Pavese (FdI): "Se vado in Regione chiederò che la Fi.pi.li passi all'Anas"
01-10-2025 17:01 - ELEZIONI REGIONALI 2025 - TACCUINO ELETTORALE
Federico Pavese, 49 anni, è il capolista di Fratelli d'Italia nel collegio Firenze 3 alle prossime elezioni regionali. Una lunga militanza politica alle spalle, un carattere diretto e un programma che mescola pragmatismo amministrativo e battaglie territoriali. Lo incontriamo a pochi giorni dal voto, mentre attraversa paesi e piazze della Valdelsa per ascoltare i cittadini.
«Faccio politica dal '97, sempre sul territorio». «Sono uno che farà politica anche a 90 anni– esordisce, scherzando Federico Pavese –. Ho cominciato nel 1997 e già dal '99 bazzicavo nei consigli comunali. A Montelupo mi sono candidato due volte a sindaco, una nel 2014 con una lista civica di centrodestra in un momento di grande diaspora, quando i grillini erano al massimo della spinta. La mia civica andò meglio del centrodestra ufficiale».
Pavese entra in consiglio comunale a Montelupo, poi approda a Empoli, con Fratelli d'Italia, dove resta cinque anni. Ci riprova ancora, a Montelupo, nelle amministrative di un anno fa. E' candidato sindaco, ora siede sui banchi dell'opposizione: «È stata un'esperienza formativa. Adesso sento che è arrivato il momento di fare un passo in più, portando le istanze della nostra zona in Regione».
Con il suo stile franco e il linguaggio da amministratore di lungo corso, Pavese incarna il volto di un centrodestra che vuole radicarsi in una Toscana finora ostile. La sfida è ambiziosa: trasformare il consenso crescente di Fratelli d'Italia – che i sondaggi stimano in doppia cifra – in un seggio regionale. «Difficile, ma non impossibile», ripete lui. «E io sono pronto».
Federico Pavese non nasconde il carattere ruvido: «Sono diretto, insistente, a volte rompic…», scherza, «ma credo che in politica servano persone che non abbiano paura di dire le cose come stanno. La Valdelsa merita un rappresentante che conosca i problemi reali e non debba chiedere permesso a Firenze».
«La Valdelsa ha bisogno di una voce diversa». Il collegio Firenze 3 comprende l'Empolese-Valdelsa, una zona storicamente governata dal centrosinistra. Pavese però è convinto che questa volta la partita sia aperta: «Il meccanismo elettorale ci dà qualche chance in più. Non sarà facile, ma non è impossibile. Per la prima volta il nostro territorio, anche in caso di sconfitta, può esprimere un consigliere regionale di centrodestra. Io voglio essere quella voce diversa, capace di rompere un equilibrio che dura da decenni».
Rifiuti, sanità, infrastrutture: le priorità del programma. Il candidato di Fratelli d'Italia mette sul tavolo tre grandi emergenze locali.
Rifiuti. «In Toscana la tariffa è altissima, nonostante i cittadini facciano gran parte del lavoro con la raccolta differenziata. Nell'Empolese-Valdelsa si supera il 90% di differenziata, ma le bollette non calano. C'è un sistema che non restituisce ai cittadini i risparmi promessi e che continua a esternalizzare servizi senza garantire né qualità né minori costi».
Sanità. «La sanità territoriale non funziona. Con i fondi PNRR stiamo costruendo l'Asse della Salute, ma mancano interventi rapidi, punti di primo soccorso efficienti e una vera medicina di prossimità. Chiude un pronto soccorso dopo l'altro e i tempi di attesa diventano insostenibili. Servono assunzioni stabili, non contratti interinali, e va potenziata l'assistenza domiciliare».
Infrastrutture. «Il ponte tra Limite e Fibbiana è il simbolo dei ritardi: se ne parla dal 1999 e i lavori sono partiti solo adesso. Non possiamo aspettare un quarto di secolo per un'opera strategica. La mancanza di collegamenti ha fatto morire pezzi di tessuto produttivo nella Valdelsa. Le imprese non possono restare isolate».
«Una politica fatta di ascolto, non di slogan». Il leitmotiv della campagna di Pavese è l'“ascolto”: «Ho girato il territorio per un anno intero prima della campagna elettorale, parlando con cittadini, imprenditori, associazioni. La gente non vuole promesse irrealizzabili, ma risposte concrete su rifiuti, sanità e strade».
Cultura e turismo: «Empolese Valdelsa capitale… diffusa». Pavese però non si ferma ai servizi essenziali. Un altro tassello del suo programma guarda allo sviluppo turistico e culturale: la sua idea è quella di creare un hub culturale che unisca tutto il territorio. Quello che ha dato i natali a Leonardo da Vinci e a Giovanni Boccaccio, che vanta tra i suoi personaggi illustri artisti come Benozzo Gozzoli e Jacopo Carrucci, il Pontormo. O, per essere più contemporanei, Indro Montanelli. E poi la Gerusalemme di San Vivaldo, le ceramiche di Montelupo, la nautica limitese. «Questa è una zona importante non solo per l'Empolese, ma per tutta la provincia di Firenze. Bisogna mettere a sistema tutto questo patrimonio, creando veri percorsi culturali e turistici, intrecciandoli con l'enoturismo. Non dimentichiamo le colline, la Val d'Elsa, Montaione, Gambassi. Tutte realtà da valorizzare di più, anche rilanciando la Via Francigena».
Il sogno? «Creare le condizioni per una candidatura dell'Empolese-Valdelsa a capitale diffusa della cultura italiana. Sarebbe un obiettivo ambizioso, ma possibile. Sto già lavorando con la maggioranza per far crescere questo progetto: negli anni, anche dall'opposizione, molte delle mie proposte sul turismo e sulla valorizzazione del territorio sono state accolte».
La prima mossa in Regione. Quale sarebbe il primo atto da consigliere regionale? Pavese non ha dubbi:
«Un provvedimento per far passare la Firenze–Pisa–Livorno di competenza ad Anas, così da accedere ai finanziamenti nazionali e ammodernare un'arteria strategica senza pedaggi. È una strada fondamentale per collegamenti, cultura, economia: dopo l'autostrada, forse la più importante della Toscana. Va messa a norma, mantenuta in maniera decente e tenuta lontana da ipotesi di vignette o ticket».
«Faccio politica dal '97, sempre sul territorio». «Sono uno che farà politica anche a 90 anni– esordisce, scherzando Federico Pavese –. Ho cominciato nel 1997 e già dal '99 bazzicavo nei consigli comunali. A Montelupo mi sono candidato due volte a sindaco, una nel 2014 con una lista civica di centrodestra in un momento di grande diaspora, quando i grillini erano al massimo della spinta. La mia civica andò meglio del centrodestra ufficiale».
Pavese entra in consiglio comunale a Montelupo, poi approda a Empoli, con Fratelli d'Italia, dove resta cinque anni. Ci riprova ancora, a Montelupo, nelle amministrative di un anno fa. E' candidato sindaco, ora siede sui banchi dell'opposizione: «È stata un'esperienza formativa. Adesso sento che è arrivato il momento di fare un passo in più, portando le istanze della nostra zona in Regione».
Con il suo stile franco e il linguaggio da amministratore di lungo corso, Pavese incarna il volto di un centrodestra che vuole radicarsi in una Toscana finora ostile. La sfida è ambiziosa: trasformare il consenso crescente di Fratelli d'Italia – che i sondaggi stimano in doppia cifra – in un seggio regionale. «Difficile, ma non impossibile», ripete lui. «E io sono pronto».
Federico Pavese non nasconde il carattere ruvido: «Sono diretto, insistente, a volte rompic…», scherza, «ma credo che in politica servano persone che non abbiano paura di dire le cose come stanno. La Valdelsa merita un rappresentante che conosca i problemi reali e non debba chiedere permesso a Firenze».
«La Valdelsa ha bisogno di una voce diversa». Il collegio Firenze 3 comprende l'Empolese-Valdelsa, una zona storicamente governata dal centrosinistra. Pavese però è convinto che questa volta la partita sia aperta: «Il meccanismo elettorale ci dà qualche chance in più. Non sarà facile, ma non è impossibile. Per la prima volta il nostro territorio, anche in caso di sconfitta, può esprimere un consigliere regionale di centrodestra. Io voglio essere quella voce diversa, capace di rompere un equilibrio che dura da decenni».
Rifiuti, sanità, infrastrutture: le priorità del programma. Il candidato di Fratelli d'Italia mette sul tavolo tre grandi emergenze locali.
Rifiuti. «In Toscana la tariffa è altissima, nonostante i cittadini facciano gran parte del lavoro con la raccolta differenziata. Nell'Empolese-Valdelsa si supera il 90% di differenziata, ma le bollette non calano. C'è un sistema che non restituisce ai cittadini i risparmi promessi e che continua a esternalizzare servizi senza garantire né qualità né minori costi».
Sanità. «La sanità territoriale non funziona. Con i fondi PNRR stiamo costruendo l'Asse della Salute, ma mancano interventi rapidi, punti di primo soccorso efficienti e una vera medicina di prossimità. Chiude un pronto soccorso dopo l'altro e i tempi di attesa diventano insostenibili. Servono assunzioni stabili, non contratti interinali, e va potenziata l'assistenza domiciliare».
Infrastrutture. «Il ponte tra Limite e Fibbiana è il simbolo dei ritardi: se ne parla dal 1999 e i lavori sono partiti solo adesso. Non possiamo aspettare un quarto di secolo per un'opera strategica. La mancanza di collegamenti ha fatto morire pezzi di tessuto produttivo nella Valdelsa. Le imprese non possono restare isolate».
«Una politica fatta di ascolto, non di slogan». Il leitmotiv della campagna di Pavese è l'“ascolto”: «Ho girato il territorio per un anno intero prima della campagna elettorale, parlando con cittadini, imprenditori, associazioni. La gente non vuole promesse irrealizzabili, ma risposte concrete su rifiuti, sanità e strade».
Cultura e turismo: «Empolese Valdelsa capitale… diffusa». Pavese però non si ferma ai servizi essenziali. Un altro tassello del suo programma guarda allo sviluppo turistico e culturale: la sua idea è quella di creare un hub culturale che unisca tutto il territorio. Quello che ha dato i natali a Leonardo da Vinci e a Giovanni Boccaccio, che vanta tra i suoi personaggi illustri artisti come Benozzo Gozzoli e Jacopo Carrucci, il Pontormo. O, per essere più contemporanei, Indro Montanelli. E poi la Gerusalemme di San Vivaldo, le ceramiche di Montelupo, la nautica limitese. «Questa è una zona importante non solo per l'Empolese, ma per tutta la provincia di Firenze. Bisogna mettere a sistema tutto questo patrimonio, creando veri percorsi culturali e turistici, intrecciandoli con l'enoturismo. Non dimentichiamo le colline, la Val d'Elsa, Montaione, Gambassi. Tutte realtà da valorizzare di più, anche rilanciando la Via Francigena».
Il sogno? «Creare le condizioni per una candidatura dell'Empolese-Valdelsa a capitale diffusa della cultura italiana. Sarebbe un obiettivo ambizioso, ma possibile. Sto già lavorando con la maggioranza per far crescere questo progetto: negli anni, anche dall'opposizione, molte delle mie proposte sul turismo e sulla valorizzazione del territorio sono state accolte».
La prima mossa in Regione. Quale sarebbe il primo atto da consigliere regionale? Pavese non ha dubbi:
«Un provvedimento per far passare la Firenze–Pisa–Livorno di competenza ad Anas, così da accedere ai finanziamenti nazionali e ammodernare un'arteria strategica senza pedaggi. È una strada fondamentale per collegamenti, cultura, economia: dopo l'autostrada, forse la più importante della Toscana. Va messa a norma, mantenuta in maniera decente e tenuta lontana da ipotesi di vignette o ticket».