Stadio sì ma non così fa rete con altri comitati
01-08-2025 20:00 - Cronaca
Con un lungo post facebook, torna a farsi sentire il comitato ‘stadio sì ma non così'. Un post che fa rete con altri organismi simili (comitato stadio Pietralata, no grazie, Referendum X San Siro , comitato No Stadio a San Donato Milanese, la città ecologica) e che, al di là del parlare di altre realtà, punta l'indice su un modello che accomuna tutte le ristrutturazioni.
"Questo è post di riflessione, forse poco adatto allo stordimento agostano. Ma un piccolo ragionamento sul “modello Milano” occorre farlo, anche pensando al nostro tema specifico, perché coinvolge la gestione urbanistica generale a cui troppe città italiane di stanno avviando.
Senza necessariamente arrivare al sistema corruttivo di Milano, ovviamente, ma quella politica di deregolamentazione, smantellamento delle norme urbanistiche, paesaggistiche e ambientali, edilizie e urbanistiche, fino alla riduzione e alle “generose” (!) agevolazioni specifiche della tassazione per i progetti di trasformazione urbana, che ci impoverisce, ci riguarda tutti da vicino.
"Questo è post di riflessione, forse poco adatto allo stordimento agostano. Ma un piccolo ragionamento sul “modello Milano” occorre farlo, anche pensando al nostro tema specifico, perché coinvolge la gestione urbanistica generale a cui troppe città italiane di stanno avviando.
Senza necessariamente arrivare al sistema corruttivo di Milano, ovviamente, ma quella politica di deregolamentazione, smantellamento delle norme urbanistiche, paesaggistiche e ambientali, edilizie e urbanistiche, fino alla riduzione e alle “generose” (!) agevolazioni specifiche della tassazione per i progetti di trasformazione urbana, che ci impoverisce, ci riguarda tutti da vicino.
Parliamo di un modello di sviluppo che ha portato a una “incontrollata espansione edilizia”, e dove a dominare sono gli interessi privati, mentre quelli pubblici vengono calpestati, danneggiando e impoverendo la qualità del tessuto urbano e il benessere ambientale e sociale degli abitanti.
Il modello che ignora la pianificazione pubblica, svuota di contenuto le tutele ambientali e paesaggistiche, fa morire la città. Un sistema che trova rispondenza nella c.d. Legge Stadi, il “tana libera tutti” per la speculazione che ruota attorno al mondo del calcio, pieno di denaro, ma opaco, aggressivo e pericoloso.
Il punto politico è questo. E noi non possiamo non pensare immediatamente a quella oscena variante urbanistica scritta dal proponente, la società di calcio, per i suoi esclusivi interessi, che stravolge il contesto consolidato di quella vasta e importante area di Parma. Una proposta che si doveva IMMEDIATAMENTE RIGETTARE, se si avesse avuto realmente a cuore il bene collettivo, se si pensa al futuro della nostra città.
Ma che è ancora lì. Progettare il bene pubblico va nella direzione opposta a quella vergognosa proposta di un affarista privato, al quale di Parma non frega niente (chissà quanto ci starà…). Noi comunque lotteremo fino in fondo affinché NON PASSI, sicuro!”
Il modello che ignora la pianificazione pubblica, svuota di contenuto le tutele ambientali e paesaggistiche, fa morire la città. Un sistema che trova rispondenza nella c.d. Legge Stadi, il “tana libera tutti” per la speculazione che ruota attorno al mondo del calcio, pieno di denaro, ma opaco, aggressivo e pericoloso.
Il punto politico è questo. E noi non possiamo non pensare immediatamente a quella oscena variante urbanistica scritta dal proponente, la società di calcio, per i suoi esclusivi interessi, che stravolge il contesto consolidato di quella vasta e importante area di Parma. Una proposta che si doveva IMMEDIATAMENTE RIGETTARE, se si avesse avuto realmente a cuore il bene collettivo, se si pensa al futuro della nostra città.
Ma che è ancora lì. Progettare il bene pubblico va nella direzione opposta a quella vergognosa proposta di un affarista privato, al quale di Parma non frega niente (chissà quanto ci starà…). Noi comunque lotteremo fino in fondo affinché NON PASSI, sicuro!”