12 Giugno 2025
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Referendum, i perché di un fallimento sul quale occorre riflettere

09-06-2025 10:03 - Opinioni
di Stefano Tamburini


Riflessioni a urne ancora aperte e con il quorum come miraggio. Inutile aspettare, qualche punto in più o in meno cambierà zero.

1) Evitiamo di dire ancora una volta che gli elettori sono tutti scemi. Nel caso, se vogliamo parlare di ignoranza sui temi trattati bisognerà fare qualche riflessione su medium e messaggio. Il medium è il mezzo utilizzato per fare propaganda, riguarda la qualità complessiva della politica che promuove questi referendum e il Sistema Informazione: messo malissimo certo, ma per colpa di chi? Le leggi bavaglio sono ancora lì, e ogni volta viene aggiunto qualcosa per peggiorare le cose (lo ha fatto questo governo di centrodestra ma lo hanno fatto anche i precedenti di centrosinistra). Con questo quadro di incertezze, poi, gli editori sono ostaggio delle elemosine degli ammortizzatori sociali e degli sconti fiscali sulla carta o su altre spese: cosa potranno dire ai direttori e alle redazioni? Potranno permettersi di rompere le palle oltre il minimo sindacale quando sanno che dal potente di turno dovranno andare a trattare per salvare i loro bilanci? E poi, con i prepensionamenti forzati le redazioni si svuotano di qualità e si riempiono di smanettoni sottopagati che non sanno cosa sia una notizia. E con le leggi di adesso si guardano bene – con poche e lodevoli eccezioni – di recare disturbo al potente di turno. E poi c'è il messaggio. Siamo sicuri che i più sapessero di che cosa si stesse trattando con questa tornata referendaria? Non che la propaganda sia stata fatta male ma il problema è la propaganda che si fa giorno per giorno, in tempi di normalità. Per carità, non va messa in discussione l'Istituzione sindacato come baluardo per la difesa dei lavoratori ma siamo sicuri che questo sindacato (soprattutto quello confederale) sia attendibile e sia al passo con i tempi? Siamo sicuri che non venga percepito come difensore di diritti di chi già lavora e non come estensore di diritto al lavoro per chi non ne ha?

2) Credibilità della politica. I quattro requisiti sul lavoro erano un modo per cancellare leggi immonde messe lì da governi di centrosinistra. Il centrodestra avrebbe avuto un'occasione colossale per dire quello che diceva quando queste leggi erano state promulgate, e cioè che erano e sono una schifezza. Invece si è assistito al paradosso di un centrodestra che difende leggi immonde di centrosinistra e il centrosinistra che attacca leggi immonde fatte in altri momenti e con altri leader ma sempre di centrosinistra. La spiegazione c'è: centrodestra e “quel” centrosinistra non stanno dalla parte dei più deboli. E il problema è che né allora né oggi i più deboli se ne rendono conto. Però sarebbe un errore definire “scemi” quelli che stanno dalla parte ritenuta sbagliata, oggi come allora. Perché se non li hanno capiti è perché non gli è stato spiegato nel modo giusto o – peggio ancora – chi ha tentato di farlo non è stato ritenuto credibile.


3) C'è dunque un serio problema di percezione, se i più deboli con le loro assenze dai seggi fanno il gioco di chi difende evasori fiscali (una volta erano i violatori delle quote latte, oggi i balneari e i tassisti, tanto per restare alle categorie che più si agitano). E anche un problema di credibilità di chi si pone come alternativa, perché nel passato peggiore del centrosinistra non ci sono solo le leggi sul lavoro ma anche scelte in campo energetico e ambientale che ancora gridano vendetta. La storia del rigassificatore di Piombino che è stato messo lì in un porto angusto e con gravi pericoli per la salute pubblica, per giunta con l'inganno di un'emergenza falsa come una moneta da tre euro, diventerà ancora più devastante e con un centrosinistra locale che addirittura preme per tenerlo lì oltre i tre anni della falsa promessa iniziale. La storia del gassificatore di Empoli che stava per essere messo lì al Terrafino con l'inganno del “sottotraccia”, degli amministratori della futura Multiutility (su tutti Alberto Irace) che dettavano e dettano legge a sindaci scodinzolanti e ossequiosi. Quasi tutti di centrosinistra, con l'aggiunta in corsa di un iniziale feroce oppositore come il sindaco di Pistoia, di centrodestra. Copione poi ripetuto – quello del “sottotraccia” – a Rosignano, con un progetto analogo e un Pd prono alla bisogna dei succhiatori di risorse con giacca e cravatta, finti volti buoni e in realtà rappresentanti del peggio. E di questi esempi è purtroppo pieno il recente passato che fa rima con crescente disaffezione dalle urne.

4) Certo, stavolta i giovani sono andati a votare in modo più convinto, perché nelle politiche degli ultimi vent'anni (di destra e di sinistra) vedono il loro futuro compromesso. Ma quelli con il culo al caldo? Si è assistito al paradosso di difensori di fatto (con il non voto) delle leggi infami sul lavoro (Jobs Act) con un passato alle spalle di lavoratori dello Stato, del parastato o di aziende solide con alla peggio un decennio di cassa integrazione assicurata, oppure prepensionati a 50 anni. Prendiamole atto: chi ha avuto il culo al caldo se ne frega. E ha anche l'arroganza di fare lezioncine di morale. È evidente che il fallimento non è solo politico ma anche culturale. Di fatto si raccolgono i danni di decenni di rincoglionimento televisivo e, successivamente, di quello dei social dove imperano gli “ammiocuggino” che sanno tutto e ci costringono a dover rispiegare da capo che uno più uno fa due e perché non sia il caso di mettere in dubbio la forma più o meno sferica del Pianeta. Chi avrebbe potuto non solo non ha fatto niente, ma è stato fra i primi (ancora Matteo Renzi) a praticare il “balconismo” social. E la stessa cosa hanno fatto, pentendosene almeno in parte, i Cinque Stelle in epoca Grillo, con l'ala Taverna-Di Battista-Crimi impegnata a demolire il sistema dell'Informazione per sostituirlo con il “blog delle Stelle”, che altro non era che una sorta di Agenzia Stefani, pronta peraltro ad additare i giornalisti scomodi, come del resto faceva Renzi ogni settimana. Non possiamo puntare seriamente il dito contro i tentativi liberticidi di questo governo se prima non riconosciamo che questa, con forme diverse certo, è pratica purtroppo comune.

5) A seggi ancora aperti possiamo anticipare gli errori del dibattito del dopo, le grida isteriche sul boicottaggio del governo e sull'inconsistenza del Sistema Informazione. Vogliamo prendercela con un presidente del Consiglio che ha di fatto istigato all'astensione quando in passato è stato fatto da esponenti altrettanto importanti delle Istituzioni e di segno diverso? Onestà intellettuale necessiterebbe di ricordare gli attacchi isterici di Matteo Renzi nel 2016 al referendum contro le trivelle selvagge alla ricerca di misere gocce di petrolio o piccole sacche di gas. Certo, c'è anche l'atteggiamento del centrodestra attuale. Ma in pochi si chiederanno che credibilità ha una parte politica (il centrosinistra) che con una mano sostiene i referendum e con l'altra sottrae al popolo l'acqua pubblica per regalarla alla grande finanza della Multiutility tradendo un referendum che aveva certificato (quorum raggiunto e ampia maggioranza) l'acqua come bene comune. In pochi si chiederanno che credibilità ha un centrosinistra che a parlare con i più deboli ci va solo quando c'è da raccattare un voto per una sedia comoda. In pochi si chiederanno che credibilità ha un centrosinistra che, con qualche suo esponente riformista (poi un giorno bisognerà chiedersi anche che significato si vuol dare a questo aggettivo) che apre al nucleare “pulito”, che ancora per inciso non esiste ma che tradisce il chiaro responso popolare di ben due referendum.

6) Poi, certo, ci sarà anche da riflettere su un Paese che scivola nell'autoritarismo e in altre forme di libertà negata. Ma bisognerà chiederci come ci siamo arrivati, se chi c'era prima ha fatto di tutto per evitarlo. Bene, i seggi elettorali semideserti sono la risposta. Chi impersona i valori della sinistra non è più credibile da tempo. Servirebbe un bel repulisti e un metodo nuovo di approccio con le persone che si sono rotte le palle di essere trattate da carne da scheda elettorale.

7) Sì, poi certo… c'è anche il risultato concreto di un fallimento e di una “vendetta” che sarà fatta anche di una stretta sui referendum, su raccolte di firme che saranno alzate a livelli infami. Ma la colpa non sarà solo di chi farà tutto questo. Sarà anche di chi ha sbagliato tutto prima e sta sbagliando ancora.
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