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Regione, conto alla rovescia per la giunta: l'Empolese sarà rappresentata?

09-11-2025 08:29 - Politica
Il conto alla rovescia per la formazione della nuova giunta regionale toscana è ormai agli sgoccioli. Tra oggi, domenica 9 novembre, e domani, lunedì 10, Eugenio Giani, presidente riconfermato della Toscana, dovrebbe ufficializzare la squadra che lo affiancherà nel suo secondo mandato (anche se in programma per domani 10 novembre c'è un ultimo incontro-confronto con il segretario regionale del Pd Emiliano Fossi). Un annuncio che chiuderà settimane di intensi negoziati, riunioni private e pressioni politiche, ma che non sarà privo di polemiche e aspettative non soddisfatte. La composizione della giunta, che si preannuncia complessa e ricca di compromessi, si articola attorno a una doppia sfida: garantire un equilibrio tra competenze e rappresentanza territoriale, ma anche affrontare le richieste di un sistema politico che, seppur diviso, resta saldamente ancorato alle logiche di partito.

Tra i temi più caldi che hanno alimentato il dibattito in questi giorni c’è senza dubbio l’assenza di rappresentanza per Livorno, un territorio che ancora una volta rischia di restare fuori dalla giunta regionale. La città labronica, che nella scorsa legislatura non aveva avuto alcun assessore regionale, si ritrova ora nella stessa situazione, nonostante gli appelli del Partito Democratico locale e i documenti ufficiali sottoscritti dai sindaci. La notizia di un’ulteriore esclusione ha scatenato un malcontento palpabile tra le forze politiche e la cittadinanza, con molti che accusano la giunta di ignorare le esigenze di un territorio che, pur rappresentando un nodo cruciale per l’economia e la cultura regionale, è di fatto marginalizzato nelle decisioni politiche.
Fonti interne al Pd livornese definiscono l’assenza di un assessore «una delusione enorme», sottolineando che, nonostante i segnali di attenzione, il territorio non riesce mai a trovare spazio nei corridoi del potere regionale. Giani ha comunque lasciato aperta la possibilità di nominare un consigliere delegato per Livorno, ma una simile nomina non ha l’effetto di una vera e propria rappresentanza politica e difficilmente contribuirà a lenire i malumori. Il presidente, in un incontro pubblico a Livorno, ha dichiarato che non intende costruire la giunta sulla base delle rappresentanze provinciali, ma piuttosto privilegiare le competenze. Una linea che, seppur legittima sotto il profilo tecnico, rischia di non soddisfare le aspettative di chi reclama maggiore attenzione verso i territori più deboli o più lontani dai centri di potere regionali.

Se per Livorno la delusione è palese, per altre zone della Toscana la situazione appare ben più articolata. Intanto anche l'Empolese-Valdelsa, almeno restando ai rumors dei giorni scorsi, potrebbe restare senza una rappresentanza dentro l'esecutivo. Non l'aveva neppure nei cinque anni del primo mandato Giani (a Enrico Sostegni, rappresentante eletto nel territorio era stata affidata la guida della commissione sanità). Brenda Barnini, ex sindaca di Empoli, eletta nel consiglio, non solo ha fatto incetta di voti, ma rappresenta anche una delle aree più forti, politicamente e per consenso, del Partito Democratico. E, sulla sua possibile presenza in giunta, si parlava addirittura in piena campagna elettorale. Ma se sarà esclusa dalla squadra che Giani renderà nota a breve, sarà di sicuro per quel gioco di equilibri che, la nuova composizione della maggioraza di governo, deve esercitare. E non è escluso che alla rappresentante empolese venga assegnato un ruolo di primaria importanza, anche nella distribuzione dei compiti ai consiglieri.
All’interno del Partito Democratico toscano, non sono mancati scossoni nelle ultime ore, in particolare sulla figura di Monia Monni, attuale assessora all’Ambiente, punto di riferimento per l’area degli schleiniani. La sua conferma in giunta sembra ormai scontata, ma resta da capire quale delega le verrà assegnata. Secondo fonti vicine al Pd, la Monni potrebbe essere promossa a vicepresidente della giunta, ma la discussione è ancora aperta: c'è chi spinge per affidarle la Sanità, un ruolo di grande peso, ma che potrebbe minare il tradizionale equilibrio tra le varie anime del partito. In questo contesto, Monni è vista da molti come la figura del rinnovamento, ma anche come una possibile candidata per la presidenza della Regione nelle prossime elezioni, un’ipotesi che non manca di suscitare discussioni interne.

Il caso di Alessandra Nardini, assessora uscente e figura combattiva all’interno del Pd, è emblematico della tensione che attraversa la giunta Giani. Nonostante il suo sostegno da parte della segreteria nazionale di Elly Schlein, il suo ritorno in giunta sembra più complicato del previsto, anche a causa della sua lunga lotta per ottenere maggiore visibilità. Tra le varie opzioni, quella di farle assumere la presidenza del Consiglio regionale pare quella più probabile, ma ancora una volta la necessità di alleanze politiche trasversali rischia di rendere incerta la sua elezione.

Un altro grande nodo riguarda il Movimento 5 Stelle, che si prepara ad entrare ufficialmente nella giunta con un proprio assessore. Il nome più accreditato per il ruolo di assessore all’Ambiente è Luca Rossi Romanelli, storico esponente del M5S fiorentino. La sua nomina segna un passaggio importante per il movimento, che entra finalmente a far parte di una giunta regionale dopo anni di opposizione. Rossi Romanelli, ingegnere meccanico e attivo nel settore farmaceutico, ha una lunga carriera alle spalle e, con il suo ingresso in giunta, il M5S consolida il proprio ruolo nella maggioranza regionale, aprendo anche la strada a Lorenzo Masi, primo dei non eletti del collegio di Firenze 1, che subentrerà in Consiglio.

Non solo Pd e M5S: anche le altre forze della coalizione di governo, come Italia Viva, Sinistra Italiana e i Verdi, si preparano a rivendicare un ruolo di rilievo nella nuova giunta. L’attenzione si concentra su Lorenzo Falchi, capogruppo di Sinistra Italiana, e su Cristina Manetti, proposta per il ruolo di assessore alla Cultura. In particolare, i Verdi e Casa Riformista fanno pressione per ottenere incarichi importanti, ma Giani dovrà bilanciare le richieste senza minare il già fragile equilibrio interno al Pd.

Il quadro complessivo, pur con alcuni nodi ancora da sciogliere, sembra prendere forma. La giunta “Giani bis” si preannuncia come un mix di conferme e volti nuovi, con l’obiettivo di un governo che, almeno sulla carta, punta sulla competenza piuttosto che sul campanilismo. Tuttavia, le tensioni politiche non sono affatto risolte e, come accade in questi casi, la prima seduta del Consiglio regionale, fissata per lunedì 10 novembre alle 15, sarà l’occasione per capire se il governatore riuscirà a tenere unite le forze della maggioranza. Durante la seduta, infatti, oltre all’elezione dei nuovi organi consiliari, Giani presenterà il suo programma di governo, e con esso la sfida più grande: ricucire i rapporti interni e restituire un equilibrio politico a una Toscana che, per la prima volta in anni, sembra essere divisa tra le aspettative dei territori e le sfide di un governo che deve fare i conti con una nuova realtà politica e sociale.