Referendum Multiutility: il Comitato Trasparenza per Empoli accusa il sindaco Mantellassi di mancate risposte e poca chiarezza
19-06-2025 15:48 - Politica
Il Comitato Trasparenza per Empoli interviene con decisione nel dibattito sul referendum comunale riguardante la Multiutility, accusando il sindaco Alessio Mantellassi di ambiguità politica e mancata coerenza rispetto agli impegni presi in campagna elettorale. Al centro dello scontro, la possibilità di accorpare il referendum alle prossime elezioni regionali, una scelta che secondo il Comitato garantirebbe "partecipazione democratica e risparmio per le casse comunali".
Il sindaco Mantellassi, secondo quanto affermato in una intervista pochi giorni fa, pubblicata da un quotidiano locale, avrebbe dichiarato di non aver mai ricevuto una richiesta ufficiale di accorpamento. Ma il Comitato replica con fermezza: la richiesta fu presentata alla precedente amministrazione — di cui Mantellassi faceva parte — e fu proprio in quel contesto che arrivò il parere del Ministero, oggi usato come giustificazione per non procedere con l'election day.
Parere, sottolinea il Comitato, che è "autorevole ma non vincolante" e non rappresenta un ostacolo giuridico all'accorpamento, che sarebbe invece esplicitamente consentito dall'art. 6 del D.Lgs. 267/2000 e dallo Statuto comunale. Parlare di un “no del Ministero” come di un divieto invalicabile, affermano, "è una scelta politica, non giuridica".
"Il sindaco - prosegue Trasparenza per Empoli - dichiara anche di essersi detto disponibile a fine dicembre a convocare il
referendum, sostenendo che avremmo risposto “Ci risentiremo”, per poi non farci più sentire. In realtà, in quell’occasione gli abbiamo ribadito che eravamo in attesa della nuova delibera che lui aveva promesso di presentare, in sostituzione di quella con cui il Comune aveva conferito le proprie quote in Alia, nella quale era espressamente prevista la quotazione in Borsa. Una nuova delibera che comporterà il riesame da parte del Comitato dei garanti e una nostra valutazione conseguente, ma tale delibera non è mai arrivata".
Altro punto critico: la coerenza tra quanto dichiarato in campagna elettorale e l'operato successivo del sindaco. Se prima delle elezioni Mantellassi aveva annunciato il suo voto contrario alla quotazione in Borsa della Multiutility, dopo l'elezione ha invece votato in Assemblea per confermare il mandato al CdA di Alia a proseguire “nel solco del percorso autorizzato in Statuto”. Una posizione che, secondo il Comitato, equivale di fatto a rafforzare il cammino verso la privatizzazione.
Per questo motivo il Comitato ribadisce la richiesta di accorpare il referendum alle elezioni regionali, ritenendolo "uno strumento perfettamente legittimo e attuabile" in grado di garantire "trasparenza, partecipazione e risparmio". In ballo — concludono — non c'è solo una procedura amministrativa, ma il destino di beni comuni fondamentali come acqua, energia e rifiuti, che "non possono essere ceduti al mercato senza il pieno coinvolgimento dei cittadini".
"Su scelte così importanti e irreversibili", si legge nel comunicato, "devono essere i cittadini a decidere, nel modo più diffuso e capillare possibile, nel rispetto della volontà popolare e della trasparenza."
Il sindaco Mantellassi, secondo quanto affermato in una intervista pochi giorni fa, pubblicata da un quotidiano locale, avrebbe dichiarato di non aver mai ricevuto una richiesta ufficiale di accorpamento. Ma il Comitato replica con fermezza: la richiesta fu presentata alla precedente amministrazione — di cui Mantellassi faceva parte — e fu proprio in quel contesto che arrivò il parere del Ministero, oggi usato come giustificazione per non procedere con l'election day.
Parere, sottolinea il Comitato, che è "autorevole ma non vincolante" e non rappresenta un ostacolo giuridico all'accorpamento, che sarebbe invece esplicitamente consentito dall'art. 6 del D.Lgs. 267/2000 e dallo Statuto comunale. Parlare di un “no del Ministero” come di un divieto invalicabile, affermano, "è una scelta politica, non giuridica".
"Il sindaco - prosegue Trasparenza per Empoli - dichiara anche di essersi detto disponibile a fine dicembre a convocare il
referendum, sostenendo che avremmo risposto “Ci risentiremo”, per poi non farci più sentire. In realtà, in quell’occasione gli abbiamo ribadito che eravamo in attesa della nuova delibera che lui aveva promesso di presentare, in sostituzione di quella con cui il Comune aveva conferito le proprie quote in Alia, nella quale era espressamente prevista la quotazione in Borsa. Una nuova delibera che comporterà il riesame da parte del Comitato dei garanti e una nostra valutazione conseguente, ma tale delibera non è mai arrivata".
Altro punto critico: la coerenza tra quanto dichiarato in campagna elettorale e l'operato successivo del sindaco. Se prima delle elezioni Mantellassi aveva annunciato il suo voto contrario alla quotazione in Borsa della Multiutility, dopo l'elezione ha invece votato in Assemblea per confermare il mandato al CdA di Alia a proseguire “nel solco del percorso autorizzato in Statuto”. Una posizione che, secondo il Comitato, equivale di fatto a rafforzare il cammino verso la privatizzazione.
Per questo motivo il Comitato ribadisce la richiesta di accorpare il referendum alle elezioni regionali, ritenendolo "uno strumento perfettamente legittimo e attuabile" in grado di garantire "trasparenza, partecipazione e risparmio". In ballo — concludono — non c'è solo una procedura amministrativa, ma il destino di beni comuni fondamentali come acqua, energia e rifiuti, che "non possono essere ceduti al mercato senza il pieno coinvolgimento dei cittadini".
"Su scelte così importanti e irreversibili", si legge nel comunicato, "devono essere i cittadini a decidere, nel modo più diffuso e capillare possibile, nel rispetto della volontà popolare e della trasparenza."