14 Giugno 2025
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Referendum, tutto quello che c'è da sapere per andare al seggio a votare

03-06-2025 18:45 - Cronaca
Domenica 8 giugno dalle 7 alle 23 e lunedì 9 giugno dalle 7 alle 15, insieme alle elezioni europee e amministrative, gli italiani saranno chiamati a votare su cinque referendum abrogativi riguardanti il lavoro e la cittadinanza per cittadini extracomunitari. I quesiti sono stati promossi da CGIL e diverse associazioni per modificare alcune norme esistenti ritenute inique o penalizzanti per lavoratori e residenti stranieri.

Perché il risultato dei referendum sia valido, è necessario che voti almeno il 50% + 1 degli aventi diritto. Di seguito un vademecum completo, scheda per scheda, per capire meglio i temi e le conseguenze del voto.

SCHEDA VERDEQuesito 1: Jobs Act e reintegro dopo il licenziamento Cosa prevede il quesito: si propone di abrogare la parte del Jobs Act che ha eliminato il reintegro automatico nel posto di lavoro in caso di licenziamento illegittimo per chi è stato assunto dopo il 7 marzo 2015. Oggi, chi rientra in questa categoria ha diritto solo a un indennizzo economico (da 12 a 36 mensilità), a differenza di chi è stato assunto prima di quella data e può essere reintegrato.
Cosa cambia con il Sì: si tornerebbe a una tutela piena e uguale per tutti i lavoratori a tempo indeterminato, permettendo anche ai più giovani di ottenere il reintegro in caso di licenziamento ingiusto.

SCHEDA ARANCIONEQuesito 2: Licenziamenti nelle piccole imprese Cosa prevede il quesito: oggi, nelle aziende con meno di 16 dipendenti (come negozi o officine), in caso di licenziamento ingiustificato, l'indennizzo massimo previsto è di sei mensilità.
Cosa cambia con il Sì: verrebbe eliminato questo tetto, consentendo al giudice di stabilire un risarcimento più alto, in proporzione al danno subìto. L'obiettivo è offrire maggiore tutela anche ai lavoratori delle piccole realtà, spesso escluse dalle protezioni garantite nelle imprese più grandi.

SCHEDA GRIGIAQuesito 3: Lavoro precario e contratti a termine Cosa prevede il quesito: oggi le aziende possono assumere a tempo determinato per 12 mesi senza dover indicare una motivazione (“causale”). La causale diventa obbligatoria solo oltre l'anno.
Cosa cambia con il Sì: le imprese dovrebbero giustificare ogni contratto a termine sin dall'inizio, rendendo più difficile l'uso del tempo determinato senza reale necessità. Si punta a limitare l'abuso del precariato e a favorire contratti più stabili.

SCHEDA ROSA Quesito 4: Sicurezza nei luoghi di lavoro e appalti Cosa prevede il quesito: attualmente, un lavoratore che si infortuna mentre lavora in subappalto può chiedere risarcimento solo all'azienda che lo ha assunto, non al committente principale del progetto.
Cosa cambia con il Sì: si tornerebbe a una responsabilità solidale tra datore diretto e committente, così che il lavoratore possa chiedere il risarcimento anche all'azienda che ha affidato l'appalto. L'obiettivo è aumentare la sicurezza e la responsabilità nei cantieri e nelle filiere produttive.
SCHEDA GIALLA Quesito 5: Cittadinanza italiana per extracomunitari Cosa prevede il quesito: oggi i cittadini extracomunitari maggiorenni possono chiedere la cittadinanza dopo 10 anni di residenza legale in Italia.
Cosa cambia con il Sì: si ridurrebbe il requisito a 5 anni di residenza, accelerando l'accesso alla cittadinanza per chi vive e lavora regolarmente nel nostro Paese. L'obiettivo è favorire l'integrazione e il riconoscimento dei diritti civili, soprattutto per le famiglie con figli nati o cresciuti in Italia.
Presentarsi al seggio con un documento d'identità valido e la tessera elettorale.
Gli elettori residenti all'estero votano per corrispondenza.
È previsto il voto a domicilio per chi è infermo e impossibilitato a uscire, previa richiesta al Comune.
Le persone con disabilità fisica possono votare con l'assistenza di una persona di fiducia iscritta nelle liste elettorali.

Il referendum sarà valido solo se partecipa almeno il 50% + 1 degli aventi diritto.
Ma si può andare al seggio ma non ritirare le schede, come ha annunciato Meloni?
Sì, è possibile. Lo ha chiarito il Viminale: se l'elettore si reca al seggio ma rifiuta tutte le schede referendarie, non viene conteggiato tra i votanti e quindi non contribuisce al quorum. È il caso della presidente del Consiglio Giorgia Meloni che, pur annunciando la sua presenza fisica al seggio, ha dichiarato che non ritirerà le schede.
questa possibilità è prevista dalle “Istruzioni per le operazioni degli uffici di sezione” del Ministero dell'Interno. Se l'elettore è già stato registrato, il presidente di seggio dovrà annotare “non votante” e non apporre il timbro sulla tessera elettorale (a meno che non sia già stato messo).
Diversa è la situazione se le schede vengono ritirate ma poi restituite senza votare: in questo caso l'elettore è conteggiato come votante, e la scheda è annullata. Quindi contribuisce comunque al quorum.
In sintesi, cosa può fare l'elettore:

Non andare al seggio → non contribuisce al quorum.

Andare e votare (sì, no o scheda nulla) → contribuisce al quorum.

Ritirare solo alcune schede → contribuisce al quorum solo per i quesiti relativi a quelle schede.

Rifiutare tutte le schede
→ non viene conteggiato, quindi non contribuisce al quorum.

Ritirare le schede ma restituirle senza votare → è conteggiato come votante, le schede sono annullate, ma si contribuisce al quorum.

Per tutte le questioni pratiche per esercitare il voto nel comune di Empoli, vedere questo link: REFERENDUM, TUTTO QUEL CHE C'E' DA SAPERE PER ANDARE A VOTARE
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