Spese elettorali dei candidati, ecco chi ha speso cosa per conquistare il Municipio
10-06-2025 21:09 - Politica
Quanto sono costate le campagne elettorali dei candidati a sindaco del comune di Empoli? Per legge i dati dovrebbero essere resi pubblici ma, siccome questo passaggio non viene quasi mai fatto, siamo andati all'ufficio del collegio regionale di garanzia elettorale in corte d'appello a Firenze dove qualunque cittadino ne faccia richiesta può vedere i moduli firmati dai candidati con l'elenco di tutti coloro che hanno contribuito alla loro campagna elettorale, anche solo con 20 euro.
Senza cedere ad istinti voyeuristici riportando i nomi di privati cittadini o imprese che hanno contribuito, ci limitiamo ad un quadro d'insieme dei costi sostenuti dai diversi candidati. Iniziamo dal sindaco Alessio Mantellassi la cui campagna elettorale è stata la più costosa dei cinque. In totale sono stati poco più di 50mila gli euro rendicontati. Di questi circa 32mila 900 euro in beni e servizi conferiti dal suo partito, il Pd, mentre poco più di 17mila da terzi. Cercando qualche curiosità in questa cifra, circa 700 euro li ha messi di tasca lui mentre le due cene in strada hanno fruttato rispettivamente 4900 euro quella di via Fratelli Cervi a Ponte a Elsa e 3430 quella di piazza della Vittoria.
Leonardo Masi, andato al ballottaggio, ha rendicontato poco più di 14mila euro, 10490 dei quali finanziati da terzi. L'entrata maggiore arriva dal comitato con quasi 6mila euro, c'è poi la messa a disposizione di servizi per un totale di 3709 euro mentre nella lista figurano anche alcuni contribuenti singoli che hanno dato una cifra per la sua campagna elettorale (totale poco più di 2mila euro).
Al terzo posto di questa classifica c'è poi Simone Campinoti. L'imprenditore empolese ha speso in totale 6935 euro, quasi tutti coperti personalmente. Sono infatti 5120 gli euro messi di tasca a cui si devono sommare poi i 1815 euro finanziati da terzi. La somma è quasi interamente stata spesa per materiali e mezzi di propaganda.
E siamo a Maria Grazia Maestrelli, candidata per Italia Viva. La sua campagna elettorale ha avuto 3942 euro di spese, circa mille coperte personalmente da lei e 2941 da terzi.
Chiude questa classifica di spese Andrea Poggianti che, in rapporto al risultato, è senza dubbio quello che ha tratto il maggior ricavato dalla somma spesa. Il suo modulo è molto semplice perché ci sono spese per 1787 euro interamente coperte da lui. Nessuno, quindi, ha contribuito alle spese della sua campagna elettorale. Discorso diverso, invece, per quanto riguarda i 48 candidati delle sue liste. Per gran parte tutti hanno regolarmente dichiarato una somma tra 300 euro e 1000 euro ciascuno, in quanto, come spiega lo stesso Poggianti, “la campagna elettorale è stata un concorso di sostanza da parte di tutti i soggetti coinvolti"
Senza cedere ad istinti voyeuristici riportando i nomi di privati cittadini o imprese che hanno contribuito, ci limitiamo ad un quadro d'insieme dei costi sostenuti dai diversi candidati. Iniziamo dal sindaco Alessio Mantellassi la cui campagna elettorale è stata la più costosa dei cinque. In totale sono stati poco più di 50mila gli euro rendicontati. Di questi circa 32mila 900 euro in beni e servizi conferiti dal suo partito, il Pd, mentre poco più di 17mila da terzi. Cercando qualche curiosità in questa cifra, circa 700 euro li ha messi di tasca lui mentre le due cene in strada hanno fruttato rispettivamente 4900 euro quella di via Fratelli Cervi a Ponte a Elsa e 3430 quella di piazza della Vittoria.
Leonardo Masi, andato al ballottaggio, ha rendicontato poco più di 14mila euro, 10490 dei quali finanziati da terzi. L'entrata maggiore arriva dal comitato con quasi 6mila euro, c'è poi la messa a disposizione di servizi per un totale di 3709 euro mentre nella lista figurano anche alcuni contribuenti singoli che hanno dato una cifra per la sua campagna elettorale (totale poco più di 2mila euro).
Al terzo posto di questa classifica c'è poi Simone Campinoti. L'imprenditore empolese ha speso in totale 6935 euro, quasi tutti coperti personalmente. Sono infatti 5120 gli euro messi di tasca a cui si devono sommare poi i 1815 euro finanziati da terzi. La somma è quasi interamente stata spesa per materiali e mezzi di propaganda.
E siamo a Maria Grazia Maestrelli, candidata per Italia Viva. La sua campagna elettorale ha avuto 3942 euro di spese, circa mille coperte personalmente da lei e 2941 da terzi.
Chiude questa classifica di spese Andrea Poggianti che, in rapporto al risultato, è senza dubbio quello che ha tratto il maggior ricavato dalla somma spesa. Il suo modulo è molto semplice perché ci sono spese per 1787 euro interamente coperte da lui. Nessuno, quindi, ha contribuito alle spese della sua campagna elettorale. Discorso diverso, invece, per quanto riguarda i 48 candidati delle sue liste. Per gran parte tutti hanno regolarmente dichiarato una somma tra 300 euro e 1000 euro ciascuno, in quanto, come spiega lo stesso Poggianti, “la campagna elettorale è stata un concorso di sostanza da parte di tutti i soggetti coinvolti"