I padri Scolopi, l'educazione come missione di vita
07-09-2025 13:56 - Opinioni
di Francesco De Cesaris*
Da ex alunno che ha frequentato il Calasanzio dalla primina fino alla quinta liceo scientifico (anno scolastico 1991/1992), tanti sono stati Padri Scolopi che ho avuto come insegnanti. In quinta elementare ebbi come maestro Padre Giovanni Panchetti: preciso nelle sue lezioni già ci trattava come piccoli uomini e donne; ricordo ancora la sua esortazione quando ci interrogava, facendoci stare in piedi accanto alla cattedra, dicendoci “coraggio!”. Padre Panchetti scrisse un piccolo libro che ogni tanto rileggo tutto d'un fiato su San Giuseppe Calasanzio, pensato apposta per i più piccoli ma che anche tanti adulti hanno apprezzato. Padre Panchetti amava il caffè che teneva sempre in un termos sulla cattedra, fumava le nazionali e un'altra sua passione era la buona tavola (il suo fisico ne era testimonianza). Un ricordo è legato a una lotteria che fu fatta una volta a scuola e Padre Panchetti vinse il primo premio, ovvero una Fiat 500.
Da ex alunno che ha frequentato il Calasanzio dalla primina fino alla quinta liceo scientifico (anno scolastico 1991/1992), tanti sono stati Padri Scolopi che ho avuto come insegnanti. In quinta elementare ebbi come maestro Padre Giovanni Panchetti: preciso nelle sue lezioni già ci trattava come piccoli uomini e donne; ricordo ancora la sua esortazione quando ci interrogava, facendoci stare in piedi accanto alla cattedra, dicendoci “coraggio!”. Padre Panchetti scrisse un piccolo libro che ogni tanto rileggo tutto d'un fiato su San Giuseppe Calasanzio, pensato apposta per i più piccoli ma che anche tanti adulti hanno apprezzato. Padre Panchetti amava il caffè che teneva sempre in un termos sulla cattedra, fumava le nazionali e un'altra sua passione era la buona tavola (il suo fisico ne era testimonianza). Un ricordo è legato a una lotteria che fu fatta una volta a scuola e Padre Panchetti vinse il primo premio, ovvero una Fiat 500.
Sempre alle elementari conobbi Padre Sesto Pieroni: grande e grosso rispetto a noi bambini, fisico da montanaro (era originario della Garfagnana), prete atipico rispetto agli altri perché aveva sempre addosso scarpe sportive, pantaloni scuri di fustagno e lupetto. Certo, la ginnastica era forse ferma come metodi agli anni ‘50, ma come ci divertivamo a fare ad esempio gli esercizi al cavallo con lui che ci aiutava a salire! Padre Sesto, oltre ad assistente spirituale degli Scout (rinati ad Empoli anche grazie a lui) insegnava anche religione con le consuete semplicità e chiarezza. Il suo sorriso e il suo stare alle battute restano proverbiali. Durante una festa degli ex alunni (eravamo già grandi) ci mettemmo a sedere con lui che stava sorseggiando tranquillo un amaro a fine cena: alla nostra richiesta di assaggiarlo ci disse “non è roba per voi”, ma qualcuno insistette e gliene versò poche gocce in un bicchiere: fu sfiorato lo svenimento.
Padre Mario Gerali fu nostro insegnante di religione; di lui ricordo soprattutto l'abilità di disegnatore: sapeva stupirci realizzando alla lavagna immagini di tutti i tipi con i gessi di vari colori. Qualcuno conserva ancora gelosamente alcune sue opere su carta. Padre Santino Giananti ci lasciò troppo presto: a noi insegnò storia, geografia ed educazione civica. Piccolo di statura, ciuffo ribelle, sapeva catturare l'attenzione e ci fece imparare a memoria i primi articoli della Costituzione.
Padre Mario Conti è stato per tutti l'insegnante di musica: per la strada lo riconoscevi da lontano per la sua andatura tipica e non esito a definirlo un grande musicista. Sapeva suonare gran parte degli strumenti (dalla tromba all'organo, dal pianoforte all'ocarina, dalla chitarra all'armonica) ed era stato compositore, arrangiatore, direttore e concertatore. Gran parte dei pezzi che ancora ricordiamo e canticchiamo, dal “trenino della neve” di quando eravamo alle elementari ai pezzi sacri in italiano e latino fino all'inno delle Scuole Pie eseguiti nei grandi concerti da parte del coro degli alunni, erano farina del suo sacco. Fu lui a rivelarci che l'inno d'Italia, poi modificato da Mameli, fu in realtà composto da un Padre Scolopio.
Padre Giovanni Grimaldi fu per noi insegnante di religione al liceo: capelli bianchissimi a tipo criniera di leone, occhietti furbi, battuta pronta (diceva sempre “mio nonno Cardinale…”), ricordo anche la sua esperienza come parroco a Sovigliana (da quanto fu amato oggi è intitolato a lui un giardino).
Padre Romeo Piroli meriterebbe un discorso a parte: a dispetto della sua esile e minuta corporatura è stato un gigante. Laureato in Lettere e in Teologia era di una cultura non comune e le sue lezioni erano a volte più universitarie che liceali. Fu lui a ideare, fra le altre cose, l'Associazione Ex Alunni e insieme a lui e ad altri riproponemmo dopo anni la tradizionale festa degli ex alunni a novembre. Presente al mattino sulle scale ad accogliere gli studenti, poi in classe a fare lezione (italiano, latino, storia, geografia, filosofia), al pomeriggio in cortile (celebri le sue performance calcistiche) e poi in presidenza. Sapeva come prendere per il verso ognuno di noi: aveva inventato la sospensione con obbligo di frequenza per tenere a bada anche quelli più agitati. Padre Piroli, come tutti gli altri Padri, era amato dagli empolesi: quando chiedeva un sostegno per le feste o le lotterie, arrivavano doni in quantità industriale. Tifoso di calcio, la sua vera passione era il Torino, tanto da portare sempre la sciarpa granata, spesso anche d'estate. La sera, nel refettorio dei Padri a fine cena, era sempre disponibile per uscire a prendere un caffè e senza bisogno di farci annunciare suonavamo un campanello di una delle tante famiglie amiche oppure il caffè si univa a una briscola a Pulica.
Non possiamo che essere grati, come ex alunni e ex alunne, a chi ha fatto della nostra educazione la sua missione di vita e che Dio conservi a lungo i Padri Scolopi e la nostra amata scuola, che per noi è una seconda casa e dico la verità: mancano anche i ceffoni o i nocchini che qualche Padre ha dato a diversi di noi ma sempre a fin di bene (e nessuno nega che sono serviti).
*ex alunno Calasanzio