30 Aprile 2025
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Una data per 2 ricordi: la partenza dei volontari e la morte di Mario Fabiani

13-02-2025 10:24 - Cronaca
Il 13 febbraio Empoli celebra la partenza dei 530 volontari che, con la nostra città libera da mesi, partirono per andare a combattere in altri luoghi e cacciare i nazifascisti. Questa commemorazione, che Empoli fa ogni anno ma che ogni cinque anni sottolinea con iniziative più profonde, ci sarà domenica 18 al PalaEsposizioni con un raduno regionale e con la presenza di diverse personalità della politica regionale.

Dal 1970, ogni cinque anni, il Comune di Empoli celebra una ricorrenza storica che quest'anno compie ottant'anni: la partenza dei 530 Volontari della Libertà. Una cerimonia a carattere regionale che vedrà l'arrivo delle autorità civili e militari, i rappresentanti di Regione, Province e Comuni, oltre alle associazioni dei combattenti (le brigate Legnano, Cremona, Friuli, Piceno, Folgore e Mantova dove confluirono i volontari) e quelle di volontariato.



Il grande evento si terrà domenica 16 febbraio 2025, nel salone del palazzo delle Esposizioni, in piazza Guido Guerra, a partire dalle 9.30. La cerimonia comincerà con i saluti del sindaco Alessio Mantellassi e a seguire gli interventi di Vania Bagni, presidente provinciale Anpi Firenze, Carmelo Albanese, professore dell'Isrt Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea. Le conclusioni sono affidate al presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani. Nel corso della cerimonia si terranno anche le esibizioni dei cori degli istituti comprensivi Empoli Est ed Empoli Ovest.



Alle 11.30 si muoverà il corteo nelle strade di Empoli per deporre le corone commemorative. Le tappe saranno largo Gino Ragionieri, piazza della Vittoria, piazza XXIV Luglio e piazza del Popolo. Nell'ultima 'stazione' si terranno i saluti conclusivi del consigliere delegato alla Cultura della Memoria, Raffaele Donati, e di un rappresentante dell'Anpi Empolese Valdelsa. L'evento terminerà con un pranzo riservato alla Casa del Popolo di Pozzale.



13 FEBBRAIO 1945 - Da piazza del Popolo ben 530 ragazzi di zona andarono a combattere per la liberazione del resto d'Italia, diventando membri del Corpo volontari per la Libertà, lottando sugli Appennini tra Toscana ed Emilia Romagna. Empoli era già stata liberata il 2 settembre dell'anno precedente, ma il pensiero di un'Italia ancora dominata in parte dai nazifascisti rinsaldava la volontà di essere partecipi di una nuova pagina della storia del Paese.



Ma il 13 febbraio è anche l’anniversario della morte di un nostro illustre concittadino, Mario Fabiani, partigiano e, soprattutto primo sindaco di Firenze: morì il 13 febbraio del 1974, 51 anni fa.

Chi era Mario Fabiani? Mario Fabiani, nato a Empoli il 9 febbraio 1912, è stato una figura di spicco nella storia politica e sociale della Toscana. Antifascista convinto e dirigente della Resistenza, ha dedicato la sua vita alla lotta per la libertà e alla ricostruzione del tessuto sociale nel dopoguerra.



Fin da giovane, Fabiani si avvicinò agli ideali comunisti, entrando nel 1929 nel movimento giovanile comunista empolese. La sua attività politica lo portò a trasferirsi a Milano e successivamente a Parigi, dove collaborò con l'apparato centrale del Partito Comunista d'Italia. Durante il regime fascista, svolse missioni in Unione Sovietica e rientrò clandestinamente in Italia per organizzare la resistenza antifascista in diverse regioni. Nel 1934 fu arrestato a Bologna e condannato a 22 anni di reclusione dal Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato. Rimase in carcere fino al luglio 1943, quando fu liberato in seguito alla caduta di Mussolini.



Dopo la liberazione, Fabiani si impegnò nell'organizzazione del movimento partigiano in Toscana, diventando ispettore delle Brigate Garibaldi. Nonostante un arresto da parte dei fascisti, riuscì a fuggire e continuò la lotta fino alla liberazione di Firenze nell'agosto 1944. Successivamente, fu nominato vicesindaco della città dal Comitato di Liberazione Nazionale toscano e, nel 1946, divenne il primo sindaco eletto democraticamente di Firenze, carica che mantenne fino al 1951.



Durante il suo mandato, Fabiani si distinse per iniziative volte alla ricostruzione della città e al miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini. Tra le sue realizzazioni più significative si annoverano la creazione delle farmacie comunali, della Centrale del Latte e del quartiere dell'Isolotto, progettato per far fronte alla carenza abitativa.



Dopo l'esperienza da sindaco, fu presidente della Provincia di Firenze dal 1951 al 1962 e successivamente senatore del Partito Comunista Italiano dal 1963 fino alla sua morte, avvenuta a Firenze il 13 febbraio 1974.



A cinquant'anni dalla sua scomparsa, avvenuta il 13 febbraio 1974, Mario Fabiani viene ricordato come un amministratore capace e vicino ai bisogni della gente comune. La sua dedizione alla causa antifascista e il suo impegno nella ricostruzione post-bellica hanno lasciato un segno indelebile nella storia di Firenze e della Toscana.

La sua figura è stata recentemente celebrata con un convegno organizzato dall'Istituto Gramsci Toscano e dall'Istituto Storico Toscano della Resistenza e dell'Età Contemporanea, con il patrocinio della Regione Toscana e dei Comuni di Firenze ed Empoli. In questa occasione, è stato sottolineato come Fabiani rappresenti un esempio di amministratore pubblico che ha saputo coniugare ideali politici e attenzione concreta ai bisogni della collettività.

La sua eredità rimane viva nella memoria collettiva, testimoniando l'importanza di un impegno politico orientato al bene comune e alla giustizia sociale.
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