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Risarcita famiglia di un deportato a Mauthausen

13-12-2024 16:50 - Cronaca
La decisione è arivata dal Tribunale di Firenze: la famiglia di Gaetano Comunale, maestro vetraio della vetreria Taddei, uno dei 55 empolesi deportati nel marzo del 1944, in seguito a uno sciopero, sarà risarcita da danni per "crimini di guerra e contro l'umanità".
Si tratta della prima volta. La prima sentenza che riconosce agli eredi di un deportato (Comunale morì nel campo di sterminio nazista). Il tribunale ha anche indicato l'importo che la famiglia del deportato dovrà avere: 720 mila euro.
Gaetano Comunale aveva aderito allo sciopero nazionale, che a Empoli si era tenuto qualche giorno dopo per il fatto che gli organizzatori volevano farlo coincidere con il emrcato settimanale. Per questa sua adesione fu arrestato insieme ad altri 25 operai della vetreria Taddei. Lo sciopero era stato organizzato per chiedere migliori condizioni di lavoro, un aumento del salario, ma anche per chiedere che la guerra fosse interrotta. Fu il Furher in persona a chiedere che chi aveva aderito a quella manifestazione fosse arrestato e fosse portato nei campi di sterminio.
Il sindaco del Comune di Empoli, Alessio Mantellassi e il consigliere comunale con delega alla cultura della memoria, Raffaele Donati hanno espresso la loro soddisfazione per questa sentenza. "Siamo soddisfatti del fatto che per la prima volta si riconosca a una famiglia empolese in un risarcimento per i dolori, le torture e la morte patite nei campi di concentramento nazisti – spiega il sindaco -. Conosco bene la realtà della famiglia della vittima in questione, da ex presidente, dell'Aned locali, e da sindaco. Sono contento che la nostra città, medaglia d'oro per la Resistenza, sia al centro di una sentenza in qualche modo storica. È un primo passo di un percorso che sappiamo essere lungo, ma che ci obbliga ad andare avanti in questa giusta direzione. La storia dei deportati nella ex vetreria Taddei non deve essere dimenticata e questa sentenza pone una pietra sul cammino verso la giustizia".
"Accogliamo la sentenza con grande soddisfazione – ha aggiunto il consigliere Donati - perché finalmente si riconosce per la prima volta il diritto al risarcimento per un deportato toscano, empolese precisamente, nei campi di concentramento nazifascisti. Sappiamo che è il primo passo per l'accesso al fondo governativo istituito nel 2022 e per questo continueremo a sostenere le famiglie empolesi che ne hanno fatto richiesta e a vigilare che, come espresso dal Consiglio comunale in un ordine del giorno votato all'unanimità lo scorso novembre, l'attuale governo si faccia carico del risarcimento per tutti coloro che lo hanno richiesto e ne abbiano diritto".
>Il caso è stato seguito, sul piano legale, dall'avvocato empolese Diego Cremona. A lui si sono affidati 60 familiari di altrettanti deportati della zona di Empoli e Montelupo Fiorentino, facendo leva sul fondo, per questi risarcimenti, che due anni fa, aveva istituito il governo presieduto da Mario Draghi.
Come dicevamo è la prima sentenza di questo tipo che riguarda un deportato dell'Empolese. Altre sentenze simili sono state emesse, anche dal tribunale di Firenze. Ma, tra i familiari delle vittime, resta un dubbio: quel fondo istituito da Draghi dovrà essere finanziato. Altrimenti non ci saranno i soldi per il ristoro deciso dal tribunale.
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