08 Febbraio 2025
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Migranti: si scrive Sai, si legge integrazione

18-01-2025 21:23 - Le interviste di Clebs.it
di Marco Mainardi

Tre lettere che racchiudono per molte persone migranti la speranza di una vita migliore. Sai, il sistema accoglienza integrazione che nel nostro territorio è attivo dal 2017 e fa capo all'Unione dei Comuni Empolese Valdelsa. Capofila è il consorzio Coeso Empoli che ha individuato in Maurizio Cei la persona adatta per ricoprire il ruolo di responsabile

A chi è rivolto il Sai?

Alle persone che hanno avuto risposta positiva alla loro richiesta di asilo. Possono farne parte anche richiedenti se hanno delle vulnerabilità

Le associazioni che fanno parte del progetto?

L'ente titolare è l'unione dei comuni. Noi di Coeso Empoli, dopo Oxfam nei due trienni precedenti, siamo i capofila dal luglio 2023 assieme alla stessa Oxfam che è rimasta nel progetto, la Misericordia di Empoli, quella di Certaldo e la cooperativa sociale La Pietra d'Angolo.

Da quando il Sai, prima Sprar, è operativo qui da noi?

Dal 2017, quindi siamo a metà del terzo triennio

Come spiegheresti il Sai a chi non lo conosce?

Formalmente è un'accoglienza di secondo livello per i migranti, un modo di completare il loro percorso di integrazione. In realtà, secondo me, è quello che dovrebbe essere dall'inizio, ovvero dare ai beneficiari la possibilità e gli strumenti per poter essere autonomi

In concreto?

Fare una formazione, provare a cercare un'occupazione, una casa, aumentare la rete di legami sul territorio. Non è un caso se va avanti da oltre venti anni e che sia in un migliaio di comuni italiani perché, secondo me, pur con le carenze che ci possono essere e che sono normali, è un modello che funziona

I riscontri, quindi, sono positivi

Noi siamo un progetto grande. Sul territorio degli undici comuni abbiamo 16 strutture su 6 degli undici comuni: Empoli, Castelfiorentino, Certaldo, Fucecchio, Montelupo, e Gambassi. Come persone 114 con un turnover di circa 150 l'anno totali fra entrate ed uscite

Perché dici che il modello funziona?

Lo vedi da come le persone escono dal percorso Sai. Ovvio che una soluzione per tutti è difficile da trovare, specie di fronte a complessità che anche noi non siamo in grado di gestire, ma buona parte di chi esce lo fa con una buona situazione, con lavori e con i problemi che chiunque può avere. Mi riferisco magari a non avere un lavoro strutturato o la possibilità di pagarsi un affitto, ma di persone che, una volta uscite dal progetto, di notte non sanno dove andare a dormire, in questi anni, ne abbiamo avute ben poche. Per capirsi, l'attivazione del servizio di emergenza freddo in tutti questi anni l'avremo fatta per un massimo di 4 o 5 persone. Se si pensa che dal 2017 ad oggi abbiamo accolto circa 500 persone, il bilancio è positivo

Capitolo lavoro: come risponde il mondo dell'imprenditoria?

Fin dal 2017 decidemmo di mettere una quota di budget importante sull'attivazione dei tirocini formativi extra curriculari. andiamo in azienda e proponiamo persone per le quali noi paghiamo i primi tre mesi di tirocinio. Quindi forza lavoro a zero costo per questo periodo nel quale possono valutare le persone. A volte può essere un'arma a doppio taglio

Perché?

Con l‘esperienza siamo riusciti a fare selezione delle aziende. Purtroppo a chi fa gola avere manodopera a zero costo c'è anche qui ed il nostro ruolo è capire se c'è davvero la possibilità di dare una chance reale alle persone. Quindi negli anni abbiamo coinvolto tante aziende, con alcune si è smesso mentre con altre il rapporto è bello, anche di presa in carico di persone con forte situazione di vulnerabilità. A Empoli, da questo punto di vista, c'è un bel tessuto

La risposta a voi che bussate alla porta, insomma, è stata buona?

Molto, tanti imprenditori hanno a cuore anche il sociale e prendono ragazzi perché credono in qualcosa di più e di diverso. Tanti si sono anche impegnati per aiutarli a trovare casa

La casa è il vero problema?

Forse in questo momento il più grosso. Oggettivamente non è una cosa semplice. C'è differenza fra accettare un tirocinio che, se non va bene, lo chiudi e mettersi una persona in casa. Convincere un proprietario di un immobile ad affittare ai nostri ragazzi non è semplice. Ci sono diffidenza, a volte anche razzismo. Il punto resta comunque quello delle garanzie che chi affitta chiede

Voi avete un ruolo di garanzia?

Purtroppo non possiamo farlo. Una forma di garanzia, in certe situazioni, è il pagamento da parte nostra dei primi sei mesi di affitto, ma si capisce bene che può non essere una motivazione decisiva per un proprietario. Poi ci sono anche i casi nei quali il ruolo di garanzia l'ha fatto l'azienda stessa garantendo la serietà della persona a cui paga lo stipendio

Che rapporto avete col pubblico?

Fino ad ora molto buono. Il Sai non esiste senza l'ente pubblico, nel nostro caso l'Unione dei Comuni. Questa è la differenza rispetto ai Cas che dipendono dalla prefettura. Il Sai invece è promosso a livello centrale da Ministero dell'Interno e da Anci, l'associazione nazionale dei Comuni. La scelta nel 2017 e poi di rinnovare negli anni arriva non dal terzo settore che gestisce ma dall'Unione che negli anni sente sempre più propria questa cosa. Anche nella gestione dei problemi che ci sono i rapporti sono buoni. E' un territorio che, nel complesso, ancora risponde bene

Con la società della salute?

Formalmente non è partner del progetto ma nella sostanza abbiamo rapporti molto frequenti. Alcuni dei nostri beneficiari devono essere presi in carico dal servizio sociale territoriale e quindi, di fatto, c'è una collaborazione continua e stretta

Il Sai resta un progetto a termine?

Purtroppo sì, nel senso che noi formalmente il 30 giugno del 2026 si chiude perché il progetto è triennale. Poi, se i sindaci decideranno come hanno sempre fatto finora di proseguire, la palla passa al ministero che mette a disposizione le risorse. Nel caso di un progetto in continuità è quasi un automatismo a meno che il governo non decida di tagliare il Sai e quindi si chiude. Una volta che c'è il via libera al rinnovo, parte la procedura di coprogettazione o di affidamento del servizio. E dal 2017 lo hanno sempre fatto

Visto che ne fai parte dal 2017 seppur con ruolo diversi, dal tuo punto di vista qual è la sensazione rispetto a questo progetto?

Seppur non formalmente, ho la sensazione di un percorso che ora è strutturale. I comuni lo sentono così e credo che sarà così anche con i nuovi sindaci. Il tutto con aspetti logicamente da migliorare, ma mi resta la sensazione di un territorio col quale abbiamo scambi produttivi. E' ormai parte della configurazione sociale dei nostri comuni e ne fanno parte associazioni importanti, un'ulteriore garanzia alla bontà del Sai.
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