Un luglio 'freddo'? E' vero ma solo in parte
09-08-2025 11:01 - Opinioni
di Gordon Baldacci
Come di consueto, eccoci alla mensile analisi del clima locale; sempre da prendere in considerazione come chiave di sintesi, e non quantificabile a livello regionale o nazionale. La percezione di tutti è che luglio per certi versi, abbia riportato le lancette dell'orologio indietro nel tempo, addirittura per qualcuno “il luglio più freddo da tanti anni” ma è andata davvero così?
Nel contesto generale, c'è un pezzo di verità in queste percezioni, luglio 2025 su Empoli ha fatto rivivere per una parte del mese, quello dei tempi della pandemia 2020-2021 ma, con valori vicini alle medie quasi cinquantennali, “solo” un +0,6 °C che tutto sommato non un dato neppure così lontano dalle medie anche degli ultimi venti-venticinque anni della nostra città. Se però andiamo a vedere il come siamo arrivati a questo clima meno opprimente senza una vera ondata di calore in tutto il mese, se non la fase di chiusura all'inizio di quella record del mese di giugno; notiamo che per raggiungere quei valori un po' “vintage” il prezzo da pagare è stato quello di una irruzione artica in piena estate.
Siamo abituati alle nostre latitudini a subire i capricci del meteo che provengono dal continente africano in estate, con le numerose ondate di calore, (una giusto sopra le nostre teste in queste ore). In questi scambi dei fronti d'aria sempre meno paralleli (ovest-est) sempre più meridiani (nord-sud) negli ultimi anni, le discese da nord sono giunte spesso sforzate sia dall'orografia, (Alpi, Appennini), sia anche dall'effettiva minore forza delle masse più fredde, incapaci di penetrare lungo la nostra penisola.
Senza contare che a luglio, pur ovviamente essendo mese centrale dell'estate, questo non vuol dire non accumulare precipitazioni degne di nota. Infatti gli scambi termici del mese appena trascorso, si sono portati dietro quel minimo di precipitazioni attese. Fortuna vuole che non volendo le piogge primaverili sono state copiose ed importanti, ed ancora possiamo vivere di rendita teorica, ma alcuni tipi di coltivazione iniziano a dare i primi segni di sofferenza, nonostante gli apporti pluviometrici durante il mese di luglio siano arrivati puntuali.
Queste sofferenze sono figlie del mese di giugno, dove a fronte dell'ondata di calore (fino ad adesso la più calda di tutta l'estate), le radiazioni solari, avevano portato “avanti” anche il grado di essiccazione degli strati superficiali dei terreni. Sta di fatto che ottenere un surplus di quasi il 20% delle piogge, perlopiù ovviamente rovesci di tipo temporalesco, non è bastato a far penetrare abbastanza le idrometeore precipitate. Vero è che almeno nelle nostre zone, ma anche diciamolo su buona parte della nostra regione, luglio poteva fare di peggio, visto i prodromi stagionali, delle settimane antecedenti al suo arrivo, ma va fatta comunque una seria precisazione.
Per paradosso, quella media termica che tutto sommato segna solo una lieve anomalia termica positiva, non è figlia dell'andamento mensile di un'estate anni 70/80, ma di eccessi termici, opposti, come direbbero i nostri nonni: “ poggio e buca fa pari”. Anche perché poi, se allarghiamo lo sguardo oltre i confini locali, per una “anomalia” più fresca dislocata sulle regioni settentrionali, quelle adriatiche e buona parte dell'Europa Centrale; in altre zone come in Scandinavia ma anche sulla Russia Occidentale, sui Balcani, l'estate non è affatto stata lineare con le “loro” medie del periodo.
Ci sono però dati globali interessanti e che possono sembrare in contrasto fra di loro. Dopo ventuno mesi consecutivi oltre la soglia critica di +1,5°C rispetto ai livelli preindustriali, luglio 2025, è stato il terzo luglio più caldo mai registrato a livello globale, ma con una temperatura media globale inferiore a quella dei due anni precedenti. Un «respiro» che non va confuso con un'inversione di tendenza. Il ghiaccio marino artico ha raggiunto un'estensione inferiore del 10% rispetto alla media, al secondo posto tra i valori più bassi in quarantasette anni di osservazioni satellitari. Nell'Antartide, il deficit è stato dell'8%, meno grave rispetto agli anni scorsi, ma comunque preoccupante.
In Europa, a luglio il clima è stato più piovoso della norma in diverse regioni, tra cui Italia settentrionale, Francia settentrionale, Regno Unito orientale e Scandinavia meridionale. Ma la Scandinavia orientale soprattutto la Finlandia, la Grecia, i Balcani e coste del Mar Nero hanno sofferto la siccità, con numerosi incendi. Nel resto del mondo, condizioni molto secche hanno colpito parte degli USA e del Canada, l'Africa orientale, il Tibet, il Giappone, l'Australia e il Sud America extra-tropicale. All'opposto, numerose inondazioni sono state segnalate in Cina, India settentrionale, Russia orientale, Messico e Stati Uniti orientali.
La momentanea discesa sotto i +1,5°C, osservata nel solo mese di luglio, a livello mondiale non è una tregua dalla crisi climatica, ma una fluttuazione naturale su una traiettoria di lungo periodo ancora in salita. Ebbene sì, anche il riscaldamento in corso da decenni, ha ogni tanto un punto di rallentamento, è accaduto anche in passato, peccato che queste “pause” sono sempre più isolate, e sempre meno ripetute a livello globale, negli ultimi venti, trenta anni. Speriamo di essere smentiti stavolta, e vorrei/vorremmo avere torto nel constatare l'eccezione che conferma la regola.
Sarebbe un bene per tutti.