Verso le regionali/ Anche a destra c'è gran confusione. Di candidati e temi.
13-06-2025 23:30 - Politica
di Emilio Chiorazzo
Nel campo del centrodestra, i candidati sembrano spuntare “come funghi”, come commentano con sarcasmo da Fratelli d'Italia. A partire dal nome che da mesi FdI considera il più credibile: Alessandro Tomasi, sindaco di Pistoia, fortemente sponsorizzato da Giovanni Donzelli, punto di riferimento meloniano in Toscana. Tomasi è il cavallo su cui Fratelli d'Italia ha puntato sin da subito, considerandolo il profilo più competitivo e radicato sul territorio.
Ma la Lega non ci sta. E rilancia con un nome alternativo: Elena Meini, consigliera regionale e figura vicina a Susanna Ceccardi, l'ex sindaca di Cascina e già candidata alle regionali del 2020. La sua candidatura, benedetta direttamente da Matteo Salvini, è stata rilanciata nei giorni scorsi, segno che la Lega non è disposta a lasciare campo libero ai meloniani.
Come se non bastasse, anche Forza Italia è entrata ufficialmente in campo, e lo ha fatto con un ticket che ha sorpreso molti. Da un lato Deborah Bergamini, deputata viareggina, già volto noto nel berlusconismo toscano e attuale vicesegretaria nazionale del partito. Dall'altro Marco Stella, capogruppo di FI in Consiglio regionale e segretario toscano del partito. Se la mossa appare ufficialmente “concordata con la segreteria nazionale”, nei fatti sa molto di una candidatura di sopravvivenza politica, utile a garantire a Stella un posto sicuro nell'assemblea regionale, qualunque sia l'esito elettorale.
Il risultato è un paradosso: quattro candidature per un solo posto da contendere al centrosinistra. E mentre i vertici nazionali della coalizione tacciono o rinviano le decisioni, i veti incrociati paralizzano il tavolo regionale. “C'è bisogno di compattezza e di unità”, è l'appello ormai rituale che arriva da tutti gli schieramenti, ma che nei fatti appare sempre più come una formula vuota.
Nel caos del centrodestra toscano, una cosa è chiara: il tempo stringe. Ma la sintesi, per ora, resta lontana. E non è solo una questione di nomi. Anche i programmi dividono. Pur non mettendo a rischio la compattezza della coalizione, le differenze tra i partiti che la compongono, sui temi che interessano l'elettorato toscano, ci sono. Eccome. «Siamo partiti diversi, abbiamo profili diversi», aveva detto pochi giorni fa il consigliere regionale di Forza Italia Marco Stella, nel presentare le candidature locali, di Claudia Ghezzi e di Simone Campinoti, al consiglio regionale.
«Forza Italia ad esempio è favorevole alla quotazione in Borsa della Multiutility dei servizi – sottolinea Stella - , Lega e Fratelli d'Italia no. Forza Italia è contro il pedaggio sulla Fi-Pi-Li, gli altri alleati sono favorevoli. Forza Italia è per la realizzazione di un centro di permanenza rimpatrio in Toscana, gli alleati no. Siamo per la nuova pista parallela dell'aeroporto di Peretola e per un hub regionale. Forza Italia è contro la teoria gender nelle scuole, contro la legge sul fine vita».
Gli alleati, per dirla con le parole di Marco Stella “sono timidi” su questo tema. Forza Italia non ha firmato l'emendamento che dà il via libera all'articolo 59 che prevede il regime autorizzatorio delle locazioni turistiche in toscana, gli altri partiti del centrodestra lo hanno firmato. Su questi temi si devono confrontare. «Tra noi e gli altri – dice Stella – c'è differenza, per questo serve un tavolo nel quale confrontarsi e trovare un punto di unione». Intanto il 20, a Viareggio, sarà presentato il programma elettorale pubblicamente. E sarà su questo che andrà trovata la sintonia.
Sui nomi e sui programmi. Ma forse più sui nomi. Sui programmi, come insegna la politica nazionale, il centrodestra trova sempre una quadra.
Quanti nodi da sciogliere, mentre la possibile data per eleggere il nuovo consiglio regionale e il presidente della Toscana, si avvicina. Dei guai in casa del centrosinistra abbiamo parlato nei giorni scorsi, anche grazie ai risultati del referendum, il cui fallimento ha acuito le divisioni nella coalizione e nel suo partito maggiore, il Pd. Sull'altra sponda, almeno in Toscana, non è diverso. Non c'è una candidatura ufficiale, ma non c'è neppure accordo su un nome. Quello di Tomasi, sindaco di Pistoia, sembra mettere d'accordo un po' tutti. Ma non tutti. Forza Italia ha presentato le sue proposte (Marco Stella e Deborah Bergamini), ha proposto di fare le primarie, ha suggerito di fare un tavolo regionale di confronto per arrivare a una sintesi. E a una scelta. Ma anche gli altri partiti della coalizione hanno avanzato delle proposte... "fatte in casa".
A pochi mesi dalle elezioni regionali, il centrodestra toscano si presenta più come un mosaico in frantumi che come un fronte compatto. Tra auto candidature, ticket e rivalità interne, la coalizione Fratelli d'Italia–Lega–Forza Italia non ha ancora trovato la quadra su chi guiderà la sfida a Eugenio Giani, presidente uscente del centrosinistra, forte nei sondaggi ma ancora non ufficialmente nominato... suo stesso erede (manca la conferma del mandato bis).Nel campo del centrodestra, i candidati sembrano spuntare “come funghi”, come commentano con sarcasmo da Fratelli d'Italia. A partire dal nome che da mesi FdI considera il più credibile: Alessandro Tomasi, sindaco di Pistoia, fortemente sponsorizzato da Giovanni Donzelli, punto di riferimento meloniano in Toscana. Tomasi è il cavallo su cui Fratelli d'Italia ha puntato sin da subito, considerandolo il profilo più competitivo e radicato sul territorio.
Ma la Lega non ci sta. E rilancia con un nome alternativo: Elena Meini, consigliera regionale e figura vicina a Susanna Ceccardi, l'ex sindaca di Cascina e già candidata alle regionali del 2020. La sua candidatura, benedetta direttamente da Matteo Salvini, è stata rilanciata nei giorni scorsi, segno che la Lega non è disposta a lasciare campo libero ai meloniani.
Come se non bastasse, anche Forza Italia è entrata ufficialmente in campo, e lo ha fatto con un ticket che ha sorpreso molti. Da un lato Deborah Bergamini, deputata viareggina, già volto noto nel berlusconismo toscano e attuale vicesegretaria nazionale del partito. Dall'altro Marco Stella, capogruppo di FI in Consiglio regionale e segretario toscano del partito. Se la mossa appare ufficialmente “concordata con la segreteria nazionale”, nei fatti sa molto di una candidatura di sopravvivenza politica, utile a garantire a Stella un posto sicuro nell'assemblea regionale, qualunque sia l'esito elettorale.
Il risultato è un paradosso: quattro candidature per un solo posto da contendere al centrosinistra. E mentre i vertici nazionali della coalizione tacciono o rinviano le decisioni, i veti incrociati paralizzano il tavolo regionale. “C'è bisogno di compattezza e di unità”, è l'appello ormai rituale che arriva da tutti gli schieramenti, ma che nei fatti appare sempre più come una formula vuota.
Nel caos del centrodestra toscano, una cosa è chiara: il tempo stringe. Ma la sintesi, per ora, resta lontana. E non è solo una questione di nomi. Anche i programmi dividono. Pur non mettendo a rischio la compattezza della coalizione, le differenze tra i partiti che la compongono, sui temi che interessano l'elettorato toscano, ci sono. Eccome. «Siamo partiti diversi, abbiamo profili diversi», aveva detto pochi giorni fa il consigliere regionale di Forza Italia Marco Stella, nel presentare le candidature locali, di Claudia Ghezzi e di Simone Campinoti, al consiglio regionale.
«Forza Italia ad esempio è favorevole alla quotazione in Borsa della Multiutility dei servizi – sottolinea Stella - , Lega e Fratelli d'Italia no. Forza Italia è contro il pedaggio sulla Fi-Pi-Li, gli altri alleati sono favorevoli. Forza Italia è per la realizzazione di un centro di permanenza rimpatrio in Toscana, gli alleati no. Siamo per la nuova pista parallela dell'aeroporto di Peretola e per un hub regionale. Forza Italia è contro la teoria gender nelle scuole, contro la legge sul fine vita».
Gli alleati, per dirla con le parole di Marco Stella “sono timidi” su questo tema. Forza Italia non ha firmato l'emendamento che dà il via libera all'articolo 59 che prevede il regime autorizzatorio delle locazioni turistiche in toscana, gli altri partiti del centrodestra lo hanno firmato. Su questi temi si devono confrontare. «Tra noi e gli altri – dice Stella – c'è differenza, per questo serve un tavolo nel quale confrontarsi e trovare un punto di unione». Intanto il 20, a Viareggio, sarà presentato il programma elettorale pubblicamente. E sarà su questo che andrà trovata la sintonia.
Sui nomi e sui programmi. Ma forse più sui nomi. Sui programmi, come insegna la politica nazionale, il centrodestra trova sempre una quadra.