario minimo, ma non mettono in discussione le grandi alleanze economiche. Dicono di opporsi all'aeroporto, ma poi accettano compromessi. Noi invece ci presentiamo con un programma costruito dal basso, in cui ogni parola è frutto di una battaglia reale”. La coerenza, in questo caso, non è una virtù astratta ma una condizione necessaria per ridare fiducia alla politica. “Abbiamo scelto di metterci in gioco non per paura dell'altro, ma per affermare un'idea diversa di Toscana. Le persone devono votare sulla base delle nostre proposte, non per fermare qualcun altro”.

Toscana Rossa si rivolge dunque a tutte quelle persone che non si riconoscono più nei vecchi schieramenti, che non credono al ricatto del voto utile, che vogliono un'alternativa vera, non solo di facciata. È una lista che nasce nei quartieri, nei comitati, nei collettivi, nelle fabbriche, e che ora punta ad entrare in Consiglio Regionale per portare lì le istanze del basso. “Le istituzioni possono ancora servire – conclude Bundu – ma solo se ci entri con una voce libera, collettiva, capace di disturbare il potere, non di adattarsi a esso”.