Piatti abbondanti, cucina sincera: così si mangia da "Lella" Del Re
24-10-2025 12:40 - Lifestyle
Con questa nuova rubrica, Clebs.it apre una finestra sui ristoranti, le osterie e le trattorie dell'Empolese-Valdelsa, raccontati con sguardo autentico e curiosità sincera. Non una guida, non voti né classifiche, ma piccole fotografie di luoghi, persone e sapori: storie di cucina e di territorio, osservate con l'occhio di chi conosce bene il mondo della ristorazione ma ama ancora farsi sorprendere da un piatto semplice e vero.
Le recensioni sono firmate da “L'uomo è ciò che mangia”, pseudonimo scelto dall'autore per preservare la libertà di giudizio e lo spirito indipendente che da sempre caratterizzano le migliori tradizioni del giornalismo gastronomico. Ogni uscita sarà un invito a scoprire un angolo di gusto del nostro territorio, con rispetto, passione e una buona dose di curiosità.
Le sere d'estate sono state calde e sono passato tante volte in Piazzetta Garibaldi guardando con curiosità quei tavolini sempre presenti e sempre pronti per accogliere clienti, quei clienti che raramente ho visto seduti per aspettare di mangiare. O meglio quelli che ho visto erano clienti che vivevano fuori casa, edili a tavola dopo una doccia ristoratrice o turisti di passaggio che avevano scelto quel posto perché potevano mangiare all'aperto.
Una signora con un grembiulone addosso e con una cuffietta che a fatica copriva una bionda capigliatura scomposta era a guardia di quello spazio, dove una fetta di pizza in cartapesta dominava la scena.
La curiosità ha vinto e sono passato a leggere il menù. Un'offerta molto variegata che presuppone una organizzazione in cucina non indifferente visto che l'offerta è di piatti di mare e piatti di terra (cacciucco su prenotazione) ma anche di un ampio numero di pizze. Invece la signora bionda è da sola a fare da cuoca e da cameriera, in uno spazio angusto con tavoli anche all'interno, dedicandosi sempre, in attesa dei pochi clienti, a vedere la televisione.
Ed allora incuriosito ho convinto due amici e ci siamo seduti per sperimentare le capacità culinarie della signora con il grembiulone (poi svelatasi essere di origine napoletana, seppure di pochissime parole).
Io credo che ci sia un piatto che consente di conoscere meglio di altri la capacità di gestire i sapori di una cuoca o un cuoco e sono gli spaghetti alle vongole. A parte il fatto che, penso lo sappiate, ormai le vongole stanno scomparendo (e questo è un vero peccato) a causa soprattutto del cambiamento climatico che qualche scellerato continua a negare e spesso chiamano vongole le vongole filippine o i lupini, gli spaghetti alle vongole richiedono un buon lavoro di mantecatura e ovviamente una buona pasta al dente. Il mio esperimento la prima volta non è andato a buon fine perché mancava il condimento adeguato ma la seconda volta (sono cocciuto) gli spaghetti erano di buon livello.
Ma il piatto su cui la nostra cuoca napoletana investe di più presentandolo ben in evidenza su una lavagnetta, sono le orecchiette alle cime di rapa ( ricetta schiettamente pugliese ma la nostra signora non teme queste sfide). Ovviamente le cime di rapa richiedono la loro stagionalità e in cucina si usano spesso altre verdure simili. La pasta delle orecchiette è commerciale ma il piatto in bocca si presenta bene ed è equilibrato e gustoso.
Esiste anche la proposta audace di un menù completo di pesce con spaghetti allo scoglio, fritto misto e patate fritte. Temerari lo abbiamo provato e ha raggiunto la sufficienza.
Non ho potuto indagare sull'origine del pesce anche se nutro molti dubbi che possa esserci un approvvigionamento di pesce fresco, date le caratteristiche fisiche del locale.
Le porzioni sono molto abbondanti e la taciturna cuoca dice che questo è il suo stile.
I coperti interni sono limitati ( max 20) con un servizio igienico molto ristretto.
Mangiare al “Del Re” (così si chiama il locale) è un'esperienza curiosa, dove la cucina non ha effetti speciali, è molto sincera sfuggendo certe proposte un po'”ruffiane”, dove non potete trovare piatti speciali né vino di qualità ma dove si mangia tanto ad un costo che non ha eguali per un ristorante in città.
Le recensioni sono firmate da “L'uomo è ciò che mangia”, pseudonimo scelto dall'autore per preservare la libertà di giudizio e lo spirito indipendente che da sempre caratterizzano le migliori tradizioni del giornalismo gastronomico. Ogni uscita sarà un invito a scoprire un angolo di gusto del nostro territorio, con rispetto, passione e una buona dose di curiosità.
Le sere d'estate sono state calde e sono passato tante volte in Piazzetta Garibaldi guardando con curiosità quei tavolini sempre presenti e sempre pronti per accogliere clienti, quei clienti che raramente ho visto seduti per aspettare di mangiare. O meglio quelli che ho visto erano clienti che vivevano fuori casa, edili a tavola dopo una doccia ristoratrice o turisti di passaggio che avevano scelto quel posto perché potevano mangiare all'aperto.
Una signora con un grembiulone addosso e con una cuffietta che a fatica copriva una bionda capigliatura scomposta era a guardia di quello spazio, dove una fetta di pizza in cartapesta dominava la scena.
La curiosità ha vinto e sono passato a leggere il menù. Un'offerta molto variegata che presuppone una organizzazione in cucina non indifferente visto che l'offerta è di piatti di mare e piatti di terra (cacciucco su prenotazione) ma anche di un ampio numero di pizze. Invece la signora bionda è da sola a fare da cuoca e da cameriera, in uno spazio angusto con tavoli anche all'interno, dedicandosi sempre, in attesa dei pochi clienti, a vedere la televisione.
Ed allora incuriosito ho convinto due amici e ci siamo seduti per sperimentare le capacità culinarie della signora con il grembiulone (poi svelatasi essere di origine napoletana, seppure di pochissime parole).
Io credo che ci sia un piatto che consente di conoscere meglio di altri la capacità di gestire i sapori di una cuoca o un cuoco e sono gli spaghetti alle vongole. A parte il fatto che, penso lo sappiate, ormai le vongole stanno scomparendo (e questo è un vero peccato) a causa soprattutto del cambiamento climatico che qualche scellerato continua a negare e spesso chiamano vongole le vongole filippine o i lupini, gli spaghetti alle vongole richiedono un buon lavoro di mantecatura e ovviamente una buona pasta al dente. Il mio esperimento la prima volta non è andato a buon fine perché mancava il condimento adeguato ma la seconda volta (sono cocciuto) gli spaghetti erano di buon livello.
Ma il piatto su cui la nostra cuoca napoletana investe di più presentandolo ben in evidenza su una lavagnetta, sono le orecchiette alle cime di rapa ( ricetta schiettamente pugliese ma la nostra signora non teme queste sfide). Ovviamente le cime di rapa richiedono la loro stagionalità e in cucina si usano spesso altre verdure simili. La pasta delle orecchiette è commerciale ma il piatto in bocca si presenta bene ed è equilibrato e gustoso.
Esiste anche la proposta audace di un menù completo di pesce con spaghetti allo scoglio, fritto misto e patate fritte. Temerari lo abbiamo provato e ha raggiunto la sufficienza.
Non ho potuto indagare sull'origine del pesce anche se nutro molti dubbi che possa esserci un approvvigionamento di pesce fresco, date le caratteristiche fisiche del locale.
Le porzioni sono molto abbondanti e la taciturna cuoca dice che questo è il suo stile.
I coperti interni sono limitati ( max 20) con un servizio igienico molto ristretto.
Mangiare al “Del Re” (così si chiama il locale) è un'esperienza curiosa, dove la cucina non ha effetti speciali, è molto sincera sfuggendo certe proposte un po'”ruffiane”, dove non potete trovare piatti speciali né vino di qualità ma dove si mangia tanto ad un costo che non ha eguali per un ristorante in città.
L'uomo è ciò che mangia







