30 Aprile 2025
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Teatro Il Ferruccio, sei o sette cose da sapere: ecco come sarà

04-03-2025 17:26 - Cronaca
Quando fu lanciata la campagna di acquisto delle zolle, simboliche, per avviare la progettazione del nuovo teatro, aderirono 250 cittadini. Persone, per dirla con le parole dell'assessore alla cultura Matteo Bensi «che hanno dato un segnale di appartenenza a questo progetto» che oggi ha aperto i cantieri e si avvia verso il percorso che lo porterà a compimento. A quella campagna di fundraising, cioè reperimento di risorse, altre ne seguiranno.
Nelle prossime settimane l'amministrazione comunale, insieme all'Associazione Amici del teatro, ha organizzato una cena, al Palazzo delle Esposizioni, che avrà un duplice significato: illustrare il progetto del teatro e del parco culturale che nascerà in quell'area e anche sensibilizzare i cittadini a nuove campagne di reperimento risorse. Sarà lanciata la campagna “Adotta una poltrona”, nuova forma di sostegno e appartenenza a quest'opera, un modo per lasciare la propria firma su un'impresa culturale che sarà lasciata alle generazioni future.

Su cosa nascerà in quel luogo, cioè su come sarà il nuovo teatro comunale empolese, Il Ferruccio, già da mesi si stanno facendo iniziative ed eventi. Era stato fatto, in occasione della campagna delle zolle, addirittura un plastico, portato in giro per la città, presentato e raccontato a cittadini e associazioni.

Quello che sta prendendo corpo in piazza Guido Guerra, però, è leggermente diverso. Nella forma, non nei contenuti. E sarà svelato ai cittadini in occasione dell'evento del 15 marzo e in altri che verranno programmati in seguito.

Ma un'anticipazione del progetto nelle scorse settimane è avvenuto nella trasmissione “Nei Fatti”, condotta dal giornalista Alessandro Lippi su Canale 88, che ha ospitato insieme con l'assessore alla cultura Matteo Bensi, i progettisti: l'architetto empolese Mirco Donati e l'architetto fiorentino, di fama internazionale, Marco Casamonti entrambi della Archea Associati formata dal gruppo di professionisti che hanno rivisto il progetto primordiale e che cureranno la direzione artistica (il controllo della qualità dell'opera, della sua esecuzione, del materiale utilizzato) del progetto esecutivo.

Durante la trasmissione hanno fatto luce su diversi aspetti. Eccone alcuni.

Perché il progetto che sarà realizzato è diverso da quello presentato all'inizio di questa avventura? Quello che è stato presentato all'inizio di questo percorso era il risultato di un percorso partecipato con i cittadini. Presentava una curva nella parte posteriore dell'opera, che era stata pensata per seguire il corso della strada (la rotatoria al termine di via Battisti, all'incrocio con la Tosco Romagnola e il ponte De Gasperi che porta verso Spicchio e Sovigliana).

La struttura, nel progetto in fase di realizzazione prevede quella curvatura dal lato opposto, rivolta verso piazza Gramsci e diretta verso via Ridolfi. Spiegano gli architetti Casamonti e Donati: «Una soluzione che lega il tessuto urbano con il nuovo parco culturale, crea un asso con il cuore della città, con il luogo del passeggio, con il centro».

E in questo modo vengono salvaguardati i posti auto sul retro del Palazzo delle Esposizioni.

«Dal centro cittadino – ha spiegato l'architetto Casamonti – lo sguardo è rivolto verso il parco culturale, ma il teatro ha una grossa finestra un blocco che si erge verso il centro in una specie di legame, un dialogo tra i due luoghi».

Questione parcheggi. Fa chiarezza l'assessore Matteo Bensi. «Il progetto non prevede, come quello precedente, il parcheggio sotterraneo. Non si farà. Mentre stiamo lavorando già da adesso per dare nuova vita e nuova bellezza al parcheggio retrostante, il parcheggio dei pini. Si stanno potando le aiuole, stiamo studiando un modo per ricostruire il manto stradale, oggi dissestato, e dargli maggiore agibilità senza mettere in pericolo le radici degli alberi».

Il costo dell'opera. Il finanziamento che arriva dal Pnrr è di 9 milioni di euro, ai quali si aggiungono 900mila euro che sono stati finanziati dal Ministero della Cultura, per l'adeguamento del costo della vita. «Soldi che servono a realizzare l'opera per la quale sono partiti i lavori in queste settimane. Ma poi dobbiamo provvedere al resto dei lavori, come gli arredi , gli allestimenti e tutto il resto che servirà a rendere operativo il teatro, per il quale sono in corso interlocuzioni con enti pubblici e con privati. Nei nostri pensieri c'è anche un ripensamento del Palazzo delle Esposizioni».

Che fine farà il Palazzo delle Esposizioni. La parte più bassa, quella che si sviluppava a sinistra del corpo centrale, è stata demolita. «Servirà per realizzare le fondamenta del corpo centrale del Ferruccio» spiega l'architetto Mirco Donati. Ma nelle intenzioni dell'amministrazione c'è la volontà di reperire risorse per dare un nuovo volto al PalaEsposizioni, soprattutto per quel che riguarda la facciata. Pur essendo due corpi separati «dialogheranno tra loro – è la spiegazione che dà l'assessore Bensi – perché il Palazzo delle Esposizioni è un luogo importante per la città e lo sarà ancora di più inserito nel parco culturale di quell'area».

I tempi di realizzazione. Sul cartello che è stato apposto all'inizio del cantiere c'è scritto che la consegna dovrà avvenire al 31 dicembre del 2026. «Tempi nella norma con i lavori – spiega l'architetto Casamonti – augurandoci che tutto proceda senza intoppi. E questi tempi si riferiscono alla consegna dell'opera. Poi però, perché il teatro diventi usufruibile, serve altro tempo: occorre arredarlo, allestire gli interni, servono i collaudi tecnici, insomma, dobbiamo immaginarci ancora qualche mese oltre quella data».

Cosa ci sarà… “dentro”: anima e corpo del Ferruccio. Il progetto, spiegano i due architetti di Archea, è quello previsto dal bando: ci sarà una sala da cinquecento posti e una saletta più piccola da 150 posti.

Chi lo gestirà? Spiega l'assessore Matteo Bensi. «E' una sfida, quella che ci siamo dati, e per la quale ho accettato anche l'invito di Alessio Mantellassi a spendere le mie competenze per questo mandato di cinque anni. Una sfida per tutta la città Empoli esprime molte realtà e competenze culturali, abbiamo quattro associazioni iscritte al fondo nazionale per gli spettacoli dal vivo, quindi ricevono finanziamenti pubblici ogni anno per la prosa, per la musica, per il jazz. Nessuna di queste associazioni così importanti sul territorio locale e nazionale ha una sua struttura in gestione. Cosa vuol dire? Che nessuna di queste ha avuto la possibilità di investire nella proposta culturale in città, magari lo hanno fatto fuori. Per la prima volta avranno la possibilità di avere un contenitore a queste proposte culturali importanti che non trovano spazi in città. Questa è la risposta alla domanda sulla gestione del contenitore. Il Comune dovrà avere il “governo” della struttura ma lo dovrà fare responsabilizzando nella gestione quei soggetti che possono esprimere al meglio la produzione artistica».
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