05 Ottobre 2024
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Tpe, raccolta di firme per avere una centralina che monitori l'aria al Terrafino

27-09-2024 08:46 - Cronaca
Che aria tira? Se lo chiede il Comitato Trasparenza per Empoli che l'altra sera al Circolo Arci di Marcignana ha organizzato un incontro per fare il punto sugli strumenti urbanistici del Comune di Empoli (Il Piano strutturale intercomunale, il piano operativo comunale e le varianti che sono già state adottate, con l'obiettivo di capire e avere una idea più dettagliata di come diventerà e come potrebbe diventare secondo questi piani l'area di Marcignana e della zona industriale del Terrafino.

Che aria tira, a dire il vero, ha un duplice significato ed ha un doppio obiettivo: capire quel che accadrà in futuro in quell'area e, soprattutto capire che aria – quella nell'atmosfera – respiriamo. Tanto che è già partita una petizione che sarà affiancata da una raccolta di firme, per chiedere in quell'area l'installazione di una centralina per monitorare l'aria, oggi inesistente in tutta la città.

A dare una visione di insieme a questa nuova battaglia, ci ha pensato Marco Cardone. «Ci siamo accorti, dalle carte del Comune, che la Zignago ha importanti progetti di sviluppo e di ampliamento e nell'area anche altre aziende chiedono, giustamente, delle espansioni. Ci sono poi i progetti di trasferimento di Revet e altre nuove espansioni dalla parte opposta di via del Castlelluccio, un nuovo intervento tra Alia e la ferrovia, che riguarda la Mazzoni ferro e andando verso la Coop ci sarà un'espansione richiesta da Moviter».

Trasparenza per Empoli ha proposte alternative per questi progetti, con l'intento di preservare l'abitato di Marcignana e la salute dei suoi abitanti.

«Crediamo ci siano altre aree dove destinare queste due richieste di espansioni – prosegue Cardone, riferendosi alle richieste di Mazzoni ferro e di Moviter - . A differenza del gruppo Zignago che le propone accanto all'esistente , per Moviter e per Mazzoni si tratta di nuove locazioni, senza continuità con le attuali sedi delle ditte. E vogliamo sottolineare che lì ci sono anche problemi di carattere idrogeologico».

Al progetto di ampliamento e alla realizzazione del terzo forno della Zignago, invece, si rivolge l'altra richiesta, quella della centralina.

«Una richiesta ufficiale l'abbiamo fatta alla Zignago, la stessa sarà indirizzata anche all'amministrazione comunale: chiediamo che la proprietà della vetreria realizzi, facendosene carico, una centralina per il monitoraggio dell'area che poi cederà a chi dovrà gestirla, l'Arpat, in questo caso, in modo da conoscere con maggiore precisione quale sarà il livello di emissioni in quella zona e nel resto della città. Arpat, ad esempio, di recente ha detto ufficialmente, interpellato per la valutazione ambientale del progetto Zignago, che non conosce con esattezza i livelli di emissione di quell'area. Noi proponiamo la centralina per non avere più questo problema».

Non solo, Tpe stila anche un programma ideale da sottoporre a Zignago per la realizzazione dei suoi progetti di espansione senza che questi abbiano ripercussioni sulla salute dei cittadini.

«Pianifichiamo insieme i lavori per evitare che ci siano problemi – sottolinea Cardone - A Zignago diciamo di realizzare i suoi capannoni nuovi più vicino possibile a quelli attuali. Poi, procederanno per realizzare il terzo forno: una volta messo in funzione, possono spegnere uno dei due vecchi per renderlo più moderno tecnologicamente. E così per l'ultimo, che potrà essere spento e rinnovato una volta realizzate le opere con il secondo, in modo da avere a regime, tre forni nuovi capaci, grazie alle nuove tecnologie, di emettere minori sostanze nell'aria. E la centralina, a quel punto, ci darebbe una visione reale della situazione».

Per ottenere questo, ma soprattutto per sensibilizzare il Comune a chiedere che Zignago realizzi la centralina di monitoraggio, Trasparenza per Empoli lancia una raccolta di firme tra i cittadini di Empoli, forte anche del successo ottenuto per le precedenti iniziative su questi temi.

A spiegare la scelta della petizione è intervenuta Beatrice Cioni. «Lo Statuto del Comune prevede forme di partecipazione popolare che rimandano a regolamenti attuativi: dal 2002 che è stato approvato lo Statuto solo il referendum è stato regolamentato. E lo hanno fatto lo scorso anno, in agosto, in seguito alla nostra precedente raccolta di firme. Gli altri due strumenti, la petizione e la proposta di iniziativa popolare. Quest'ultima è più complessa, è legata alla presentazione di una delibera e prevede come metodologia di raccolta l'autenticazione delle firme da parte di un professionista. La petizione, che comunque prevede una risposta obbligatoria e motivata da parte dell'amministrazione è più diffusa. Al momento non c'è regolamento. Ci diranno che dovranno farlo. Ma ci teniamo a sottolineare che certe scelte, anche di urbanistica, non sono solo questioni che riguardano i tecnici, ma la gente comune, i cittadini che devono essere partecipi e in alcuni casi anche far sentire la voce sullo sviluppo della città».

La serata poi è andata avanti con gli interventi di tecnici, esperti e cittadini che, anche con l'ausilio di chiarissime slide hanno potuto discutere sulla situazione attuale di quell'area e delle possibili ripercussioni delle espansioni richieste che sono contenute nei piani in discussione nei consigli comunali.
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