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Trasparenza per Empoli: “Sul raddoppio Zignago Vetro manca la tutela della salute e dell’ambiente”

23-12-2025 15:33 - Politica
È arrivata in Consiglio comunale l’approvazione del piano attuativo relativo al PUA 12.13, che prevede il raddoppio della superficie attualmente occupata dalla ditta Zignago Vetro. L’intervento autorizza la realizzazione di due nuovi capannoni, ciascuno di circa 30.000 metri quadrati e con un’altezza di quasi 12 metri, nell’area che dall’attuale complesso produttivo si estende verso via Val d’Elsa e in direzione dell’abitato.

Sul provvedimento interviene con toni duri il gruppo Trasparenza per Empoli, che esprime forte preoccupazione per l’impatto ambientale e sanitario dell’operazione. Secondo il movimento civico, l’ampliamento comporta innanzitutto l’occupazione di circa sei ettari di suolo agricolo che finora avevano svolto la funzione di cuscinetto tra lo stabilimento industriale e le zone residenziali, contribuendo a mitigare gli effetti dell’attività produttiva sull’abitato.

Ma il nodo centrale della critica riguarda il quadro emissivo. Trasparenza per Empoli sottolinea come nella documentazione adottata non vi sia alcun vincolo concreto che garantisca che il nuovo intervento non determini un aggravamento delle emissioni in un’area già fortemente compromessa. L’incremento edificatorio, viene ricordato, è finalizzato alla realizzazione di nuovi magazzini che andranno anche a sostituire strutture esistenti. Proprio nelle aree che verrebbero dismesse, secondo quanto evidenziato dal gruppo, sarebbe prevista la realizzazione di un terzo forno fusorio, rendendo di fatto possibile un ulteriore aumento dell’attività produttiva.

Un passaggio che, secondo Trasparenza per Empoli, entra in contraddizione con quanto riportato nella stessa scheda norma del piano, dove si legge che “la nuova edificazione non dovrà aggravare il quadro emissivo”. Una prescrizione che arriva al termine di un procedimento di verifica ambientale nel quale diversi enti hanno riconosciuto il significativo impatto dell’intervento, reso ancor più delicato dal fatto che l’area interessata si trova fuori dal perimetro urbanizzato.

A rafforzare le preoccupazioni è anche un parere tecnico di ARPAT del luglio 2023, citato nel comunicato, che segnala come l’attivazione di un terzo forno comporterebbe un incremento delle emissioni in atmosfera, con valori degli ossidi di azoto fino a tre volte superiori rispetto alla situazione attuale, oltre alla presenza significativa di Cromo VI, sostanza classificata come cancerogena. Lo stesso documento evidenzia un aumento complessivo del carico emissivo e lascia aperta la questione della valutazione del rischio sanitario legato al Cromo VI, ritenuta meritevole di particolare attenzione.

Secondo Trasparenza per Empoli, l’adozione del piano attuativo avrebbe dovuto essere subordinata a condizioni precise, in grado di garantire realmente il rispetto del principio di non aggravio del quadro emissivo. Tra queste, il gruppo indica l’installazione di un sistema di monitoraggio continuo delle emissioni, più volte richiesto anche da ARPAT ma mai realizzato; l’adeguamento tecnologico dei due forni esistenti con sistemi di abbattimento delle emissioni; e la progettazione di un eventuale nuovo forno dotato di tutti gli accorgimenti necessari affinché il bilancio emissivo complessivo non risulti peggiorativo rispetto a quello attuale.

“Quello che sta accadendo è inaccettabile”, conclude Trasparenza per Empoli, denunciando il rischio che, pur conoscendo le reali finalità dell’intervento industriale, si continui a minimizzarne gli effetti, limitando la valutazione alle sole emissioni di cantiere e trascurando l’impatto strutturale sull’ambiente e sulla salute dei cittadini. Un tema che, secondo il gruppo, meriterebbe maggiore trasparenza e un approccio più rigoroso nella tutela dell’interesse pubblico.