Terrafino, il cuore industriale che vuole diventare una città nella città
11-12-2025 15:05 - Primo piano
di Emilio Chiorazzo
Un pezzo di città fuori dalla città, dove da sempre c'è il cuore produttivo dell'economia territoriale, dove ogni girono migliaia e migliaia di persone trascorrono ore in aziende, laboratori, uffici. L'operazione "svecchiamento" dell'area industriale del Terrafino, un chilometro quadrato nato progettualmente negli anni Ottanta del secolo scorso, parte da questo: una profonda conoscenza dello stato in cui si trova adesso, alla voglia di trasformarlo in un vero e proprio hub. E' da qui che il sindaco di Empoli, Alessio Mantellassi, parte per presentare il nuovo Piano di riqualificazione dell'area industriale. Da un documento che — come tiene a sottolineare fin da subito — non è una semplice lista di interventi, ma una visione complessiva, lunga e condivisa, per ripensare il principale distretto produttivo della città.
Un pezzo di città fuori dalla città, dove da sempre c'è il cuore produttivo dell'economia territoriale, dove ogni girono migliaia e migliaia di persone trascorrono ore in aziende, laboratori, uffici. L'operazione "svecchiamento" dell'area industriale del Terrafino, un chilometro quadrato nato progettualmente negli anni Ottanta del secolo scorso, parte da questo: una profonda conoscenza dello stato in cui si trova adesso, alla voglia di trasformarlo in un vero e proprio hub. E' da qui che il sindaco di Empoli, Alessio Mantellassi, parte per presentare il nuovo Piano di riqualificazione dell'area industriale. Da un documento che — come tiene a sottolineare fin da subito — non è una semplice lista di interventi, ma una visione complessiva, lunga e condivisa, per ripensare il principale distretto produttivo della città.
Dal “pezzo di città separato” all'hub produttivo integrato. Il Terrafino è nato negli anni Ottanta come molte aree industriali italiane: un agglomerato produttivo staccato dal tessuto urbano, funzionale, spartano, senza servizi per le migliaia di persone che ogni giorno vi lavorano. «È un pezzo di città a tutti gli effetti – ricorda Mantellassi – e come tale deve poter offrire servizi, spazi, luoghi di relazione, infrastrutture adeguate».
La trasformazione che il piano propone è proprio questa: superare la concezione “industriale” originaria e trasformare il Terrafino in un hub moderno, dotato di aree attrezzate, mobilità efficiente, sicurezza, spazi verdi, servizi per imprese e lavoratori.
Un anno e mezzo di ascolto: imprese, associazioni, sindacati. La delega al progetto è stata affidata all'assessore Adolfo Bellucci che per 18 mesi ha condotto un lavoro capillare di confronto: con Confindustria e i suoi associati, con la CNA e le imprese artigiane, con le organizzazioni sindacali e con gli operatori presenti nell'area.
Da questo dialogo sono emersi i quattro assi portanti del piano:
Manutenzione e decoro urbano Opere pubbliche strategiche Riorganizzazione della sosta e della mobilità strong Servizi e identità dell'area
Un ascolto che, sottolinea il sindaco, «ha trasformato gli spunti iniziali nelle direttrici fondamentali su cui impostare tutto il lavoro successivo».
Un report dettagliato per capire da dove si parte Il piano contiene un elemento chiave: un report completo sulle condizioni attuali di tutto il Terrafino. Strade, asfalti, illuminazione, verde, aree di sosta, organizzazione viaria: niente è stato lasciato al caso.
«Non possiamo procedere a tentoni – insiste Mantellassi – con un intervento qua e uno là solo per dare l'idea che qualcosa si muove. Serve una visione d'insieme».
Mobilità: più autobus, ciclabili e collegamenti sicuri. Tra gli interventi più visibili ci sarà il potenziamento del trasporto pubblico con Autolinee Toscane, che permetterà nuove fermate attrezzate, pensiline e zone di stazionamento più sicure.
In parallelo procede anche la progettazione della pista ciclabile lungo la 429, che collegherà Empoli con le aree produttive e i comuni limitrofi. Il Comune ha avviato un'interlocuzione con RFI per valutare soluzioni di sicurezza e spazio lungo via Livornese, dove ferrovia e strada corrono molto vicine.
Opere pubbliche: la rotonda del cavalcavia come simbolo. Nel piano triennale delle opere pubbliche è rientrata finalmente anche la rotonda del cavalcavia verso Castelluccio, un nodo viario atteso da anni. «È un simbolo – dice il sindaco – un intervento che richiama l'identità stessa del Terrafino».
Più servizi, più qualità della vita: spazi per mangiare, incontrarsi, lavorare meglio. Molti degli interventi previsti passeranno dai privati, con la regia urbanistica del Comune. È il caso delle nuove aree di ristorazione, di servizi e funzioni accessorie, che potranno insediarsi senza snaturare la vocazione produttiva dell'area.
L'obiettivo è chiaro: portare dentro il Terrafino quei servizi che esistono in ogni parte della città, perché chi lavora qui non sia costretto a uscire per ogni necessità quotidiana.
Un piano pubblico-privato per gli investimenti maggiori. Mantellassi insiste molto su un punto: il piano non è un catalogo di opere comunali, ma una strategia mista, dove pubblico e privato collaborano. Strumenti come i consorzi di area produttiva — già attivi in altre città italiane — potrebbero diventare decisivi per interventi infrastrutturali di grande portata.
Il Terrafino è oggi un mosaico di aziende, lavoratori, uffici, clienti, trasporti. Migliaia di persone lo attraversano ogni giorno. «È una città nella città – afferma il sindaco – e deve essere riconosciuta come tale».
Il nuovo piano vuole fare proprio questo: ridare identità, qualità, servizi e prospettiva a uno dei poli più importanti del nostro territorio.Un lavoro complesso, di lungo periodo, che richiederà investimenti rilevanti, ma che — nelle parole del sindaco — «finalmente ha una strada chiara da seguire».
“Non solo manutenzioni. Questo è un progetto per il benessere dei lavoratori” Accanto al sindaco interviene anche l'assessore Adolfo Bellucci, che ha seguito il piano in prima persona. Le sue parole raccontano la trasformazione del progetto dal punto di vista di chi, arrivando dal settore manutenzioni, pensava di trovarsi di fronte a un compito molto più limitato.
La trasformazione che il piano propone è proprio questa: superare la concezione “industriale” originaria e trasformare il Terrafino in un hub moderno, dotato di aree attrezzate, mobilità efficiente, sicurezza, spazi verdi, servizi per imprese e lavoratori.
Un anno e mezzo di ascolto: imprese, associazioni, sindacati. La delega al progetto è stata affidata all'assessore Adolfo Bellucci che per 18 mesi ha condotto un lavoro capillare di confronto: con Confindustria e i suoi associati, con la CNA e le imprese artigiane, con le organizzazioni sindacali e con gli operatori presenti nell'area.
Da questo dialogo sono emersi i quattro assi portanti del piano:
Manutenzione e decoro urbano Opere pubbliche strategiche Riorganizzazione della sosta e della mobilità strong Servizi e identità dell'area
Un ascolto che, sottolinea il sindaco, «ha trasformato gli spunti iniziali nelle direttrici fondamentali su cui impostare tutto il lavoro successivo».
Un report dettagliato per capire da dove si parte Il piano contiene un elemento chiave: un report completo sulle condizioni attuali di tutto il Terrafino. Strade, asfalti, illuminazione, verde, aree di sosta, organizzazione viaria: niente è stato lasciato al caso.
«Non possiamo procedere a tentoni – insiste Mantellassi – con un intervento qua e uno là solo per dare l'idea che qualcosa si muove. Serve una visione d'insieme».
Mobilità: più autobus, ciclabili e collegamenti sicuri. Tra gli interventi più visibili ci sarà il potenziamento del trasporto pubblico con Autolinee Toscane, che permetterà nuove fermate attrezzate, pensiline e zone di stazionamento più sicure.
In parallelo procede anche la progettazione della pista ciclabile lungo la 429, che collegherà Empoli con le aree produttive e i comuni limitrofi. Il Comune ha avviato un'interlocuzione con RFI per valutare soluzioni di sicurezza e spazio lungo via Livornese, dove ferrovia e strada corrono molto vicine.
Opere pubbliche: la rotonda del cavalcavia come simbolo. Nel piano triennale delle opere pubbliche è rientrata finalmente anche la rotonda del cavalcavia verso Castelluccio, un nodo viario atteso da anni. «È un simbolo – dice il sindaco – un intervento che richiama l'identità stessa del Terrafino».
Più servizi, più qualità della vita: spazi per mangiare, incontrarsi, lavorare meglio. Molti degli interventi previsti passeranno dai privati, con la regia urbanistica del Comune. È il caso delle nuove aree di ristorazione, di servizi e funzioni accessorie, che potranno insediarsi senza snaturare la vocazione produttiva dell'area.
L'obiettivo è chiaro: portare dentro il Terrafino quei servizi che esistono in ogni parte della città, perché chi lavora qui non sia costretto a uscire per ogni necessità quotidiana.
Un piano pubblico-privato per gli investimenti maggiori. Mantellassi insiste molto su un punto: il piano non è un catalogo di opere comunali, ma una strategia mista, dove pubblico e privato collaborano. Strumenti come i consorzi di area produttiva — già attivi in altre città italiane — potrebbero diventare decisivi per interventi infrastrutturali di grande portata.
Il Terrafino è oggi un mosaico di aziende, lavoratori, uffici, clienti, trasporti. Migliaia di persone lo attraversano ogni giorno. «È una città nella città – afferma il sindaco – e deve essere riconosciuta come tale».
Il nuovo piano vuole fare proprio questo: ridare identità, qualità, servizi e prospettiva a uno dei poli più importanti del nostro territorio.Un lavoro complesso, di lungo periodo, che richiederà investimenti rilevanti, ma che — nelle parole del sindaco — «finalmente ha una strada chiara da seguire».
“Non solo manutenzioni. Questo è un progetto per il benessere dei lavoratori” Accanto al sindaco interviene anche l'assessore Adolfo Bellucci, che ha seguito il piano in prima persona. Le sue parole raccontano la trasformazione del progetto dal punto di vista di chi, arrivando dal settore manutenzioni, pensava di trovarsi di fronte a un compito molto più limitato.
«Quando mi è stata data questa delega — confessa — ero preoccupato. Provenendo dalle manutenzioni immaginavo si trattasse solo di piccoli interventi: asfaltature, marciapiedi, un po' di verde. Mi chiedevo: che facciamo, semplici manutenzioni? Parlando con Alessio ho capito che non era una convenzione, ma un vero progetto che guarda al futuro. Una programmazione vera, che va oltre la zona produttiva e mette al centro il benessere dei lavoratori e la bellezza del Terrafino».
Quattro livelli di intervento Bellucci spiega che l'intero piano è stato diviso in quattro livelli:
Le manutenzioni ordinarie, necessarie e immediate. «Era il punto di partenza: strade, banchine, marciapiedi, tutto ciò che va fatto subito, secondo priorità e bilanci».
La riqualificazione, soprattutto delle aree di sosta e degli spazi privi di identità. «Dopo il ripristino abbiamo pensato a una vera riqualificazione, a dare ordine a tutte le aree di parcheggio».
L'identità del Terrafino, un valore che secondo Bellucci era assente. «Il Terrafino è troppo importante per Empoli per restare solo una zona industriale. Pur senza residenze, meritava un'identità riconoscibile».
Le opere strategiche, tra cui le due rotonde su via Livornese, quella verso il Castelluccio e quella all'uscita della PIP. «Sono veri e propri ingressi al Terrafino. Un biglietto da visita».
Ma è il quarto elemento quello più innovativo: ripensare il Terrafino come un hub del benessere, con servizi che oggi mancano completamente.
«Dobbiamo portare qui ciò che esiste nel resto di Empoli: servizi di mobilità, spazi attrezzati, trasporto pubblico, aree di sosta sicure, persino idee come il camion sharing. Tutto ciò che per un lavoratore o un cittadino è necessario, qui deve esserci».
Per Bellucci questo progetto non è un punto d'arrivo, ma una base su cui costruire: «Il piano è solo l'inizio. Da ora potremo andare nelle aziende, ascoltare, integrare, aggiungere. Ringrazio Alessio per questa delega: è stato davvero entusiasmante portare avanti questo percorso»."Vorrei portare anch'io una testimonianza personale, perché questo progetto non è solo un insieme di opere o un piano tecnico: è un cambio di mentalità", è l'avvio dell'intervento di Barbara Antonini, coordinatrice del presidio territoriale Empolese-Valdelsa di Confindustria Toscana Centro e Costa." Quando abbiamo iniziato a parlarne, da subito è stato chiaro che non dovevamo limitarci a sistemare ciò che già esiste, ma immaginare ciò che questa area può diventare nei prossimi anni. Il nostro territorio ha una forza produttiva straordinaria, ma per molti aspetti mancava un'identità condivisa, un'idea che unisse imprese, lavoratori e comunità. Questo percorso ci ha permesso di capire che la zona industriale non è un luogo “a parte”, ma uno spazio vivo, che merita qualità, servizi, bellezza.
La bellezza non è un orpello: è un elemento che rende più competitivo un territorio, che migliora il benessere delle persone e che aiuta anche le imprese a lavorare meglio. E quando parliamo di benessere, parliamo di sicurezza, mobilità, aree verdi, servizi utili a chi ogni giorno qui lavora. Per questo abbiamo sostenuto con convinzione i quattro livelli di intervento: dalla manutenzione ordinaria agli ingressi, fino alla riqualificazione delle aree di sosta e, soprattutto, alla creazione di un vero hub di servizi. Un luogo che sia all'altezza delle altre zone della città e che dia dignità a uno dei motori produttivi più importanti di Empoli. Ringrazio Alessio e tutte le associazioni che hanno lavorato insieme a noi. È un percorso che continueremo, perché questo piano non è un punto di arrivo: è l'inizio di una visione nuova, condivisa e finalmente ambiziosa per questa area strategica della nostra comunità".ELe fa eco Andrea Panchetti, presidente della Cna dell'Empolese--Valdelsa. "Vorrei portare anch'io il punto di vista delle nostre imprese, perché questo progetto sul Terrafino rappresenta per noi un passaggio fondamentale. Già il mio predecessore, Fabio Bianchi, aveva sottolineato come quest'area fosse un punto strategico non solo per Empoli o per l'Empolese-Valdelsa, ma per una parte importante della Toscana centrale. Parliamo di una zona vasta, ampia, densamente produttiva, che per anni ha atteso interventi di riqualificazione adeguati. Per questo accogliamo con favore il percorso avviato dall'amministrazione, consapevoli però del fatto che in passato le promesse sono state molte ma le realizzazioni non sempre all'altezza. Oggi, invece, la ripartenza di questo progetto ci dà uno stimolo nuovo: la voglia di lavorare insieme e la determinazione a trasformare un'area che non deve più essere solo luogo di attività industriali, ma uno spazio vivibile, aperto, capace di essere frequentato anche dalle famiglie e di integrarsi meglio nella vita quotidiana di chi ci passa gran parte della giornata". Panchetti poi punta il dito anche su un altro aspetto, che però, chiama in causa la Regione. "Voglio sottolineare un punto per noi decisivo: la battaglia comune sul tema del pedaggio. Se vogliamo riqualificare un'area così importante a livello regionale, non possiamo accettare che migliaia di lavoratori e operatori debbano essere penalizzati da costi aggiuntivi per accedervi. Su questo serve un impegno forte e condiviso, perché la competitività non passa solo dalle infrastrutture, ma anche dall'accessibilità". E chiude ringraziando l'amministrazione "per averci coinvolti in un percorso che crediamo possa davvero segnare un cambio di passo. Le aziende dell'Empolese-Valdelsa sono pronte a fare la loro parte: determinazione, collaborazione e chiarezza degli obiettivi sono le basi per restituire al Terrafino—e alle altre aree produttive del territorio—la dignità e le opportunità che meritano."
Quattro livelli di intervento Bellucci spiega che l'intero piano è stato diviso in quattro livelli:
Le manutenzioni ordinarie, necessarie e immediate. «Era il punto di partenza: strade, banchine, marciapiedi, tutto ciò che va fatto subito, secondo priorità e bilanci».
La riqualificazione, soprattutto delle aree di sosta e degli spazi privi di identità. «Dopo il ripristino abbiamo pensato a una vera riqualificazione, a dare ordine a tutte le aree di parcheggio».
L'identità del Terrafino, un valore che secondo Bellucci era assente. «Il Terrafino è troppo importante per Empoli per restare solo una zona industriale. Pur senza residenze, meritava un'identità riconoscibile».
Le opere strategiche, tra cui le due rotonde su via Livornese, quella verso il Castelluccio e quella all'uscita della PIP. «Sono veri e propri ingressi al Terrafino. Un biglietto da visita».
Ma è il quarto elemento quello più innovativo: ripensare il Terrafino come un hub del benessere, con servizi che oggi mancano completamente.
«Dobbiamo portare qui ciò che esiste nel resto di Empoli: servizi di mobilità, spazi attrezzati, trasporto pubblico, aree di sosta sicure, persino idee come il camion sharing. Tutto ciò che per un lavoratore o un cittadino è necessario, qui deve esserci».
Per Bellucci questo progetto non è un punto d'arrivo, ma una base su cui costruire: «Il piano è solo l'inizio. Da ora potremo andare nelle aziende, ascoltare, integrare, aggiungere. Ringrazio Alessio per questa delega: è stato davvero entusiasmante portare avanti questo percorso»."Vorrei portare anch'io una testimonianza personale, perché questo progetto non è solo un insieme di opere o un piano tecnico: è un cambio di mentalità", è l'avvio dell'intervento di Barbara Antonini, coordinatrice del presidio territoriale Empolese-Valdelsa di Confindustria Toscana Centro e Costa." Quando abbiamo iniziato a parlarne, da subito è stato chiaro che non dovevamo limitarci a sistemare ciò che già esiste, ma immaginare ciò che questa area può diventare nei prossimi anni. Il nostro territorio ha una forza produttiva straordinaria, ma per molti aspetti mancava un'identità condivisa, un'idea che unisse imprese, lavoratori e comunità. Questo percorso ci ha permesso di capire che la zona industriale non è un luogo “a parte”, ma uno spazio vivo, che merita qualità, servizi, bellezza.
La bellezza non è un orpello: è un elemento che rende più competitivo un territorio, che migliora il benessere delle persone e che aiuta anche le imprese a lavorare meglio. E quando parliamo di benessere, parliamo di sicurezza, mobilità, aree verdi, servizi utili a chi ogni giorno qui lavora. Per questo abbiamo sostenuto con convinzione i quattro livelli di intervento: dalla manutenzione ordinaria agli ingressi, fino alla riqualificazione delle aree di sosta e, soprattutto, alla creazione di un vero hub di servizi. Un luogo che sia all'altezza delle altre zone della città e che dia dignità a uno dei motori produttivi più importanti di Empoli. Ringrazio Alessio e tutte le associazioni che hanno lavorato insieme a noi. È un percorso che continueremo, perché questo piano non è un punto di arrivo: è l'inizio di una visione nuova, condivisa e finalmente ambiziosa per questa area strategica della nostra comunità".ELe fa eco Andrea Panchetti, presidente della Cna dell'Empolese--Valdelsa. "Vorrei portare anch'io il punto di vista delle nostre imprese, perché questo progetto sul Terrafino rappresenta per noi un passaggio fondamentale. Già il mio predecessore, Fabio Bianchi, aveva sottolineato come quest'area fosse un punto strategico non solo per Empoli o per l'Empolese-Valdelsa, ma per una parte importante della Toscana centrale. Parliamo di una zona vasta, ampia, densamente produttiva, che per anni ha atteso interventi di riqualificazione adeguati. Per questo accogliamo con favore il percorso avviato dall'amministrazione, consapevoli però del fatto che in passato le promesse sono state molte ma le realizzazioni non sempre all'altezza. Oggi, invece, la ripartenza di questo progetto ci dà uno stimolo nuovo: la voglia di lavorare insieme e la determinazione a trasformare un'area che non deve più essere solo luogo di attività industriali, ma uno spazio vivibile, aperto, capace di essere frequentato anche dalle famiglie e di integrarsi meglio nella vita quotidiana di chi ci passa gran parte della giornata". Panchetti poi punta il dito anche su un altro aspetto, che però, chiama in causa la Regione. "Voglio sottolineare un punto per noi decisivo: la battaglia comune sul tema del pedaggio. Se vogliamo riqualificare un'area così importante a livello regionale, non possiamo accettare che migliaia di lavoratori e operatori debbano essere penalizzati da costi aggiuntivi per accedervi. Su questo serve un impegno forte e condiviso, perché la competitività non passa solo dalle infrastrutture, ma anche dall'accessibilità". E chiude ringraziando l'amministrazione "per averci coinvolti in un percorso che crediamo possa davvero segnare un cambio di passo. Le aziende dell'Empolese-Valdelsa sono pronte a fare la loro parte: determinazione, collaborazione e chiarezza degli obiettivi sono le basi per restituire al Terrafino—e alle altre aree produttive del territorio—la dignità e le opportunità che meritano."






