Vinci nel biennio rosso, sabato il racconto attraverso il libro di Romagnoli
04-12-2025 08:33 - Libridine
Sabato 6 dicembre 2025, alle ore 10.30, la Biblioteca Leonardiana ospiterà una presentazione che promette di riportare alla luce uno dei passaggi più intensi e drammatici della storia italiana. Lo storico Paolo Santini, l’autore Stefano Romagnoli e il lettore Andrea Taddei introdurranno al pubblico un nuovo volume dedicato al Biennio rosso (1919-1920), due anni che segnarono profondamente non solo il Paese, ma anche la comunità di Vinci e i comuni dell’area empolese.
L’iniziativa, patrocinata dal Comune di Vinci e sostenuta dall’ARCI Empolese/Valdelsa, nasce dal desiderio di restituire voce e contesto a un periodo che fu attraversato da tensioni sociali, speranze di rinnovamento e conflitti destinati a lasciare ferite durature.
Le attese di un popolo in fermento “Sia il 16 novembre 1919 il giorno della condanna; verrà poi quello dell’esecuzione”, titolava il quotidiano socialista Vita Nuova alla vigilia delle elezioni politiche. Un’espressione che cattura in modo emblematico lo spirito del tempo: attese altissime, volontà di riscatto dopo la tragedia della Grande Guerra, fiducia – talvolta ingenua – nella possibilità di un cambiamento radicale.
Il volume ricostruisce, con rigore documentario ma con una sensibilità quasi narrativa, i trenta mesi che sconvolsero una porzione di Toscana centrale. Ritardi nella smobilitazione dell’esercito, lotte contro il caroviveri, mobilitazioni dei mezzadri e dei terrazzieri, scioperi per aumenti salariali e per la conquista della giornata lavorativa di otto ore: ogni episodio permette di comprendere l’intensità di una stagione irripetibile.
La speranza del mondo contadino e operaio si intreccia però con l’avanzare della repressione, prima da parte dello Stato e poi con la violenza crescente del nascente movimento fascista, che nell’Empolese troverà un tragico punto di non ritorno negli eventi del 1° marzo 1921.
Ne emerge un quadro corale di rabbia, aspettative, illusioni e sconfitte, che restituisce l’immagine di un’Italia in bilico tra rivoluzione e restaurazione.
Gli autori: ricerche, archivi e passione civile Il libro nasce dalla lunga esperienza di studio di Stefano Romagnoli, laureato in Storia Moderna e autore di numerose ricerche sulla società dell’Empolese tra Ottocento e Novecento. Dopo pubblicazioni dedicate al mondo contadino e alle trasformazioni sociali della Toscana centrale, nel 2025 ha approfondito il periodo della Prima Guerra Mondiale. Questo nuovo lavoro rappresenta una naturale prosecuzione della sua indagine sui ceti popolari e sulle dinamiche politiche dell’area.
Al suo fianco, Paolo Santini, archivista empolese, specializzato in paleografia e diplomatica. Autore di studi sulla storia del diritto e delle istituzioni, Santini dirige dal 2011 la rivista Quaderni d’Archivio ed è presenza autorevole nel panorama storiografico locale. Il suo contributo documentario ha permesso di ricostruire con precisione il contesto normativo e amministrativo di quegli anni turbolenti.
A dare voce alle testimonianze dell’epoca sarà Andrea Taddei, psicoterapeuta e attore per passione, già autore di volumi e protagonista di spettacoli dedicati alla poesia e alla musica d’autore. Le sue letture accompagneranno il pubblico in un viaggio immersivo nella memoria del territorio.
Un libro che è anche un romanzo corale Pur fondato su fonti rigorose, il volume si legge come un romanzo storico: tragedie, conflitti, miti, figure eroiche e anonime, scelte politiche che anticipano la grande crisi della democrazia italiana del primo Novecento. Un condensato di storia nazionale raccontato attraverso le vicende di un territorio che, in quegli anni, divenne uno specchio delle tensioni del Paese.
L’appuntamento del 6 dicembre è dunque un’occasione preziosa per riavvicinarsi a un capitolo complesso della nostra storia e per riflettere sulle radici profonde di trasformazioni che, in forme diverse, continuano a interrogare il presente.
L’iniziativa, patrocinata dal Comune di Vinci e sostenuta dall’ARCI Empolese/Valdelsa, nasce dal desiderio di restituire voce e contesto a un periodo che fu attraversato da tensioni sociali, speranze di rinnovamento e conflitti destinati a lasciare ferite durature.
Le attese di un popolo in fermento “Sia il 16 novembre 1919 il giorno della condanna; verrà poi quello dell’esecuzione”, titolava il quotidiano socialista Vita Nuova alla vigilia delle elezioni politiche. Un’espressione che cattura in modo emblematico lo spirito del tempo: attese altissime, volontà di riscatto dopo la tragedia della Grande Guerra, fiducia – talvolta ingenua – nella possibilità di un cambiamento radicale.
Il volume ricostruisce, con rigore documentario ma con una sensibilità quasi narrativa, i trenta mesi che sconvolsero una porzione di Toscana centrale. Ritardi nella smobilitazione dell’esercito, lotte contro il caroviveri, mobilitazioni dei mezzadri e dei terrazzieri, scioperi per aumenti salariali e per la conquista della giornata lavorativa di otto ore: ogni episodio permette di comprendere l’intensità di una stagione irripetibile.
La speranza del mondo contadino e operaio si intreccia però con l’avanzare della repressione, prima da parte dello Stato e poi con la violenza crescente del nascente movimento fascista, che nell’Empolese troverà un tragico punto di non ritorno negli eventi del 1° marzo 1921.
Ne emerge un quadro corale di rabbia, aspettative, illusioni e sconfitte, che restituisce l’immagine di un’Italia in bilico tra rivoluzione e restaurazione.
Gli autori: ricerche, archivi e passione civile Il libro nasce dalla lunga esperienza di studio di Stefano Romagnoli, laureato in Storia Moderna e autore di numerose ricerche sulla società dell’Empolese tra Ottocento e Novecento. Dopo pubblicazioni dedicate al mondo contadino e alle trasformazioni sociali della Toscana centrale, nel 2025 ha approfondito il periodo della Prima Guerra Mondiale. Questo nuovo lavoro rappresenta una naturale prosecuzione della sua indagine sui ceti popolari e sulle dinamiche politiche dell’area.
Al suo fianco, Paolo Santini, archivista empolese, specializzato in paleografia e diplomatica. Autore di studi sulla storia del diritto e delle istituzioni, Santini dirige dal 2011 la rivista Quaderni d’Archivio ed è presenza autorevole nel panorama storiografico locale. Il suo contributo documentario ha permesso di ricostruire con precisione il contesto normativo e amministrativo di quegli anni turbolenti.
A dare voce alle testimonianze dell’epoca sarà Andrea Taddei, psicoterapeuta e attore per passione, già autore di volumi e protagonista di spettacoli dedicati alla poesia e alla musica d’autore. Le sue letture accompagneranno il pubblico in un viaggio immersivo nella memoria del territorio.
Un libro che è anche un romanzo corale Pur fondato su fonti rigorose, il volume si legge come un romanzo storico: tragedie, conflitti, miti, figure eroiche e anonime, scelte politiche che anticipano la grande crisi della democrazia italiana del primo Novecento. Un condensato di storia nazionale raccontato attraverso le vicende di un territorio che, in quegli anni, divenne uno specchio delle tensioni del Paese.
L’appuntamento del 6 dicembre è dunque un’occasione preziosa per riavvicinarsi a un capitolo complesso della nostra storia e per riflettere sulle radici profonde di trasformazioni che, in forme diverse, continuano a interrogare il presente.






