Verso un Beat festival da grandi numeri
19-08-2025 20:00 - Lifestyle
Si comincia giovedì 28 agosto. Stesso luogo (parco di Serravalle), edizione numero undici di una manifestazione ideata dalla giunta Barnini e che è cresciuta col tempo sia in termini temporali (la prima edizione fu di tre serate mentre questa finirà domenica 7 settembre) che di offerta al pubblico. Non a caso tanta gente affolla quasi tutte le sere l'intera zona di Serravalle o per mangiare qualcosa, o per vedere gli stand o per ascoltare musica dal vivo. Il progetto mira a offrire un palcoscenico ad artisti emergenti e affermati, creando un'esperienza coinvolgente per il pubblico attraverso concerti, performance e attività culturali. Senza dimenticare il coinvolgimento di associazioni e realtà locali dedicate alla musica oltre a quelle di volontariato che assicurano il necessario servizio.
Ma che costi ha il Beat per le casse pubbliche? E chi c'è dietro? Come si legge nel documento generale, “il progetto si sostiene attraverso diverse fonti di cofinanziamento che garantiscono una solida base di risorse per la sua realizzazione. Oltre ai contributi pubblici, il bilancio previsionale si sostiene anche grazie a sponsorizzazioni private, partnership con enti e aziende del territorio, e a ricavi derivanti dalla vendita di biglietti, merchandising e attività collaterali”.
Il totale complessivo dei costi previsti per l'edizione 2025 è di 560mila euro. La parte più importante (436mila) deriva dalle entrate da vendite mentre 340mila si conta di incassarle dai biglietti dei concerti. E il pubblico per quanto contribuisce? In totale sono 124mila euro così divisi: 85mila dal Comune, 30mila dalla città metropolitana e 9mila dalla regione Toscana. Da sponsor si calcolano invece 96mila euro mentre, alla voce generica contributi, figurano 124mila euro. I costi vanno a pareggio, con la voce più importante di questa colonna rappresentata dai 310mila euro per gli artisti.
Dietro al Beat c'è l'associazione Beat 15 (il link al suo sito) che ha sede in uno studio legale di via Veronese, è titolare del marchio ed organizza e realizza interamente l'evento in sinergia e con il patrocinio del Comune. A presiederla è Umberto Bonanni, spezzino, che su linkedin si presenta come “general manager della kermesse empolese” e che nel suo curriculum, dopo una laurea a Bologna da 110 e lode in ‘Discipline delle arti, della musica e dello spettacolo', ha esperienze molto importanti nel settore (per dirne una famosa, il Pistoia blues) sia a livello locale, agli inizi, che anche internazionale col passare degli anni. Insomma, un personaggio di spicco in questo settore. Tesoriere è Federico Tafuro, pistoiese, pure lui protagonista del festival della sua città mentre nell'organigramma si trova anche un empolese, Roberto Del Pasqua. Dal Mulligan's di Ortimino alla direzione del festival Marea a Fucecchio, gestore per molti anni di un locale del centro della nostra città è una persona molto conosciuta a Empoli in questo campo.
Proprio in questi giorni si sono concretizzati alcuni passaggi formali importanti. Dal contributo di 30mila euro della Città metropolitana concesso formalmente al Comune di Empoli in qualità di ente promotore e partner istituzionale e trasferito integralmente all'associazione Beat 15, alla sponsorizzazione da parte di Toscana Energia che, anche quest'anno, ha deciso di legare il proprio nome al Beat impegnando poco meno di 10mila euro che, come sopra, saranno destinati all'associazione.
Ma che costi ha il Beat per le casse pubbliche? E chi c'è dietro? Come si legge nel documento generale, “il progetto si sostiene attraverso diverse fonti di cofinanziamento che garantiscono una solida base di risorse per la sua realizzazione. Oltre ai contributi pubblici, il bilancio previsionale si sostiene anche grazie a sponsorizzazioni private, partnership con enti e aziende del territorio, e a ricavi derivanti dalla vendita di biglietti, merchandising e attività collaterali”.
Il totale complessivo dei costi previsti per l'edizione 2025 è di 560mila euro. La parte più importante (436mila) deriva dalle entrate da vendite mentre 340mila si conta di incassarle dai biglietti dei concerti. E il pubblico per quanto contribuisce? In totale sono 124mila euro così divisi: 85mila dal Comune, 30mila dalla città metropolitana e 9mila dalla regione Toscana. Da sponsor si calcolano invece 96mila euro mentre, alla voce generica contributi, figurano 124mila euro. I costi vanno a pareggio, con la voce più importante di questa colonna rappresentata dai 310mila euro per gli artisti.
Dietro al Beat c'è l'associazione Beat 15 (il link al suo sito) che ha sede in uno studio legale di via Veronese, è titolare del marchio ed organizza e realizza interamente l'evento in sinergia e con il patrocinio del Comune. A presiederla è Umberto Bonanni, spezzino, che su linkedin si presenta come “general manager della kermesse empolese” e che nel suo curriculum, dopo una laurea a Bologna da 110 e lode in ‘Discipline delle arti, della musica e dello spettacolo', ha esperienze molto importanti nel settore (per dirne una famosa, il Pistoia blues) sia a livello locale, agli inizi, che anche internazionale col passare degli anni. Insomma, un personaggio di spicco in questo settore. Tesoriere è Federico Tafuro, pistoiese, pure lui protagonista del festival della sua città mentre nell'organigramma si trova anche un empolese, Roberto Del Pasqua. Dal Mulligan's di Ortimino alla direzione del festival Marea a Fucecchio, gestore per molti anni di un locale del centro della nostra città è una persona molto conosciuta a Empoli in questo campo.
Proprio in questi giorni si sono concretizzati alcuni passaggi formali importanti. Dal contributo di 30mila euro della Città metropolitana concesso formalmente al Comune di Empoli in qualità di ente promotore e partner istituzionale e trasferito integralmente all'associazione Beat 15, alla sponsorizzazione da parte di Toscana Energia che, anche quest'anno, ha deciso di legare il proprio nome al Beat impegnando poco meno di 10mila euro che, come sopra, saranno destinati all'associazione.
La macchina organizzativa è in moto ormai da tempo. Si fa il conto alla rovescia per un festival che, a detta degli organizzatori, punta a fare un importante passo in avanti come qualità. Buon divertimento.
Marco Mainardi